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Il direttore dell'Ufficio scuola diocesano, don Virgilio Marone, ha scritto una nota in merito alla scelta di molti sindaci del territorio diocesano di non consentire l'attività dei servizi educativi, della scuola dell’Infanzia e della prima e seconda classe della primaria: «Certo, - scrive - si possono immaginare i motivi che hanno portato la gran parte degli Enti locali del territorio diocesano ad essere prudenti per la riapertura, ma la posta in gioco è troppo alta per condividere tale scelta. Anche in questa nostro territorio si discute, giustamente, di come far ripartire l’economia stressata dall’epidemia da Covid, ma forse ci si interroga poco su come far ripartire la scuola in presenza».
I comuni del territorio diocesano sono 45 ma «soltanto in 9 di essi - aggiunge Marone - le Amministrazioni Comunali non hanno adottato provvedimenti ancora più restrittivi nei confronti della Scuola. on hanno adottato provvedimenti ancora più restrittivi nei confronti della Scuola. Perciò, l’Ufficio Scuola della diocesi di Nola plaude alla scelta fatta dai Sindaci di Boscoreale, Casalnuovo, Casamarciano, Liveri, Mariglianella, Ottaviano, Pomigliano D’Arco, San Giuseppe Vesuviano, San Paolo Bel sito e Somma Vesuviana di riportare in classe i nostri ragazzi».
Il testo completo della nota
Come è noto, l’Ordinanza del Presidente della Regione Campania n.95 del 7 dicembre scorso consente le attività in presenza dei servizi educativi e della scuola dell’Infanzia e della prima e seconda classe della primaria.
Nei 45 comuni afferenti la diocesi di Nola, soltanto in 9 di essi le Amministrazioni Comunali non hanno adottato provvedimenti ancora più restrittivi nei confronti della Scuola. Perciò, l’Ufficio Scuola della diocesi di Nola plaude alla scelta fatta dai Sindaci di Boscoreale, Casalnuovo, Casamarciano, Liveri, Mariglianella, Ottaviano, Pomigliano D’Arco, San Giuseppe Vesuviano, San Paolo Bel sito e Somma Vesuviana di riportare in classe i nostri ragazzi.
Certo, si possono immaginare i motivi che hanno portato la gran parte degli Enti locali del territorio diocesano ad essere prudenti per la riapertura, ma la posta in gioco è troppo alta per condividere tale scelta. Anche in questa nostro territorio si discute, giustamente, di come far ripartire l’economia stressata dall’epidemia da Covid, ma forse ci si interroga poco su come far ripartire la scuola in presenza.
Ripiegare solo sulla didattica a distanza, a parte l’enorme disagio che si arreca alle famiglie con il conseguente divario sociale che si acuisce, significa chiudere i ragazzi e le ragazze in loro stessi. Il Comitato ONU per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ha messo in rilievo che la chiusura dei servizi educativi nel mondo ha aumentato le disuguaglianze della popolazione infantile con incremento della povertà educativa, con una maggiore presenza di rischi di esclusione per disabili, per coloro che vivono situazioni familiari disagiate, nella condizione di stranieri o di minori non accompagnati.
È evidente che non siamo abbastanza consapevoli che si tratti di una sottrazione di cultura; chiudere un luogo in cui si impara ad essere cittadine e cittadini, una presenza vitale e concreta, un’osmosi sociale basata sulla condivisione tra gli alunni e tra alunni e docenti. In una parola: la scuola è salute nel significato più vero e profondo, senza di essa il nostro futuro sarà certamente compromesso. Nessuna “DAD” potrà mai sostituire un luogo che è epicentro di speranza e di futuro.
L’augurio è che il prima possibile “questo gioco del cerino” si interrompa e che le scuole tutte possano riaprire per ripartire tutti insieme, con la capacità di ridisegnare nuovi luoghi educativi adatti alla nostra epoca.
Don Virgilio Marone
direttore ufficio scuola diocesi di Nola
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