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Domani, 15 novembre, presso la Cattedrale, il vescovo di Nola, Francesco Marino, presiederà la celebrazione eucaristica per la Solennità di San Felice, primo vescovo di Nola e martire, patrono della Città e della Diocesi, il cui busto argenteo sarà oggi pomeriggio portato in processione per le vie della città.
Nella Solennità del primo vescovo di Nola l'ordinazione di un nuovo diacono
Durante la celebrazione eucaristica - che segnerà anche la conclusione del Convegno pastorale diocesano aperto lo scorso 22 settembre - il vescovo Marino conferirà l’ordinazione diaconale all’accolito Mario Casillo, della parrocchia San Gennaro in San Gennarello di Ottaviano.
Nato a San Giuseppe Vesuviano il 5 luglio 1988, Mario Casillo si è diplomato all’Istituto statale di istruzione superiore "L. De Medici" di Ottaviano. In seguito, ha conseguito gli attestati Osa e Oss per poi lavorare in diverse strutture con bambini affetti da disabilità mentale e psicomotorie. Cresciuto nella parrocchia di San Gennarello di Ottaviano, attualmente frequenta il sesto anno di formazione al Pontificio Seminario Campano Interregionale di Posillipo, e svolge il servizio pastorale presso la parrocchia San Francesco di Paola in Scafati.
Per il Santo patrono Felice il Coro diocesano sceglie la musica di Marcello Giombini
Come di consueto, sarà il Coro diocesano ad eseguire i canti durante la Celebrazione eucaristica di domani. Il direttore del Coro, don Mimmo De Risi, parroco della Cattedrale, ha scelto per la solenne occasione alcuni brani del compositore Marcello Giombini, due brani del complesso "Gen Rosso" e il famosissimo "Resta con noi", del musicista salesiano Domenico Machetta.
«Gran parte dei brani che saranno eseguiti nella Messa pontificale del 15 novembre sono nati all'indomani del Concilio Vaticano II, tra il 1969 e il 1972, una felice stagione ecclesiale, segnata da fermenti di novità e da intuizioni profetiche e che, purtroppo, sembra confinata in lontananze irraggiungibili, vinta da un'epoca che sembra aver perduto la speranza e la forza di lottare e di credere in un mondo migliore - ha sottolineato don De Risi -. Il post Concilio fu davvero un miracolo, sotto tutti i punti di vista, non ultimo quello della riforma della liturgia e della musica per essa composta, che seppe inventare in un tempo brevissimo forme nuove, nuovi testi e nuove melodie, senza più pensare che potesse esistere una "musica di Dio" quella che, senza alcun fondamento, veniva identificata col canto gregoriano e la polifonia rinascimentale, ma ritenendo che Dio potesse e dovesse essere lodato con il linguaggio letterario e musicale dell'uomo d'oggi. Uno dei grandi compositori di quel tempo è stato Marcello Giombini che diede alla luce i "Salmi per il nostro tempo", pubblicati nel 1969 dalla Pro Civitate Christiana di Assisi, che corredò gli spartiti con altrettanti dischi in vinile, incisi dal "Clan Alleluia", un complesso formato da chitarra, basso, organo e percussioni, oltre ai cantanti - ha aggiunto don De Risi - . Fu un immediato successo, anche perché Giombini seppe cogliere il nucleo di ogni salmo, l'idea centrale, rivestendola di una musica che era la musica ascoltata e praticata dai giovani di quell'epoca. Proprio con Giombini nacque la "Messa beat", un fenomeno, per quei tempi, quasi scandaloso, ma che seppe cambiare radicalmente il volto della musica liturgica. Se dopo più di cinquant'anni questi brani sono ancora amati e cantati da tutte le assemblee, qualche motivo ci sarà... Chissà, forse essi potranno aiutarci a ricordare che la Chiesa non è un museo ma che deve saper parlare il linguaggio degli uomini del nostro tempo, per annunciare loro il vangelo in tutta la sua perenne freschezza».
A far risuonare le note scelte dal direttore De Risi per la Celebrazione eucaristica di domani sera saranno: Emanuele Zuppaldi (basso), Nino Cavallaro (chitarra), Girolamo De Luca (organo), Andrea Castaldo (batteria).