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Pubblichiamo il testo dell'omelia tenuta ieri dal vescovo Marino durante la celebrazione eucaristica per la Festa della presentazione al Tempio del Signore.
«Gioiamo per il mistero che stiamo vivendo. Sono trascorsi 40 giorni dal Natale, festa circondata da tanti luccichii che passano mentre resta il mistero del dono d’amore di Dio che ci salva, che salva la vita di ciascuno, dell’umanità e della Chiesa. Cristo è luce e noi, la sua Chiesa, siamo chiamati ad essere luce, come ci ricorda il Concilio nella Lumen gentium.
Cristo, "gloria del popolo di Israele". Popolo rappresentato da Maria e Giuseppe che si presentano nel tempio per riscattare il primogenito che appartiene a Dio, segno dell’appartenenza del popolo a Dio e di Dio al suo popolo. Essi si pongono nella linea della fedeltà alla legge, di cui Gesù è perfetto compimento: riconoscendo il dono di Dio ne fanno anche offerta, con un sacrificio che coinvolge le persone e le loro vite. La Chiesa compie questo sacrificio accogliendo la presenza del Signore e contemporaneamente la offre, come la luce, che si offre e consuma per “dare luce”. Sintesi di questa dinamica è Maria, la madre, che fa di se stessa col figlio dono. Maria si lascia penetrare dalla Parola, nella forma della spada che trafigge, per diventare offerta a Dio gradita.
Il Signore ci conceda la grazia di farci dono, nell’esperienza della quotidianità. Attraverso la fede la nostra vita diventi dono».