Pochi giorni dopo l’assemblea è stato presentato il Rapporto Caritas italiana 2018: forte la presenza di giovani tra i poveri del Paese. È così anche per il territorio diocesano? L’incontro con la Caritas di Agrigento in occasione dell’assemblea è stato fatto proprio per imparare ad aiutare i nostri giovani in difficoltà, per aiutarli ad uscire dalla logica del lavoro «comodo» e della rassegnazione.
I governi nazionali hanno ad oggi provato seriamente a mettere in campo azioni di argine alla crescita della povertà nel Paese? La scelta di introdurre il Reddito di Inclusione (Rei) credo sia stata buona perché prevede anche un accompagnamento alla rinascita, oltre che un minimo supporto finanziario. Ma, come dice il Rapporto, è stato un intervento purtroppo limitato e che non ha avuto facile attuazione soprattutto per le carenze di servizi quali quelli che dovrebbero offrire i Centri per l’Impiego. La misura del Rei andrebbe quindi sviluppata e migliorata ma allo stesso tempo credo si debbano operare anche scelte che aiutino i Comuni a poter essere più incisivi.
Post Assemblea: quali le prossime tappe? Il nostro orizzonte è quello del tema scelto per l’assemblea. Sia l’equipe diocesana che i volontari dei servizi inizieranno i loro percorsi di formazione. E sempre per la formazione accompagneremo le parrocchie. In embrione ci sono poi vai progetti, dalla creazione di spazi di co–working per giovani ai di centri di accompagnamento perchè chi è in difficoltà possa ripartire riscoprendo i propri talenti.