Nello storico borgo di San Martino di Scisciano, una piccola comunità in provincia di Napoli, si festeggiano il Santo Martino e la festa del vino in modo unico e caratteristico.
San Martino, festa del vino: tra tradizioni e solennità
«A San Martino ogni mosto diventa vino». Questa è una frase che sempre ripetevano gli anziani, e ancora si ripete. La tradizione popolare si è sempre unita a quella religiosa e socio-culturale nel piccolo borgo di San Martino. L’11 novembre nella piccola frazione di Scisciano il tempo sembra fermarsi e lasciare spazio alla solennità e alle tradizioni, un tempo più sentite e vissute; oggi a uno sviluppo demografico non corrisponde una consapevolezza comunitaria e questo ha reso negli ultimi anni la festa di San Martino più «dormiente». Anche la famosa «estate di San Martino» ha lasciato spazio a temperature più fredde.
A San Martino il prodotto del vino tipico resiste
Nonostante le difficoltà di una comunità sempre più anziana, una piccola fiamma riscalda i cuori e alimenta la fede di chi ancora partecipa alla festa di San Martino con devozione ed attaccamento. Una piccola comunità nella comunità: è sempre stata così la realtà del borgo. La solennità di San Martino è sempre stata occasione di aggregazione sociale e religiosa. La memoria storica che portano in dono gli anziani è un tesoro troppo prezioso per essere dimenticato e abbandonato. Ecco che l’appuntamento religioso e il momento sociogastronomico della sagra della P’zzett e vin cuott - dolce tipico della realtà contadina, insignito del titolo «prodotto tipico» dalla Regione Campania - diventano punti di incontro fondamentali per far vivere un luogo storico come la borgata di San Martino. La responsabilità delle nuove generazioni rappresenta una sfida nel continuare a tramandare e a vivere con passione e fede ciò che ha rappresentato e rappresenta ancora oggi l’11 novembre per la comunità di San Martino.
Le scelte del parroco e dei fedeli nel nome del santo martire Martino rappresentano una testimonianza di fede e di vita sempre più complicata ma necessaria in un momento storico e religioso da cui i giovani sembrano scappare. «Educare» all’esperienza della santità, come vissuta da Martino, potrebbe essere la strada da intraprendere per avvicinarsi ai giovani, quelli detti «lontani», con credibilità.