Gruppi di preghiera dell'Associazione della Divina Misericordia "Gesù confido in te"

Presidente: Antonio Albi (Cell. 339 4730 705)
Vice Presidente: Maria Giannetti (Cell. 338 4338 593)
Assistente ecclesiastico: don Vladimir Montante
Sede: Parrocchia: “Maria SS. ma della Misericordia” (S. Biagio) in Nola (Tel. 081 8231174)

Il carisma della Divina Misericordia

«Chi confida nella Mia Misericordia non perirà» (Gesù a S. Faustina - D. 723).

Parole concise, inequivocabili, che sintetizzano il messaggio che Gesù ci invia tramite Suor Faustina e che riguardano la nostra vita eterna. Attraverso la ferita del Santo Costato, Gesù dona al mondo le sue ultime gocce di Sangue, tanto ultime che infine ne scaturì solo Acqua.

E su questa effusione di Grazia, su questi due “sacri elementi”, che nella famosa immagine del Misericordioso si trasformano in due raggi luminosi, che nasce il Culto della Divina Misericordia. L’Acqua rappresenta il Sacramento della Riconciliazione che lava e purifica l’anima. Il Sangue quello dell’Eucaristia che santifica.

Chi confida nella Sua Misericordia, dunque, non può disperare della propria salvezza, e se con fiducia metterà in pratica le condizioni legate al Culto della Divina Misericordia, indicate da Gesù stesso, la speranza della propria salvezza si muterà in certezza: «Queste anime risplenderanno con una particolare luminosità nella vita futura. Nessuna finirà nel fuoco dell’inferno» (D. 1224).

Il Culto alla divina Misericordia si sta diffondendo velocemente in tutto il mondo, e tanti sono i santuari a essa dedicati; milioni di devoti vivono con gioia questa spiritualità e sentono forte il desiderio di diffonderla. Questi recenti messaggi di Gesù, come anche l’immagine che lo ritrae con i due raggi che s’irradiano dal suo Cuore, attraggono e stimolano a riflettere. Le anime che hanno l’idea di un Dio terribile che condanna e castiga, incoraggiate da questi accorati inviti di Gesù, recuperano la speranza in Dio che sempre ama, e tutto perdona, se pentiti si torna a Lui. Verità questa, del resto, da sempre proclamata dalla Chiesa, ma che oggi, rilanciata da Cristo stesso, assume una posizione privilegiata e prioritaria.

La maggioranza dei messaggi che l’umanità ha ricevuto dal cielo, specie in questi ultimi due secoli, sono giunti tramite la Santa Vergine; questa volta però è Cristo stesso a donarli, ed è forse questa la novità che attrae e accende una sincera resipiscenza nelle coscienze, che ravvedendosi tornano a Lui. Si rafforza, così, nei cuori, la percezione della reale presenza e dell’amorevole attenzione del Signore per la sorte di ciascuno; si avverte, insomma, qualcosa di nuovo, o meglio, un modo rinnovato di considerare lo sconfinato Cuore misericordioso di Dio.

È una nuova Pentecoste? È una nuova evangelizzazione? Di certo è che questo movimento nasce spontaneo nei cuori umani a ogni latitudine, e i frutti sono ben visibili: conversioni, riavvicinamento ai Sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia, e alla preghiera, rinnovato interesse per l’Ora Santa, pellegrinaggi sempre più numerosi ai santuari dedicati alla DM in cui le funzioni religiose sono profondamente partecipate con tanta gioia nei volti e nei cuori.

Dice Gesù a S. Faustina:

«Oggi mando te a tutta l’umanità» (D. 1588).

«Parla a tutto il mondo della mia Misericordia» (D. 1190).

«Da te mi aspetto un gran numero di anime, che glorificheranno la mia Misericordia» (D. 1489).

Dunque, la diffusione di questi messaggi è un suo preciso volere, perché a tutti dovrà essere data la possibilità di «Ricorrere a essa, prima che venga il giorno della Giustizia» (D. 848).

Certo, non è Suor Faustina la prima a parlare della Misericordia di Dio; dall’Antico al Nuovo Testamento, dal Vangelo agli Atti degli Apostoli, dai Padri della Chiesa ai Santi tutti, questa virtù è esaltata e proclamata; ella è solo l’ultima “Portavoce”, come la definì San Giovanni Paolo II: «Che Gesù manda agli uomini di fine secondo millennio e inizio del terzo».

Niente di nuovo dunque, ma solo una ripresa, una conferma, un approfondimento del Maestro che ripete la lezione ai suoi discepoli che mostrano di averla un po’ dimenticata.

