È solo un bambino, quando nella sua scuola si presenta un gruppo di missionari che raccontano le loro avventure in terre lontane ed esotiche, del Vangelo portato a popoli di altri mondi e lingue. La sua fantasia di fanciullo resta colpita: torna a casa e dice al papà che da grande vuole fare il
missionario! Il padre lo invita a crescere sereno: una volta maggiorenne, avrebbe deciso cosa fare. Quel bambino, diventato adulto, non farà il missionario, ma come quei religiosi che una volta avevano visitato la sua scuola,vivrà la propria esistenza all’insegna del servizio.
Il protagonista dell’episodio è Modestino Pulcrano, storica figura laicale della Chiesa di Nola da tutti conosciuta e apprezzata. Nato l’11 gennaio del 1943, Modestino inizia fin da piccolo a frequentare la parrocchia e l’Azione Cattolica (allora Giac, Gioventù di Azione Cattolica), della quale sarà socio tutta la vita. Cresce e si forma presso la comunità di san Felice in Pincis, nel cuore di Pomigliano d’Arco, alla scuola di monsignor Giuseppe Campanale, carismatica figura sacerdotale di quegli anni, rimasto nella storia della città per lo spessore spirituale e culturale del suo apostolato.
Già a 14 anni inizia a ricoprire i primi incarichi da educatore di Ac mentre comincia a frequentare il liceo classico ‘Carducci’ di Nola. Terminati gli studi superiori, si iscrive alla facoltà di Medicina, ma la vita di lì a poco l’avrebbe sorpreso. A cinque esami dalla laurea, infatti, il vescovo gli chiede la disponibilità a insegnare religione cattolica a scuola: si tratta di poche ore che i sacerdoti non riescono a coprire. Modestino accetta più per ubbidienza che per convinzione, convinto si tratti di una parentesi. Ma accade qualcosa di inaspettato: a poco a poco, l’insegnamento lo appassiona sempre di più, le ore a scuola aumentano, e lui è contento di poter stare di più in classe.
Ormai gli è chiaro, la sua vocazione è un’altra: deve fare l’insegnante, non il medico. Non terminerà mai gli studi di Medicina (anche se in tarda età si laureerà in Scienze inferimeristiche) dedicandosi anima e corpo all’insegnamento della religione, all’apostolato tra i ragazzi, all’impegno nei gangli dell’istituzione scolastica. A scuola incontra anche Giuseppina, pure lei docente, che diventerà sua moglie: dal matrimonio nascono Amedeo, Salvatore, Margherita e Carla. La scuola non diminuisce il suo lavoro per l’Ac: è presidente parrocchiale, storico segretario diocesano, membro del consiglio diocesano, socio del Mieac (Movimento d’impegno educativo di Azione cattolica), e punto di riferimento per tanti, grazie alla grande energia profusa nell’impegno educativo e nella diffusione della stampa associativa, il tutto sempre radicato in una vita sacramentale mai messa in secondo piano rispetto all’azione.
Del professor Pulcrano tutti conoscono anche il carattere gioviale e la pronta ironia: in tanti nel corso degli anni sperimentano la sua capacità di allegro intrattenitore, che non è mai però leggerezza o superficialità. Coloro che incontrano Modestino hanno a che fare con un uomo riflessivo e contrario ad ogni pressapochismo: legge e scrive tantissimo, gli preme molto conservare, archiviare, appuntare, approfondire. Non trascura neanche di curare i rapporti coi preti: non pochi possono testimoniare la gratuita amicizia che sa offrire. Modestino se n’è andato il 18 novembre scorso. Per la famiglia, per la scuola, per la Chiesa di Nola e l’Azione cattolica è stato un dono che ha lasciato un segno, no, che adesso è testimonianza per tutti.