Ricorre oggi la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, la 105ma.
Nel suo messaggio, intitolato Non si tratta solo di migranti, papa Francesco ci ricorda che «la presenza dei migranti e dei rifugiati – come, in generale, delle persone vulnerabili – rappresenta oggi un invito a recuperare alcune dimensioni essenziali della nostra esistenza cristiana e della nostra umanità». Parole che risuonano forti oggi, non solo per la ricorrenza, ma soprattutto perchè, ultima domenica di settembre, ci spingono a ripensare alle priorità per il prossimo anno.
Agosto, ormai lontano, è il mese delle vacanze per eccellenza, in cui la maggior parte di noi aspira all’atteso e meritato riposo. In genere già nel periodo invernale si programmano le ferie, si scelgono e prenotano i luoghi di vacanza. Questa giornata può aiutarci a pensare che non per tutti è così. Chi trascorre questo mese in città, infatti, tocca con mano che la situazione di disagio degli anziani, degli ammalati, dei disoccupati, dei poveri, dei carcerati, anche a domicilio, peggiora ancora di più proprio ad agosto, echeggiando muta e dolorosa per le strade paurosamente silenziose, vuote.
Pesante per Anna, ad esempio, una donna di 75 anni, che, incontrata a luglio mi ha detto: «Mi sento già nervosa e impaurita al pensiero che il mese prossimo resterò sola nel palazzo».
Da qualche anno mi capita di trascorrere agosto nella mia città e provo un sentimento di profondo dolore nel vedere che tanti punti di riferimento, per alcuni, vengono a mancare. Ad agosto non trovi il tuo medico di famiglia, il fruttivendolo sotto casa, il laboratorio di analisi aperto, il panettiere…anche le parrocchie sono spesso in ferie. Se per noi tutto ciò può sembrare normale e dovuto, per altri è vissuto con angoscia. C’è chi non può dire «se ne parla a settembre», e che per non ‘morire’ confida negli ‘eroi feriali’ che continuano ad operare quando tutti sono in vacanza, come Marta, infermiera in pensione, che continua a correre ad agosto per distribuire la frutta del suo campo, sorrisi, carezze e cure.
Oggi è l’ultima domenica di settembre, e il messaggio del Papa ci ricorda che «la risposta alla sfida posta dalle migrazioni contemporanee si può riassumere in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.
Ma questi verbi non valgono solo per i migranti e i rifugiati.
Essi esprimono la missione della Chiesa verso tutti gli abitanti delle periferie esistenziali, che devono essere accolti, protetti, promossi e integrati. Attraverso di loro il Signore ci invita a riappropriarci della nostra vita cristiana nella sua interezza e a contribuire, ciascuno secondo la propria vocazione, alla costruzione di un mondo sempre più rispondente al progetto di Dio». Approfittiamo di queste parole.