Santa Faustina esalta la Misericordia di Dio, infondendo fiducia e abbandono nelle anime, che accogliendo il suo appello ritornano a Lui e non hanno più paura del suo giudizio: «Tornate al Signore, alla Chiesa, ai Sacramenti. Egli è buono, non c’è peccato che non possa perdonare! Lui vi aspetta a braccia aperte! Brama di concedere grazie di perdono, e farà grande festa per voi se tornate a Lui!». Parole che inteneriscono i cuori e spronano a un cammino di conversione e di santità.

Il Diario di Santa Faustina, che è citato in un decreto della Congregazione del Culto Divino e la disciplina dei Sacramenti, come: «Una tra le opere più importanti della letteratura mistica» (Prot. N. 1690/01/L - Vaticano, 1. 7. 2003), è un dono prezioso, un “talento” da valorizzare, un canale attraverso cui imparare ad attingere Misericordia con il “Recipiente della fiducia”.

Il Signore viene, dunque, in aiuto a questa travagliata generazione umana, che, sfiduciata, sembra non avere più amore né speranza, che cammina sull’orlo di un precipizio che non vede, perché abbagliata dalle lusinghe del progresso scientifico e tecnologico, e che è in pericolo di “autodistruzione”, termine più volte usato da S. Giovanni Paolo II nelle sue Encicliche.

Ma ringraziando il cielo, si leva all’orizzonte della pietà cristiana un nuovo segno di speranza e di salvezza: il “Culto della divina Misericordia”, definito da Benedetto XVI: «Dimensione integrante della fede e della preghiera del cristiano, e non una devozione secondaria» (Regina Cæli del 23 aprile 2006). Il Signore ascolta sempre il grido del suo popolo e dove abbonda il peccato, sovrabbonda la sua Misericordia: «Più è grande il peccatore, tanto maggiori sono i diritti che ha alla mia Misericordia» (D. 723).

LE FORME DEL CULTO DELLA DIVINA MISERICORDIA

 Per praticare correttamente il Culto è importante conoscerne, almeno a grandi linee, le parti essenziali qui sotto elencate: formule di preghiera, tempi in cui vanno fatte, essenza delle forme.

  • La venerazione dell’immagine di Gesù misericordioso con la scritta: “Gesù, confido in Te”.
  • La Festa della Divina Misericordia , la 1a domenica dopo Pasqua, preceduta dalla Novena.
  • La Coroncina alla Divina Misericordia.
  • L’Ora della Misericordia (Ore tre pomeridiane).
  • La diffusione del Culto.
  1. La venerazione dell’immagine.

Dice Gesù: «Porgo agli uomini il recipiente col quale devono venire ad attingere le grazie alla sorgente della Misericordia. Il recipiente è quest’immagine con la scritta: “Gesù, confido in Te”» (D. 327). «Desidero che sia pubblicamente venerata» (D. 414). «Già molte anime sono state attirate al mio amore da questa immagine. La mia Misericordia agisce nelle anime tramite quest’opera» (D. 1379).

Per ottemperare a questa prima forma occorre semplicemente sostare davanti all’immagine per una breve preghiera o un saluto. A tal fine sarebbe opportuno procurarsi un quadretto da sistemare in casa per poter avere più occasioni per venerarla.

  1. La Festa della Divina Misericordia (1a domenica dopo Pasqua).

É la più importante delle forme del Culto; la sua stessa istituzione nel calendario liturgico: la domenica in Albis, nonché il titolo stesso, induce a riflettere e polarizzare l’attenzione di tutti verso questo attributo che è l’essenza stessa di Dio. Ed è la più importante, soprattutto perché Gesù stesso la pone al primo posto; già nella prima rivelazione manifesta la sua volontà di istituirla, e quanto gli fosse cara: «Il mio Cuore gioisce per questa Festa» (D. 998); «L’anima che si accosta alla confessione e alla santa Comunione, riceve il perdono totale delle colpe e delle pene. In quel giorno sono aperti tutti i canali, attraverso i quali scorrono le grazie divine» (D. 699).

Don Ignacy Różycki, teologo e professore di Dogmatica, al quale Giovanni Paolo II affidò la valutazione teologica del Diario per la causa di beatificazione di Suor Faustina, spiega: «La promessa, definita con parole che non lasciano posto a nessuna ambiguità, di questa grazia inconcepibile, è la prova per tutte le anime della generosità di Gesù, che in quel giorno è veramente senza limiti. Si tratta della totale remissione dei peccati che non sono stati ancora rimessi, e di tutte le pene derivanti da questi peccati. Per quanto riguarda la totale remissione dei peccati, questa grazia è equivalente alla grazia battesimale». (cfr. I. Różycki, Il Culto della Divina Misericordia, Città del Vaticano 2002, pp. 106-107.)

