Una preghiera sulla tomba di padre Arturo d'Onofrio ha coronato, ieri 3 gennaio 2024, la Celebrazione eucaristica presso il Santuario di Maria SS. Consolatrice del Carpinello a Visciano per gli ottanta anni della Piccola Opera della Redenzione e i settantacinque delle Piccole Apostole della Redenzione, fondate dal sacerdote viscianese.
Piccola Opera della Redenzione: ottant'anni fa la fondazione a Visciano
A presiedere la concelebrazione eucaristica è stato il vescovo di Nola, Francesco Marino che ha concluso la sua omelia invitando all'incessante preghiera per padre Arturo, la cui causa di beatificazione è ancora in corso: «È bello ritrovarsi qui come realtà diocesana per rendere grazie al Signore per quanto egli ha ispirato e donato a noi attraverso il ministero del servo di Dio, padre Arturo D'Onofrio, e la dedizione di suor Anna Vitiello. Mi sembra di sentire ancora qui, dove sono stato da seminarista e sacerdote, la voce entusiasta e profondamente ispirata, plasmata dalla santità, di padre Arturo. Rendiamo grazie al Signore per il suo carisma che ancora continua dopo ottant'anni, attraverso la Piccola opera della Redenzione e gli istituti religiosi, le Piccole Apostole e i Missionari. Oggi la liturgia, seppure come memoria facoltativa, celebra la memoria del Santissimo nome di Gesù: mi sembra significativo che ci affidiamo tutti, nel nome di Gesù, alla misericordia di Dio. Il suo nome è da invocare per la salvezza del genere umano», ha detto monsignor Marino, all'inizio della Santa Messa.
Padre Heliberto Morales Rios, superiore generale della Piccola Opera della Redenzione ha ringraziato il vescovo per la presenza, in un'occasione di immensa gioia per la comunità missionaria nata a Visciano e diffusa in tutto il mondo: «Ci aiuti a pregare oggi per essere aperti, come padre Arturo, alla voce di Dio per realizzare non il nostro ma il suo progetto, nel nome di Gesù».
Il vescovo Marino: «Siete eredi di un carisma apostolicamente significante»
«Ancora una volta, la liturgia, fa risuonare la parola di Dio che ci annuncia che siamo figli di Dio. Questo è il grande dono del Natale: un dono che è già, un dono già fatto, ma è anche un non ancora, una speranza, che dovrà compiersi - ha detto il vescovo durante l'omelia - Una speranza che non è aleatoria ma già certezza, promessa che si realizzerà. Siamo già figli di Dio e questa figliolanza sarà piena con la venuta del Figlio di Dio: un'attesa da vivere con fede e devozione.
L'anniversario della fondazione della Piccola Opera della Redenzione ci ricorda appunto questo. Voi, suore e missionari, portate un nome che fa riferimento a Gesù che con la sua incarnazione, morte e risurrezione ci ha redenti, ci ha cioè liberato dal male donandoci la figliolanza, la salvezza della vita eterna. E questo dono, con il vostro zelo missionario, vi impegnate a portarlo a tutti, partendo dai più poveri, così come desiderava padre Arturo. Siete eredi di questo bel carisma, apostolicamente significativo».