Vita cristiana come cammino di trasfigurazione

Questa mattina l'inizio degli esercizi spirituali con il vescovo Marino su Videonola (Canale 88 Digitale Terrestre) e sulla pagina Fb InDialogo Chiesa Di Nola

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"Ho scelto come tema la 'Vita cristiana come cammino di trasfigurazione': ogni cristiano - la stessa Chiesa, come ci ricorda papa Francesco nel Capitolo I della Evangelii Gaudium - è chiamato a fare questo percorso. Insieme mediteremo su questo cammino, sul nostro cammino personale di trasfigurazione, di trasformazione del Signore. Anche il tempo che stiamo vivendo, che ci chiede la responsabilità gli uni degli altri - e vorrei invitare a mantenere questa responsabilità tutti, ad iniziare da noi presbiteri -, questo tempo necessita di un momento liberatorio, in cui rafforziamo la speranza nella gioia futura. Gli esercizi spirituali sono questo momento".

Questa mattina il vescovo Francesco ha dato inizio alla settimana di Esercizi spirituali che si concluderà sabato 28 marzo.

Ci ritroveremo con lui in diretta su Videonola (Canale 88 Digitale Terrestre) e sulla pagina Fb InDialogo Chiesa Di Nola per pregare con lui i vespri.

Qui alcuni passaggi dell'introduzione di questa mattina.

Gli esercizi spirituali sono il momento della beatitudine, beatitudine dell’ascolto della parola di Dio. Anche se questa specifica beatitudine non è elencata nel Vangelo di Matteo né in quello di Luca, ricordiamo che la beatitudine è una vera condizione dello spirito. Noi aneliamo al bene, alla felicità. E quando la vita ci porta all’isolamento è la parola di Dio ci dà una prospettiva nuova, perché allarga il cuore.

Gli esercizi spirituali ci consentono di rinnovare la nostra visione della vita, ci spronano ad un orientamento nuovo perché ci fa polarizzare sul Signore. Gli esercizi spirituali ci fanno incontrare il Signore per contemplarlo e rigenerare le nostre azioni. Ci mettiamo sotto lo sguardo amante di Dio, il suo amore affiora alla nostra coscienza.

Gli esercizi sono quindi un incontro tra due protagonisti: Dio e il nostro cuore che può essere stimolato, rafforzato. Lasciamo che i movimenti della nostra affettività emergano dal profondo e trovino accoglienza e ascolto davanti a Dio. Un Dio che ci interroga, ci parla, nella storia attraverso mediazioni, come è chi guida gli esercizi spirituali ma anche la stessa Sacra Scrittura.

Mettiamoci quindi in ascolta di Dio, poi troviamo il tempo per la meditazione personale e proviamo a confrontarci con il padre spirituale, anche usando i mezzi virtuali che in questo periodo ci permettono di restare in contatto.

Ho scelto come tema la Vita cristiana come cammino di trasfigurazione: ogni singolo cristiano, la stessa Chiesa, come ci ricorda papa Francesco nel Capitolo I della Evangelii Gaudium, è chiamato a fare questo percorso. Insieme mediteremo su questo cammino, sul nostro cammino personale di trasfigurazione, di trasformazione del Signore. Anche il tempo che stiamo vivendo, che ci chiede la responsabilità gli uni degli altri - e vorrei invitare a mantenere questa responsabilità tutti, ad iniziare da noi presbiteri -, questo tempo necessita di un momento liberatorio, in cui rafforziamo la speranza nella gioia futura. Gli esercizi spirituali sono questo momento.

Per iniziare questo cammino vi leggerò il racconto di uno dei protagonisti della Trasfigurazione di Gesù: Pietro che, nella sua seconda lettera, fa riferimento all’episodio vissuto col Signore perché avverte che la comunità alla quale la lettera è rivolta si è un po’ affievolita nella speranza di fronte al quello che veniva ritenuto un ritardo della parusia, del ritorno del Signore per il compimento della salvezza dell’uomo. E quando la speranza si affievolisce noi non guardiamo più con animo vigoroso alla nostra vita, alla nostra storia.

2Pt 1,16-21
Infatti, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: «Questi è il Figlio mio, l’amato, nel quale ho posto il mio compiacimento». Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino.
Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana è mai venuta una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio.

Pietro incoraggia la comunità del tempo, e incoraggia noi perché attraverso la parola di Dio possiamo vedere la luce di Cristo, stella del mattino che dirama le tenebre.

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