  1. La Coroncina alla Divina Misericordia

«Oh! Che grandi grazie concederò alle anime che reciteranno questa coroncina: le viscere della mia Misericordia s’inteneriscono per coloro che la recitano» (D. 848).

La Coroncina è stata dettata da Gesù a Suor Faustina, a Wilno, nel 1935; in successive rivelazioni Egli ne spiega il valore e l’efficacia e lega a essa alcune promesse. Questa semplice ma potente preghiera può essere fatta in ogni ora del giorno, preferibilmente non alle tre pomeridiane, che è il tempo privilegiato per l’Ora della Misericordia (quarta forma). Essa ha valore universale e, per essere fedeli al testo e allo spirito, bisogna sempre che imploriamo Misericordia per tutti, anche se la recitiamo da soli. In quel: “io ti offro...” c’è l’intera umanità che si rivolge a Dio: “abbi Misericordia di noi...”, dunque, la singola persona si fa portavoce di tutti: buoni e cattivi, particolarmente di quest’ultimi. Gesù fa molte promesse a chi recita questa preghiera, tra cui:

«I sacerdoti la consiglieranno ai peccatori come ultima tavola di salvezza; anche se si trattasse del peccatore più incallito, se recita questa coroncina una volta sola otterrà la grazia dalla mia infinita Misericordia» (D. 687).

«Nell’ora della morte difenderò come mia gloria ogni anima che reciterà questa coroncina, oppure altri la reciteranno vicino a un agonizzante, e otterranno per l’agonizzante lo stesso perdono» (D. 811).

«Anche se si trattasse del peccatore più incallito, se recita questa coroncina una volta sola, otterrà la grazia dalla mia infinita Misericordia» (D. 687).

Ecco lo schema della coroncina:

Usando la corona del Rosario, dopo il segno di croce, si recita il “Padre nostro”, l’“Ave Maria” e il “Credo” (Simbolo), poi seguendo lo schema del Rosario, su ognuno dei cinque grani del Padre nostro, si dice:

Eterno Padre, io ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità
del tuo dilettissimo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo,
in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.

Sui cinquanta grani dell’Ave Maria, si dice:

Per la sua dolorosa Passione; abbi Misericordia di noi e del mondo intero.

Alla fine si ripete tre volte:

Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale; abbi pietà di noi e del mondo intero.

  1. L’Ora della Misericordia (Ore tre pomeridiane).

Da non confondersi con “l’Ora Santa” o “Adorazione Eucaristica”, che può variare secondo le intenzioni e i tempi liturgici. Questa è la preghiera delle “Ore tre pomeridiane, e va fatta solo in quest’ora, cioè nell’ora della morte di Gesù, del colpo di lancia al costato da cui sono scaturiti Acqua e Sangue. In quest’ora, in cui la Misericordia superò la Giustizia, Gesù ci chiede di meditare la sua Passione, percorrendo la Via Crucis o far visita al SS.mo Sacramento o, in mancanza di tempo, di raccoglierci in preghiera recitando la giaculatoria:

«O Sangue e Acqua che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di Misericordia per noi, confido in Te!» (D. 187).

  • È l’ora in cui siamo chiamati in spirito a essere presenti sul Golgota, con Maria, Giovanni e le pie donne per fare compagnia a Gesù, per consolarlo, adorarlo e, per quanto possiamo, immergerci nelle sue sofferenze e, per i meriti di esse, impetrare Misericordia per noi e per il mondo intero.
  • Questa preghiera dev’essere indirizzata esclusivamente a Gesù, pertanto per coerenza non va recitata la Coroncina, che è diretta all’Eterno Padre, e che può essere recitata in qualsiasi ora del giorno, anche alle tre pomeridiane; in questo caso però non facciamo l’Ora della Misericordia, ma solo la Coroncina. Ci si può uniformare all’uso delle suore della Congregazione di S. Faustina che recitano la Coroncina subito dopo l’Ora della Misericordia.
  • Può essere fatta in qualsiasi luogo dove ci troviamo, non necessariamente in chiesa, ma avendone la possibilità è preferibile davanti al SS. Sacramento, anche se chiuso nel tabernacolo, tenendo presente quanto detto sopra, e soprattutto non impostandola come un’Ora Santa dedicata ad altre devozioni.
  • Il fatto che si chiami: “Ora della Misericordia” non vuol dire che deve durare un’ora, basta anche un breve momento di raccoglimento. A questo appuntamento, fissato per le ore tre pomeridiane, arriviamo puntuali lasciando ogni impegno e preoccupazione; in quell’ora fermiamo ogni nostra attività fisica e mentale e rivolgiamo all’Agonizzante: mente, cuore e anima.
  • Nel chiedere grazie, diciamo: “Per i meriti della tua dolorosa Passione, ti preghiamo, Gesù …”, senza cambiare la formula, come: “Per i meriti della Santissima Madre”, “Per intercessione di S. Faustina”, ecc., ma riferirsi solo ed esclusivamente ai meriti della Passione di Gesù.

