E' nato da poco, ma vanta già un bel prestigio per la sua collezione: visitare il museo del Palazzo vescovile è infatti toccare con mano la portata della storia diocesana.
Il percorso espositivo si svolge a partire dal Salone dei Medaglioni del Palazzo Vescovile: qui, dove le pareti sono decorate coi ritratti dei presuli nolani, attraverso opere di natura differente, sono rappresentate in sintesi le tante anime del museo. Si va dai materiali lapidei provenienti dall’antica cattedrale alla pala d’altare marmorea, San Girolamo penitente, di Giovanni da Nola, fino alle pergamene, ai pontificali e al Breviario nolano (opera miniata del secolo XIV) provenienti dall’Archivio storico situato nell’Episcopio, per finire con una serie di busti reliquiari in legno del ‘600. Esempi di raffinata pittura tra ‘400 e ‘500 sono esposti nella vicina ‘sala Scacco’, così chiamata per l’Annunciazione del veronese Cristoforo Scacco, una tavola con fondo d’oro proveniente dalla chiesa nolana dell’Annunziata; accanto a questo dipinto troviamo i pannelli superstiti del polittico rinascimentale della Cattedrale, opera del raffinato pittore Andrea Sabatini, e la Madonna col Bambino e i santi Giovanni Battista e Felice, da poco restaurato.
A questo punto si scende al piano inferiore negli ambienti della cattedrale: nella Cappella dell’Immacolata, tra le poche zone della cattedrale cinquecentesca sopravvisute all’incendio che nel 1861 la distrusse, si trovano preziosi paramenti serici, mentre nella sala adiacente l’arte incontra la devozione nei busti argentei dei santi patroni Felice e Paolino (secolo XVIII). Poco innanzi, gli ambienti corrispondenti alla medievale San Giovanni de’ fustiganti accolgono gli oggetti liturgici in argento (croci astili, calici e pastorali) del Tesoro della Cattedrale e una pregiatissima mitria del ‘300 decorata con smalti raffiguranti san Paolino e gli apostoli.
Conclude il percorso una sezione dedicata ai dipinti che provengono dagli altri centri diocesani, come la monumentale Inventio Crucis di Pompeo Landolfo dalla chiesa S. Croce di Baiano.
Uno dei pregi del museo diocesano è che basta percorrere pochi metri al suo esterno per ricostruire le storie e i luoghi delle opere che custodisce.
Nella imponente basilica superiore, ricostruita tra i secoli XIX e XX in stile neorinascimentale, fa bella mostra di sé un’eccellenza artistica nolana. Nell’abside troneggia una statua della Beata Vergine Assunta, a cui è intitolata la cattedrale insieme ai santi patroni Felice e Paolino, realizzata in cartapesta: l’opera, dello scultore ottocentesco Salvatore Cepparulo, inganna l’occhio e sembra fatto in marmo bianco.
La cartapesta è un’arte tutt’oggi presente a Nola: è la tecnica utilizzata per decorare gli obelischi della “Festa dei Gigli” che si tiene a giugno in onore di san Paolino. Vescovo, mecenate e poeta, questo santo vissuto nel V secolo è il fulcro della devozione nolana, e proprio in una cappella della cattedrale sono conservate le sue spoglie.ghi delle opere che custodisce. A partire dalla Cattedrale. Infatti nella Basilica Inferiore o Cripta, dedicata al protovescovo e martire Felice, è possibile ammirare le tracce di una domus ecclesiae, identificata come primo luogo di culto della città. Inoltre qui due volte l’anno, il 15 novembre, dies natalis di san Felice, e l’8 dicembre, avviene la verifica del miraco- lo della manna: da una parete posta dietro l’altare, che la tradizione vuole vicina alla sepoltura del santo, stilla un sacro liquore.
Non lontano dal duomo si trova la chiesa dell’Annunziata, nota come Collegio per via del convento femminile qui fondato nel secolo XV e governato dalle canonichesse regolari lateranensi. Nella chiesa, da cui proviene la bel- lissima opera di Cristoforo Scacco esposta nel museo, è possibile ammirare un’Annunciazione cinquecentesca, opera di Girolamo Imperato, e una serie di dipinti di Belisario Corenzio.
Il convento, oggi trasformato in una scuola, non era l’unico presente in città. C’erano e in parte ci sono ancora: Santa Chiara, complesso medievale affidato alle clarisse, Santo Spirito, retto dal terz’ordine francescano e divenuto carcere mandamentale nell’Ottocento, e Santa Maria la Nova, oggi sede del Museo Storico Archeologico di Nola. L’occasione per scoprire questo territorio ricco di testimonianze artistiche passa anche da questo museo: la sua collezione va dall’età del bronzo antico al barocco.
Dal Museo Diocesano si parte per raggiunge- re anche altri centri del territorio diocesano, due suggerimenti su tutti. L’Inventio Crucis di Pompeo Landolfo ci porta nella chiesa di Santa Croce a Baiano: da qui è possibile rag- giungere le vicine città di Avella e di Mugna- no; mentre la statua di san Giuseppe esposta nel Salone dei Medaglioni, opera del secolo XVI in legno dorato e dipinto, ci conduce al Convento francescano di Santa Maia del Pozzo a Somma Vesuviana (Na).