Il campanile della chiesa di San Paolo Eremita e SS Epifania domina lo skyline di San Paolo Bel Sito. Lo vedi anche a distanza ed ha un fascino magnetico. Ed è proprio qui che ci siamo recati prima della paura estiva.
Una volta giunti sul sagrato troviamo ad attenderci il parroco don Fernando Russo che ci invita a entrare e ci spiega le origini di questo splendido edificio sacro alle porte di Nola: «Si chiama così perché ingloba le due comunità di San Paolo e di SS. Epifania. Questa chiesa è stata edificata alla fine del XVI secolo dal momento che i due edifici cittadini dediti al culto erano in rovina. É una comunità che ha radici cultuali molto forti che si esprimono nella festa della Vergine Addolorata la prima domenica di agosto, un rito molto sentito e richiama ogni anno tutti i sampaolesi sparsi nel mondo, persino quelli che vivono in America o in Australia. É un cordone ombelicale che non si recide mai: perché anche chi non può partecipare non fa mancare la sua offerta. In questi anni come comunità abbiamo compiuto molti passi in avanti sul campo dell’evangelizzazione con l’Azione Cattolica e con tutte le altre realtà parrocchiali impregnate nella pastorale».
Da una porta laterale si raggiunge la confraternita ed è qui che incontriamo alcuni membri dell’Azione Cattolica parrocchiale. Anna è la presidente e ci dice che da poco hanno ripreso gli incontri in presenza e «devo ammettere che il rientro è stato davvero molto emozionante». Per Nello del gruppo giovani «è stato doppiamente emozionante ritrovarci dal vivo. E la parola che vorrei suggerire per il prossimo anno è 'invito' e lo estendo a tutti i miei coetanei che vogliono intraprendere questo percorso spirituale e di comunione con l’azione cattolica». Poi c’è Michele, il più piccolo. Frequenta il gruppo dei 12-14 e ci ricorda quanto sia stato «difficile per noi bambini fare incontri a distanza. I temi di quest’anno sono stati i pregiudizi e i talenti con i quali abbiamo scoperto quali sono i lati positivi dei nostri compagni e questo ci ha permesso di diventare sempre più uniti». Marianna invece fa parte del gruppo dei giovanissimi e guarda al futuro «dopo tanta distanza, spero di poter iniziare il nuovo anno associativo all’insegna della libertà della parola e dei gesti». L’ultimo intervento è di Antonio, il più grande per età, membro del gruppo adulti di Ac: «Dopo quest’anno fatto di così tante prove, la parola che vorrei suggerire per il presente e per il futuro è fiducia, sia in me stesso, sia nelle persone che continueranno ad accompagnarmi in questo percorso».
Intanto, manca poco all’inizio della messa serale e la chiesa comincia a riempirsi. Durante l’omelia don Fernando Russo si sofferma su questi punti: « discepoli sono tornati dalla missione, hanno predicato secondo le direttive di Gesù, raccontano dei miracoli, sono felici e carichi ma Gesù dice loro di andare in disparte e riposare. E quindi vanno dall'altro lato del lago. Ma la folla li raggiunge...Gesù tace ma alla vista di tante persone ne ha 'compassione', un sentimento per descrivere il quale l'evangelista Marco arriva a creare un nuovo termine. La reazione di Gesù sta infatti ad indicare qualcosa di nuovo: fino a quel momento, nessuno aveva tenuto in considerazione quelle persone come Gesù, e Gesù capisce che quella folla è senza punto di riferimento. Gesù ha misericordia, Marco descrive l'avere misericordia di Dio. È questo il cuore del vangelo di oggi, è questo l'invito che la Parola fa ad ognuno di noi: l'invito ad avere misericordia dell'umano che viviamo e incontriamo, come Gesù ebbe misericordia della folla, come Gesù ha avuto misericordia di noi, morendo per noi».
Al termine della funzione salutiamo don Fernando Russo e i ragazzi e ci incamminiamo verso casa. Il nostro tour nella diocesi si ferma per la pausa estiva. Ma torneremo a settembre con tantissime novità.