di Vincenzo Fabbricatore
Emanuele Squillace nasce a Napoli il 25 Febbraio del 2005. Assecondato dai genitori, inizia l'apprendimento della chitarra classica nel 2012, all'età di 7 anni. Oggi ha all’attivo partecipazioni a numerosi festival e concorsi nazionali e internazionali, con ben 15 vittorie – da citare il 25° Concorso Chitarristico Giulio Rospigliosi (1°premio cat.B) e il 25° Concorso Internazionale "Giovani Chitarristi" Città di Mottola (1°premio assoluto cat.A,B,C). Ha inoltre sempre partecipato a masterclass e corsi di alto perfezionamento chitarristico e tante sono anche le esibizioni in pubblico soprattutto nella sua città, Nola: da ricordare, quella presso il Salone dei Medaglioni presso la Curia di Nola, alle presenza del vescovo di Nola, Francesco Marino.
Su un bel terrazzo con vista sul Vesuvio, si è svolta questa, che è la sua prima intervista. Dopo una mai futile chiacchierata sul più e il meno l’invito a cominciare. E al suo «sono nato pronto», ecco spuntare il taccuino e registratore.
Come nasce la tua passione per la chitarra?
Molte volte mi è capitato di stare in compagnia di mio zio, lui suonava la chitarra e cantavamo insieme. Quello strumento mi attirava. Non posso dimenticare quel giorno che, tornando da scuola, decisi di chiedere a mio padre di cominciare a suonare la chitarra. Proprio in quell'istante vedemmo un’insegna con scritto ‘Scuola di musica’. Così decisi di iscrivermi. È lì che ho passato la maggior parte della mia ‘infanzia musicale’. Durante le Scuole medie poi, grazie ad un professore, ho anche provato l'esperienza di esibirmi davanti a un pubblico vero.
Incredibile come quell'istante abbia funto da spartiacque. Hai mai avuto momenti di difficoltà o pensato di smettere?
I momenti di difficoltà ci sono sempre, alla mia età non è facile conciliare la scuola e lo studio della chitarra, che diventa man mano più difficile. Nonostante ciò, io penso che la parola ‘difficile’ non debba esistere nel nostro vocabolario. Per quanto una cosa possa essere ardua, nulla risulta impossibile. Riguardo lo smettere... non ci ho mai pensato, anche perché ciò che faccio lo porto avanti per amore.
In che modo la famiglia e il contesto sociale hanno influenzato le tue scelte?
Ovviamente l'appoggio della mia famiglia è stato fondamentale. Grazie a questo supporto sono riuscito a non darmi mai per vinto e migliorare sempre. Ho partecipato a tanti concorsi e altrettante masterclass in tutta Italia, perciò abbiamo dovuto fare dei viaggi di centinaia di chilometri. Per quanto riguarda il contesto sociale, penso che soprattutto la scuola, dove ho incontrato persone validissime, abbia giocato un ruolo fondamentale per la mia crescita.
Programmi per il futuro?
A breve dovrò affrontare l'esame per l'ammissione al Conservatorio, e se tutto andrà bene, sarà un percorso molto arduo perché dovrà essere in contemporanea con la frequenza del Liceo Musicale. Non so chi sarà il mio Maestro… ma un sogno nel cassetto ce l'ho. In seguito ho intenzione di partecipare a nuovi concorsi, masterclass e corsi di alto perfezionamento. Infine, dopo aver concluso gli studi, mi piacerebbe avere un'esperienza di studio all'estero, anche se è un sogno difficile, ma come ho detto prima: difficile non è impossibile. Bisogna crederci. Ma in realtà quello che verrà dopo non lo so ancora, perché da qui a 5 anni non si sa la musica dove ti porta.