Preghiera per l’Ora della Misericordia

O Gesù, Verità eterna, nostra Vita, invoco e mendico la tua Misericordia per il mondo intero. O Cuore dolcissimo del mio Signore, pieno di compassione e d’insondabile Misericordia, t’imploro per i poveri peccatori! O Cuore Santissimo, sorgente di Misericordia, dal quale scaturiscono raggi di grazie inconcepibili per tutto il genere umano, da Te imploro la luce per i poveri peccatori! O Gesù, ricorda la tua dolorosa Passione e non permettere che periscano anime redente col tuo preziosissimo e santissimo Sangue. O Gesù, considero il grande prezzo del tuo Sangue, e gioisco per il suo grande valore, giacché una sola goccia sarebbe bastata per tutti i peccatori. Benché il peccato sia un abisso d’ingratitudine, tuttavia, il prezzo pagato per noi è assolutamente incomparabile. Oh! Quale gioia arde nel mio cuore, quando considero questa tua incomprensibile bontà, o Gesù mio, desidero condurre ai tuoi piedi tutti i peccatori, affinché lodino la tua Misericordia per i secoli infiniti. (D. 72)

O Gesù disteso sulla croce, ti supplico, concedimi la grazia di adempiere fedelmente la santissima volontà del Padre tuo, sempre, ovunque e in tutto. E quando la volontà di Dio mi sembrerà pesante e difficile da compiere, ti supplico, Gesù, scenda allora su di me, dalle tue piaghe, la forza e il vigore, e le mie labbra ripetano: Signore, sia fatta la tua volontà!

O Salvatore del mondo, amante dell’umana salvezza, Tu fra i tremendi dolori del tuo supplizio, ti sei dimenticato di Te stesso e hai pensato alla salvezza delle anime, o Gesù pietosissimo, concedimi la grazia di dimenticare me stesso/a, in modo che viva totalmente per le anime, collaborando con Te all’opera della salvezza, secondo la santissima volontà del Padre tuo. (D. 1265)

  1. La diffusione del Culto.

Il santo Padre Giovanni Paolo II, benedicendo l’Immagine di Gesù misericordioso nella Chiesa di S. Spirito in Sassia in Roma, il 23 aprile 1995, Domenica della Divina Misericordia, disse: “Siate Apostoli della divina Misericordia!”

Nelle prime quattro forme del Culto, Gesù dà precise indicazioni, ma in questa lascia libertà di organizzazione, pur promettendo tutto il suo aiuto necessario e grazie speciali per chi si metterà all’opera. Le promesse legate a questa forma, non le destina solo a Suor Faustina, ma soprattutto ai suoi successori, ai futuri piccoli apostoli della DM; in esse, infatti, parla sempre al plurale: “Quelli che proclameranno..., faranno conoscere..., diffonderanno...”; e così chiama volontari di ogni nazione per formare un esercito cosmopolita di sacerdoti e laici che, arruolati e addestrati dallo Spirito Santo, sono inviati “fino agli estremi confini della Terra”, per profetare che “Il Signore è buono e misericordioso, lento all’ira e grande nell’amore” e testimoniare con coraggio, fermezza e tanta gioia nel cuore, che il “Perdonare” sana, salva, libera, santifica.

Alcune promesse di Gesù legate a questa forma:

«Le anime che diffondono il culto della mia Misericordia le proteggo per tutta la vita, come una tenera madre protegge il suo bimbo ancora lattante, e nell’ora della morte non sarò per loro Giudice ma Salvatore misericordioso. In quell’ora, l’anima non ha nulla in sua difesa, all’infuori della mia Misericordia» (D. 1075).

«Dì ai miei sacerdoti che i peccatori induriti s’inteneriranno alle loro parole, quando essi parleranno della mia sconfinata Misericordia e della compassione che ho per loro nel mio Cuore. Ai sacerdoti che proclameranno ed esalteranno la mia Misericordia, darò una forza meravigliosa, unzione alle loro parole, e commuoverò i cuori ai quali parleranno» (D. 1521).

Le difficoltà della diffusione del Culto

«Non temere, tutti gli ostacoli servono a far realizzare la mia volontà» (D. 634).

«I nemici s’infrangeranno ai piedi del mio sgabello» (D. 723).

«Sappi che Io sono con te. Io stabilisco le difficoltà e Io le supero, e in un attimo posso mutare gli atteggiamenti contrari in atteggiamenti favorevoli a questa causa» (D. 788).

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