Un passo oltre

Marcia francescana verso Assisi: il racconto di Annalisa Esposito, giovane di Sant'Anastasia, che ha vissuto l'esperienza dei dieci giorni di cammino verso Porziuncola.

di Annalisa Esposito

Se dovessi descrivere la mia marcia con due parole sarebbero “Oltre Annalisa”. Fino a qualche mese fa non ero a conoscenza della marcia francescana, un cammino a piedi  verso Assisi per ricevere il perdono; alcune amiche mi hanno proposto questa esperienza in un momento in cui mi sentivo lontana da Dio e all’istante si è acceso in me il desiderio di scoprire il perché di quell’invito, di quella chiamata: il mio è stato un sì a scatola chiusa!

Così il 25 luglio sono partita col mio zaino sulle spalle per il raduno a Metaponto dei marciatori della provincia Salerno-Basilicata. Lo slogan di questa XXXVII marcia francescana è stata “Un passo oltre”, oltre le mie paure, le mie difficoltà, i miei limiti. Ogni giorno eravamo svegliati dal canto dei frati e delle suore, cui seguiva la colazione e poi subito la partenza. Lungo il cammino, tra i paesaggi naturali della Basilicata, alternavamo momenti di preghiera e silenzio a momenti di canto e conoscenza fraterna. Nonostante il timore dei km che mi separavano dalla meta, nonostante la stanchezza fisica c’era sempre un fratello che, condividendo con me parte del suo cammino e della sua storia, alleggeriva la mia fatica.

Al nostro arrivo presso la città/tappa quotidiana, venivamo accolti calorosamente tra i canti e gli applausi degli abitanti del posto e di quanti ci precedevano per preparare il luogo in cui avremmo poi dormito. Era già quello un segno dell’Amore e della Provvidenza che avrei sperimentato successivamente. Ogni sera nella piazze delle città che ci ospitavano abbiamo vissuto momenti di annuncio e di festa, animati dai frati e dalle suore che ci hanno accompagnato.

Le riflessioni sulla Parola che abbiamo ascoltato mi hanno permesso di scavare in me stessa creando sempre più dubbi e inquietudine. Il tutto è confluito nel momento di Adorazione Eucaristica in cui mi sono sentita letta dentro e ho sperimentato quell’Amore gratuito che non credevo di meritare.

La meta finale del nostro cammino è stata Assisi: siamo arrivati il  2 agosto mano nella mano, carichi di emozione, baciando la terra e procedendo verso la Porziuncola con le lacrime che bagnavano i nostri sorrisi. Qui abbiamo sperimentato la misericordia di Dio attraverso il perdono. All’uscita della basilica mi sono sentita leggera, liberata dal peso che sentivo e finalmente con la certezza di essere figlia amata. Adesso affronto il mio cammino quotidiano consapevole di essere accompagnata e con la voglia di essere, come direbbe un frate, “kamikaze imbottita di amore” pronta ad esplodere nelle situazioni di buio.





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