Lo Spirito cura la nostra incapacità d'amare

Continua il viaggio della redazione di inDialogo nelle parrocchie diocesane. Il racconto della domenica trascorsa con la comunità di San Francesco d'Assisi a Pomigliano d'Arco

Per raggiungerla si supera un porticato, nel cuore antico di Pomigliano D’Arco. Poi si svolta l’angolo e compare la chiesa di San Francesco d’Assisi. Siamo in largo anticipo e la messa delle 8:30 si è appena conclusa.

Entriamo e restiamo per un attimo con il naso all'insù per guardare le vetrate istoriate. Poi ci dirigiamo in sagrestia e troviamo ad accoglierci nel suo studio il parroco don Pasquale Giannino che ci racconta qualcosa sulla storia di questo luogo sacro: «In precedenza qui c’era una chiesina che era stata consacrata nel ‘36 da monsignor Michele Camerlengo come luogo di culto e che risaliva al periodo seicentesco. L’attuale edificio però è stato edificato solo negli anni ‘60 ad opera di don Giovanni Terracciano, il primo parroco. Nonostante le successive stratificazioni, è ancora possibile vedere oggi alcune parti della vecchia chiesa del ‘600 che era sempre dedicata san Francesco d’Assisi, a testimonianza della presenza storica di questo culto in questa area della Diocesi».

Il parroco poi ricorda come la stessa parrocchia sia un punto di riferimento e uno specchio della società cittadina. «Pomigliano d’Arco cresce attorno alla grande fabbrica cittadina che ha chiamato qui tante famiglie provenienti dagli angoli della provincia di Napoli. Inizialmente per lavoro, successivamente si sono stabiliti in maniera permanente qui. Oggi, la nostra comunità parrocchiale è a tutti gli effetti uno specchio del contesto sociale di Pomigliano d’Arco». Dopo la breve intervista, don Pasquale ci congeda con un sorriso: manca poco alla messa ed è ora di prepararsi.

Don Pasquale è rock. La sua predica in dialetto accende l’attenzione dell’uditorio.

Non cala dall’alto i concetti, ma dialoga in forma pop e musicale con l’assemblea. É un procedimento maieutico che sprona chi ascolta a ragionare e immergersi nella profondità del proprio animo. Tra digressioni etiche, geometriche e filosofiche, il cuore del messaggio arriva dritto al cuore e alla testa: «Lo Spirito Santo deve difenderci dalla nostra parte negativa. Quando iniziamo a vedere e a fare solo il male, quando ci facciamo prendere dall'incapacità di amare, lo Spirito ci viene in soccorso. Gesù lo chiama anche Spirito di verità, cioè rivelatore della nostra autentica identità: l'essere cristiani e quindi chiamati a vivere il Vangelo».


Al termine della messa, mentre procedono le operazioni con di sanificazione con minuzia certosina,

incontriamo Antonio, Miriam, Chiara e Carmine, accompagnati da Susy Nappo, la presidente dell’Azione Cattolica. Non è una conversazione banale, anzi.

Ci propongono alcune parole chiave per riflettere sul presente e sul futuro e sulle attività che hanno svolto con la Caritas e la stessa Azione Cattolica. Antonio ha il talento dell’attore avvezzo al palco e sottolinea la parola “sguardo”, «quello delle persone che abbiamo incrociato mentre distribuivamo i pacchi. Era uno sguardo che parlava e raccontava la loro storia. Ma era anche lo sguardo di Cristo che infonde speranza». Miriam suggerisce, invece, "consapevolezza", «perché mi sono resa conto di quanto sono fortunata rispetto alle altre persone e per il futuro questa parola diventerà aiuto verso chi non lo è». Chiara si sofferma sul concetto di "scoperta”, «perché in passato abbiamo scoperto cosa vuol dire condividere come comunità un percorso di fede e il nostro augurio per ciò che sarà è presenza, non solo fisica ma spirituale per continuare assieme quello che abbiamo iniziato». Chiude Carmine che ha scelto la parola “ricerca” per ricordare il suo desiderio «di trovare amici con cui condividere un percorso spirituale di cui la Chiesa è parte integrante».

Ce ne rendiamo conto all’improvviso: è già ora di pranzo. Un’intera mattinata alla Parrocchia San Francesco d’Assisi è volata via quasi in un battito di ciglia. Il racconto di questa domenica finisce qui, ma la prossima tappa di questo giro nella Diocesi di Nola è molto vicina. Dove saremo? Chissà. Un po’ di pazienza e lo scoprirete.


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