Inizia oggi, 18 gennaio, l'annuale Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, promossa dal Dicastero per la promozione dell'unità dei cristiani il cui tema è ispirato quest'anno ispira al verso del Vangelo di Giovanni: "Credi tu questo?" (Giovanni 11,26).
In questa occasione, avviata ufficialmente dal reverendo episcopaliano Paul Wattson a Graymoor (New York) nel 1908, tutte le confessioni cristiane pregano insieme per il raggiungimento della piena unità. Nell'emisfero Nord, la Settimana di preghiera si svolge tradizionalmente dal 18 al 25 gennaio, mentre nell'emisfero Sud, dove gennaio è spesso un periodo festivo, essa viene celebrata di solito intorno alla Pentecoste.
La celebrazione nazionale a Napoli il 21 gennaio
Si terrà il 21 gennaio, a Napoli, la celebrazione ecumenica nazionale con i responsabili delle Chiese cristiane in Italia. L'appuntamento, è alle 16:15 presso la Chiesa Valdese, da dove ci si incamminerà verso la Cattedrale: qui alle 18:00 è prevista la Preghiera ecumenica.
Porteranno il loro saluto l'Arcivescovo di Napoli, cardinale Domenico Battaglia, e il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. All'evento parteciperanno: per la Chiesa cattolica, monsignor Derio Olivero, vescovo di Pinerolo e presidente della Commissione episcopale ecumenismo e dialogo; per la Sacra arcidiocesi ortodossa d'Italia, il vescovo ausiliare, Giorgio Di Krateia; per la Diocesi ortodossa romena d'Italia, padre Gheorghe Militaru, vicario generale; per l'Amministrazione delle parrocchie della Chiesa ortodossa russa, sacerdote Mikhail Povaliayev; per la Chiesa armena, reverendo Hovig Bsag Tepirjian; per la Chiesa copta di Milano, il vescovo Anba Antonio; per la Chiesa copta di Roma, padre Gabriel Antonio; per la Chiesa serbo ortodossa, padre Dušan Djukanović; per la Chiesa d'Inghilterra in Italia, reverenda madre Jules Cave Berquist, vicepresidente; per la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, pastore Daniele Garrone, Presidente; per la Chiesa evangelica luterana, pastora Kirsten Thiele, vicedecana; per le Chiese evangeliche valdesi, Alessandra Trotta, moderatora della Tavola Valdese; per la Chiese evangeliche metodiste in Italia, pastore Luca Anziani, presidente; per l'Unione cristiana evangelica battista d'Italia, vicepresidente Marta D'Auria; per l'Esercito della salvezza, maggiore Lidia Bruno; per la Comunione delle Chiese libere, predicatore Antonio Pierri, coordinatore; per la Chiesa della riconciliazione, pastore Franco Bosio.
«L'incontro di Napoli è un bel segno per celebrare i 1700 anni del Concilio di Nicea, dove la Chiesa indivisa scrisse il Simbolo che ancora dice ciò che ci unisce e a cui tutti facciamo riferimento, definendoci cristiani. Un altro "segno" è il fatto che il messaggio per la Settimana per l'unità dei cristiani di quest'anno ha tante firme, molte di più del passato: questo significa che il testo è stato costruito insieme. Si tratta di un segno per un sogno, che è quello dell'unità nella diversità, di un cammino di fraternità. Di questo c'è tanto bisogno, soprattutto in un Occidente dove non è più scontato dire il cristianesimo. Dirlo insieme, in modi diversi, è una bella chance per il futuro del cristianesimo. Questo è anche un modo per testimoniare la pace e la coesione sociale. Solo camminando insieme possiamo essere operatori di pace", ha dichiarato monsignor Olivero.
Due appuntamenti nella diocesi di Nola
I cristiani del territorio della diocesi di Nola si ritroveranno il prossimo 20 gennaio, alle 19:00, a Torre Annunziata, presso la Comunità evangelica luterana, per la Preghiera ecumenica; il 25 gennaio, alle 19:00, presso la parrocchia Maria SS. della Stella, per pregare i Vespri: a presiedere la preghiera sarà il vescovo Francesco Marino, mentre la meditazione sarà tenuta dal pastore luterano Alberto Rocchini.
«L'anniversario del Concilio di Nicea, richiamandoci al Credo della Chiesa indivisa, rinnova nel nostro cuore la passione e la speranza dell'unità di tutti i battezzati. È quindi questo un momento significativo per vivere momenti di riflessione e preghiera "perchè tutti siano una sola cosa», ha sottolineato monsignor Francesco Iannone, vicario episcopale e direttore per l'Ufficio diocesano per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso.
Il messaggio delle Chiese cristiane che sono in Italia
Care sorelle e Cari fratelli,
quest’anno il tradizionale messaggio di invito alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (SPUC) ha molte più firme del solito. La decisione è stata presa nella seconda “Conversazione spirituale tra Chiese cristiane in Italia”; una terza è già in programma per il 16 giugno 2025. A Napoli, il 21 gennaio, tutte le Chiese firmatarie si uniranno in un incontro ecumenico nazionale che, nel 2026, avrà la forma di un Simposio nazionale.
Nel 2025 ricorre l’anniversario della formulazione del Credo di Nicea (325), millesettecento anni. Le nostre chiese riconoscono nelle sue formulazioni una compiuta espressione della fede cristiana che tutte condividono. Questo ci ricorda che a monte delle nostre storie, diverse spesso divise, delle nostre diverse prospettive, c’è la stessa vocazione da parte dell’unico Signore Gesù Cristo, che tutti chiama all’obbedienza della fede. La comunione che viviamo, il dialogo che promuoviamo e l’unità che cerchiamo non sono dunque basate sui nostri buoni propositi, ma sulla comune chiamata a ricevere e testimoniare l’amore di Dio in Cristo.
Al centro della Settimana di quest’anno c’è la domanda che Gesù rivolge a Marta nel racconto della resurrezione di Lazzaro: “Credi tu questo?” (Giovanni 11,26). Riceveremo anche noi, insieme, questa domanda, la stessa per tutti e posta dall’unico Signore, e saremo chiamati insieme a riflettere sulla nostra fede, sulla nostra testimonianza e sul nostro servizio, e a rispondere, ognuno e tutti. Disponiamoci dunque a condividere la gratitudine per la vocazione che abbiamo ricevuto e a rispondere alla domanda di Gesù a Marta, chiedendo allo Spirito di allargare i nostri cuori, di aprire le nostre menti, di orientare i nostri passi e di farci vivere la realtà della fraternità che supera le nostre storie particolari. Che il nostro incontrarci provenendo da strade diverse possa anche essere una testimonianza in tempi sempre più conflittuali.