Sale della terra, ovunque, attraverso i laici

L’ufficio catechistico diocesano si prepara e disegnare il prossimo accompagnamento dei catechisti alla luce dell'ultimo motu proprio del Papa. Una riflessione del direttore don Filippo Centrella sul documento.


Con il Motu proprio Antiquum ministerium, papa Francesco istituisce il ministero laicale del catechista, una figura significativa fin dalle origini della Chiesa nascente, che vede oggi ulteriormente valorizzato il proprio servizio a favore dell’opera di evangelizzazione e di trasmissione della fede. Continua, dunque, il processo di rinnovamento della catechesi che già lo scorso anno, con la pubblicazione del Direttorio per la catechesi, aveva marcato un passo importante.

Le due ultime lettere apostoliche (Antiquum ministerium e Spiritus Domini) si collocano nel solco di una riforma dei ministeri istituiti a vantaggio di un evidente e quanto mai necessario riconoscimento del contributo dei laici che, in forza del proprio battesimo, offrono un valido aiuto all’edificazione del Regno. In questo modo, papa Francesco aggiunge un ulteriore tassello alla realizzazione di quanto auspicato dai documenti conciliari (cfr. n. 6) che vedevano nel contributo del laicato una fondamentale possibilità per «rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze in cui essa non può diventare sale della terra se non per mezzo loro» (Lumen gentium, 33).

Il carisma dell’annuncio, proprio del battezzato, viene pubblicamente riconosciuto in taluni dalla Chiesa e, divenendo in tal modo un ministero, è posto a servizio dell’intera comunità ecclesiale: «Riconoscere un ministero laicale come quello di Catechista imprime un’accentuazione maggiore all’impegno missionario tipico di ciascun battezzato che si deve svolgere comunque in forma pienamente secolare, senza cadere in alcuna espressione di clericalizzazione» (n. 7). Scongiurando il rischio sempre insidioso di un’eccessiva centralizzazione del ministero ordinato, il Papa promuove la partecipazione di uomini e donne chiamati ad esprimere sempre meglio la propria vocazione battesimale che vede, nella forma dell’annuncio, una rilevante manifestazione.

Saranno le Conferenze Episcopali a stabilire «l’iter formativo necessario e i criteri normativi per potervi accedere, trovando le forme più coerenti per il servizio che costoro [i catechisti] saranno chiamati a svolgere» (n. 9). In attesa di conoscere le scelte che i vescovi vorranno approvare, i prossimi saranno, per il Ufficio catechistico diocesano, mesi di intenso lavoro, un laboratorio ove poter discernere, insieme al nostro vescovo come continuare ad accompagnare i tanti catechisti e catechiste della nostra diocesi che, con totale disponibilità e spirito di abnegazione, tanto stanno offrendo a quanti, bambini, ragazzi, adulti e famiglie, restano desiderosi di coltivare la relazione con Gesù e la comunità, nonostante le difficoltà vigenti.

 




Questo sito web utilizza i cookie
Questo sito o gli strumenti di terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner acconsenti all'uso dei cookie.
design komunica.it | cms korallo.it.