Il pensiero filosofico di Kant desta sempre sorprese.
È quanto emerge dalla conversazione conIlaria Ferrara, laureata in filosofia alla Federico II di Napoli e dottoranda al Consorzio Fino (Filosofia del Nord Ovest). Trentaduenne, originaria di Scafati, Ferrara in primavera discuterà la sua tesi di dottorato «mirante a rivalutare – spiega – la teoria kantiana dell’azione morale, alla luce del tema del piacere e del desiderio. Analizzando i testi della Critica del Giudizio e della Critica della Ragion Pratica, ho focalizzato il mio studio sulla facoltà del desiderio stranamente associata all’agire morale».
Un aspetto poco studiato in Italia – evidenzia la Ferrara – in quanto ci si è concentrati sullo studio dell’agire pratico, posto in essere dalla determinazione della legge morale, a discapito della dimensione sentimentale e affettiva dell’umano. La facoltà del desiderio sembra invece importante, per Kant, nel campo dell’agire estetico: «In quest’ultimo – spiega ancora la Ferrara – non vi sarebbe la determinazione della pura legge di ragione. In questo campo e per certi oggetti è la facoltà del desiderio che diventa decisiva nella scelta di comportamenti etici diversi e dinamici».
Dunque sembra che esistano, nel pensiero kantiano, dei campi in cui l’uomo agisce senza seguire la legge morale,
«sembra – continua – si possa evidenziare l’esistenza di un campo d’azione, per l’agire umano, molto più flessibile». Lo studio della Ferrara mira a far «notare quanto i rapporti tra l’etica e l’estetica kantiana diano spazio all’uomo nella sua totalità, alla sua umanità. L’uomo, alla luce della facoltà del piacere e del desiderio, non segue strettamente gli imperativi categorici, ma il suo agire può seguire anche dei principi più flessibili, stimolati dal sentire e dal sentimento».
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Questo è il contributo su Università e Ricerca pubblicato da Niccolò Maria Ricci sul numero di gennaio di inDialogo.
Da febbraio, Niccolò seguirà l'iniziativa La Festa della Ricerca a cura dell'Associazione Respiriamo l'arte e di Gianpasquale Greco.
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