«Senza la famiglia, non si può comprendere la Chiesa». La centralità degli sposi nella vita ecclesiale è stato il punto di partenza dell’intervento di don Renzo Bonetti all’incontro La missione degli sposi. Via per una nuova evangelizzazione, tenutosi nella parrocchia Santa Maria delle Vergini in Scafati, lo scorso 4 febbraio. Don Renzo ha integrato pensiero teologico ed aspetto pastorale, attraverso il commento di alcuni Documenti magisteriali ed il racconto dell’esperienza con le famiglie, frutto di un lungo percorso. Don Renzo è stato Direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Famiglia della Cei e Consultore del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Oggi, è impegnato nel progetto Mistero Grande che si interessa della formazione cristiana degli sposi.
Don Renzo, il tema scelto unisce due realtà complesse. Come è possibile coniugare, oggi, sposi e nuova evangelizzazione?
L’evangelizzazione è scritta nel Dna degli sposi. La relazione sponsale è la via che Dio ha scelto per comunicarsi all’umanità. La loro unione rivela il volto di Dio. Nella misura in cui recuperiamo questa identità sacramentale degli sposi, recupereremo la loro centralità nella vita della Chiesa. Ci preoccupiamo tanto di costruire una pastorale della famiglia, quando invece dovremmo pensare ad una pastorale con la famiglia. Spesso, poi, uniformiamo la missione degli sposi a quella di ogni altro laico, dimenticando che l’originalità della loro missione evangelizzatrice sta nel fatto che essa nasce da un sacramento specifico, il sacramento del matrimonio. Bisogna avere il coraggio di percorrere fino in fondo questa intuizione, affinché vivano secondo la loro vocazione l’annuncio cristiano, nel nostro contesto culturale.
Attraverso quali forme e linguaggi?
Ritorno all’annuncio non significa tornare a parlare di Dio. Questo fa parte di una mentalità razionalistica, per cui comunico Dio mediante delle idee. Ma Dio non si può conoscere ad una conferenza. Dio è vita e si sperimenta attraverso la vita. Il linguaggio fondamentale è quello dell’amore vissuto. È l’unica via per l’annuncio del Vangelo. Gli sposi attraverso il loro amore, hanno il compito di far sperimentare e rendere visibile agli altri l’amore di Dio. La loro unione non è per sé stessi, è «amore da esportazione». Si avverte il bisogno di ripensare la formazione cristiana degli sposi. Progetto Mistero Grande cerca di intercettare quest’esigenza.
In che modo?
I percorsi devono avere come primo scopo la formazione della coscienza sacramentale degli sposi. Il matrimonio cristiano non è una semplice benedizione. Mistero Grande nasce dal desiderio di offrire a fidanzati e sposi strumenti e percorsi, in modo da aiutarli a diventare consapevoli del dono del sacramento delle nozze. Anche per questo non ci siamo costituiti come associazione o movimento: devono vivere la loro missione nel proprio territorio.
Nella formazione dei sacerdoti, su quale aspetto bisogna porre attenzione per preparare ad accompagnare le coppie di sposi?
Le due realtà sacramentali sono in relazione e vanno vissute in comunione. La formazione dei futuri sposi dipende dalla formazione del sacerdote. Il prete deve essere consapevole della specificità della missione sponsale, solo così sarà in grado di comunicarla alle coppie che incontra. Il pericolo, infatti, è che coinvolga gli sposi nella sua missione. Ma gli sposi non sono gli aiutanti del prete, né la loro missione si riduce all’attività parrocchiale. Non si può pensare di preparare a ricevere il sacramento delle nozze, senza conoscere il significato del servizio degli sposi nella Chiesa e nella società.
