Che ci sarebbe stata una seconda ondata di contagi si sapeva, era stato previsto. La Chiesa, anche quella di Nola, ha provato a non farsi trovare impreparata all'assalto autunnale del coronavirus e a provare, con creatività, come ha chiesto il vescovo nella sua ultima lettera rivolta ai presbiteri diocesani. I parroci, in particolare, si sono attivati perché l'anno pastorale potesse iniziare con serenità, nel rispetto delle norme anticontagio e anche se a distanza. Come ci racconta, in questa breve intervista, don Paolino Franzese, ala guida della comunità parrocchiale Immacolata Concezione di Saviano
Don Paolino, come è iniziato quest’anno pastorale per la comunità parrocchiale?
Come comunità parrocchiale abbiamo iniziato questo nuovo anno pastorale facendo nostre le parole che il Santo Padre Francesco ha rivolto a tutta la Chiesa la notte di Pasqua: “Stanotte conquistiamo un diritto fondamentale, che non ci sarà tolto: il diritto alla Speranza. È una speranza nuova, viva, che viene da Dio [...]. Non è una pacca sulle spalle o un incoraggiamento di circostanza [...]. È un dono del Cielo, che non potevamo procurarci da soli.” Siamo partiti sentendoci guidati e illuminati dallo Spirito che ci ha ricondotto fortemente all’essenziale e a intraprendere una ripartenza non da dove eravamo rimasti, perché questo periodo non è stato una “parentesi”, ma piuttosto un tempo in cui siamo stati scossi dal torpore delle nostre abitudini e delle nostre chiusure, a diventare sempre di più una Chiesa in uscita e aperta, che accoglie ogni uomo ferito da questo nostro tempo, prendendoci cura di tutti e di ciascuno con quello che abbiamo a disposizione, perché nel cuore tutti, portiamo bende a sufficienza per medicare tutte le ferite del mondo.
Come hai reagito, e con te la comunità, a questa seconda ondata?
Come comunità ci stiamo chiedendo che cosa vuole dirci il Signore in questo nostro tempo, con la consapevolezza che la pandemia non viene da Dio, ma che Lui ci parla in questa situazione, a noi la capacità di interpretare “i segni dei tempi”, e a celebrare un vero e proprio esodo, lasciando ciò che non dice più nulla e accogliendo le novità alle quali lo Spirito ci apre, ripensando ad una nuova evangelizzazione di ragazzi, giovani e adulti. Vogliamo inoltre, a tutti i costi, abbandonare quello sguardo pessimista e distruttivo che ci vuol convincere dell’inutilità di buttarci, di incontrare gli altri, di ascoltare, di dialogare, di annunciare il Vangelo nelle situazioni di vita più diverse e apparentemente più lontane.
Il vescovo Marino, nella sua recente lettera indirizzata ai presbiteri, invita a non lasciarsi fermare dalla paura e a dar fondo alla creatività. Come pensate di rispondere a quest’invito?
Il nostro Vescovo Francesco nella lettera ci ha scritto: “Vi sollecito a trovare forme e presenze nuove, adeguate alla condizione della vostra comunità, che partano da un presupposto fondamentale: prudenza non significa immobilismo”. Accogliendo l’invito del nostro Vescovo, come comunità abbiamo fatto la scelta per questo tempo, di dedicare innanzitutto più tempo all’ascolto, cercando di curare le relazioni personali, è vero che abbiamo bisogno di volti, di presenze, di contatto, ma anche la vicinanza espressa attraverso una telefonata o un messaggio in questo tempo è molto preziosa per sentirci ancora e nonostante tutto, comunità! Abbiamo inoltre, già da tempo, attivato una rete di solidarietà per aiutare le famiglie più povere, perché nessuno si senta solo in questa tempesta. Per quanto riguarda la fascia dei ragazzi 6-12 anni abbiamo pensato di produrre un opuscolo che abbiamo già consegnato a cento famiglie della Parrocchia e che dal 22 Novembre fino al 14 Febbraio 2021, aiuterà i ragazzi a vivere in famiglia e con tutta la famiglia, una volta a settimana e preferibilmente la Domenica, un momento per celebrare la Fede in casa! Abbiamo voluto proporre alle famiglie di ritrovarsi insieme, a casa, la Domenica per leggere il brano del Vangelo del giorno, un breve commento alla Parola e un attività catechistica, per consentire ai ragazzi di proseguire nel loro cammino formativo, avendo però accanto come catechisti, mamma e papà. Ogni famiglia provvederà alla fine di ogni incontro a scrivere il Diario di Bordo, una sorte di racconto di come hanno vissuto l’incontro, questo ci servirà quando poi a Febbraio ci ritroveremo insieme in piccoli gruppi, a condividere il cammino fatto a casa. Per quanto riguarda i ragazzi dai 12/14 anni, i giovanissimi, i giovani e gli adulti, dopo aver iniziato l’anno associativo in presenza, dal 9 Novembre gli incontri settimanali procedono online, dove sir espira un clima più distensivo, a differenza dell’incontro in presenza, incredibile, ma vero!
Che sfida è quella che la pandemia lancia alla fede?
La perdita di prospettiva di futuro, la fatica di capire come usciremo da questa crisi, la paralisi che prende molte persone davanti all’apparente inutilità di ogni azione, ci fa correre il rischio di sprofondare nello sconforto. Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium ci esorta a vivere la gioia tra le piccole cose della vita quotidiana, credo che allora, una sfida che ci lancia questa pandemia è proprio quella di non lasciarci prendere dalla tentazione di vivere un cristianesimo triste! Dobbiamo ora più che mai, testimoniare la gioia di credere, quella gioia vera che nasce dall’aver attraversato nella vita tante tempeste e dalla certezza che il Signore non ci ha mai lasciati soli. Dobbiamo inoltre avere il coraggio di curare i germogli di novità che questo tempo ha seminato nei solchi della nostra vita, attraverso un rinnovamento personale e comunitario.