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Il 25 notte, la Comunità interparrocchiale di Brusciano, guidata dal parroco don Salvatore Purcaro, ha vissuto un flashmob per la legalità, in piazza XI Settembre. Un gesto che è una risposta al clima di paura che la cittadina sta vivendo a causa della faida tra due clan locali, per il controllo dello spaccio.
"Voglio scuotere dal sonno - ha scritto in un passaggio il parroco don Salvatore Purcaro - gli uomini e le donne della malavita. A voi voglio parlare “cuore a cuore” come un padre che sente dolore per i figli che sbagliano. Vi conosco, per me non siete solo anonime abrasioni di una piaga sociale, il vostro volto a me non appare ombreggiato dalla tutela della privacy o della paura. Ho visto i vostri occhi pieni di lacrime quando abbiamo celebrato i funerali dei vostri cari defunti. Ho stretto le vostre mani quando vi ho augurato di essere bravi genitori dopo il battesimo dei vostri figli. Ho ascoltato la vostra preoccupazione quando avete temuto che i controlli oncologici potessero andare male ed ho cercato di farvi capire che la camorra è già un tumore che minaccia la vita del vostro corpo. A voi stanotte voglio gridare, svegliatevi da questo sonno! Non ho le prove per accusarvi – è vero – chi di dovere deve trovarle senza stancarsi ed è necessario che paghiate quando le vostre responsabilità saranno accertate. Il mio compito di sacerdote, tuttavia, non è portarvi in carcere, ma portarvi in paradiso. È per questo che vi imploro: convertitevi! Non potete dormire sonni tranquilli sapendo che la droga che importate e spacciate sta bruciando decine di giovani e padri di famiglia. Non potete dormire sonni tranquilli sapendo che i commercianti non riescono più a pagare le vostre estorsioni e devono abbassare la serranda. Non potete dormire sonni tranquilli quando prestate i soldi alla povera gente, che, con il cappio alla gola del dover pagare una bolletta, viene a chiedervi cento euro e dopo un mese dovrà restituirvene duecentocinquanta in più. Vi aspetto, siete ancora in tempo, nel nostro paese siamo in faida: chi sta decidendo la morte del rivale di clan, sta preparando a sua volta la propria".
Questo il testo completo
Svegliamo il pastore Benino con un sogno
In questa santa notte di Natale, nella quale Cristo viene a toglierci il sonno con il frastuono della sua silenziosa povertà, vorrei indicarvi tra i pastori dell’antico presepe napoletano la statuetta di Benino, il pastore dormiente. Il suo sonno, simbolo di ogni assopimento, è quasi un “luogo teologico” per comprendere la logica della salvezza; lo spazio d’azione di un Dio che, incarnandosi nella “notte” dell’umanità, disinnesca ogni nostra stanchezza e sonnolenza. Non a caso San Paolo nella Lettera agli Efesini, tramanda uno stupendo inno liturgico: «Svegliati o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà» (Ef 5, 14). Lasciamoci illuminare da Cristo!
Riscopriamo la Parola e il metodo dell’ “infante”, di quel Dio-Bambino che ci insegna a riscoprire la povertà e la fragilità, come mezzi ordinari per contrastare ogni forma di violenza e prepotenza. Come ci ha suggerito il Vescovo Francesco, al quale va il nostro grato pensiero per la vicinanza e condivisione in questo momento difficile per il nostro paese. Il nostro Vescovo ci ricorda che: «la nascita del nostro Messia nel silenzio e nella povertà di Betlemme mette in crisi i poteri autosufficienti e orgogliosi dell’uomo di tutti i tempi» (Mons. Francesco Marino, La fedeltà di Dio, diventata carne, invita al coraggio. Messaggio di Natale del Vescovo di Nola). Le parole del Vescovo ci stimolano, dunque, a ravvivare “vigilanza e coraggio”, a non cedere alla logica del terrore. E noi non abbasseremo la guardia!
Vorrei, pertanto, come Parroco di questa amata e bella comunità cristiana rivolgere un messaggio di speranza e di coraggio a tutti gli uomini e le donne di buona volontà del nostro territorio: svegliamo simbolicamente “Benino”, ma svegliamolo con un sogno di speranza, non con un secchio in faccia di pessimistico disincanto! Il nostro popolo ha bisogno di aprire gli occhi – è vero - tuttavia con un sogno di formazione, di progettualità, di cultura. È necessaria una “cordata di speranza” di tutte le agenzie educative presenti sul territorio; ciascuno deve fare la sua parte. Solo così può rinascere la speranza per il futuro, altrimenti diventiamo tutti sonnambuli che barcollano nelle aspettative infrante. In tempi in cui, ogni vaneggiamento notturno e illusione onirica vengono fraintesi come ambizione di cambiamento e sogno da realizzare, nella vita personale e come in quella sociale, i cristiani sono annunciatori del percorso inverso: è la realtà, che deve trasformarsi in un sogno, in quel sogno di Dio che nel Natale è diventato avvenimento storico. Il nostro presente, che porta i tratti della violenza e della morte, ha in sé soprattutto le immagini belle del sogno dell’Emmanuele, del Dio in mezzo a noi. Lasciamoci svegliare con il sogno di Dio: imparare da Cristo l’autenticità dell’umano. È per questo che in questa notte desidero scuotere dal sonno i tanti onesti che il Signore mi ha donato come fratelli e sorelle, direi: come “compagni di culla”. Desidero anche scuotere dal sonno gli affiliati ai clan della malavita e del malaffare; anch’essi miei figli e fratelli: anche per loro può esserci conversione e salvezza.
Voglio scuotere dal sonno le famiglie. La paura e la precarietà stanno diventando sonniferi troppo potenti! Non rinchiudiamoci nelle nostre case, rischiamo di bloccare lo sviluppo di crescita dei bambini. Abbiamo bisogno di non permettere alla malavita di rubarci la tranquillità di camminare per il quartiere, di mandare i bambini a giocare per strada. Ritorniamo a passeggiare per le nostre stradine, rioccupiamo le nostre piazze di aggregazione e non ci limitiamo solo a percorrere il perimetro consumistico dei centri commerciali, pensati opportunamente in una forma architettonica che fa ritornare sempre nello stesso punto come strategia commerciale, ma anche come lettura sociologica dei nostri itinerari esistenziali. Aiutiamo i genitori a capire che i figli hanno bisogno di un ambiente favorevole dove papà e mamma non devono “camorristicamente” farsi faide reciproche per far prevalere le proprie posizioni o ragioni. Basta con i toni minacciosi tra mariti e mogli! Attenzione alle liti continue con l’aggravante dei futili motivi. Basta con le guerre territoriali per contendersi il controllo della “piazza domestica” della cucina, del soggiorno, del televisore! Nel caso di genitori separati: la Chiesa vi è vicina come strumento di mediazione e di dialogo tra voi, comprendiamo il vostro disagio, sappiamo quanto sia difficile reclamare un diritto, ma rendetevi conto che le lotte continue per gli alimenti e per il mantenimento dei figli nel fine settimana e nelle vacanze, molte volte, non sono diverse dalle attività dei clan per marcare il proprio territorio. Siate testimoni. Abbiate coraggio nelle scelte matrimoniali; coraggio nel rinunciare ad affidare alla sola stabilità economica la serenità familiare. Siate distaccati dalla cupidigia del denaro che non si ferma neanche dinanzi alla morte e rende l’eredità dei nostri cari un bottino di guerra da contendersi con gli altri familiari. Svegliati Famiglia, destati dalla morte dell’insicurezza ansiosa e della prepotenza… Sogna e Cristo ti illuminerà!
Voglio scuotere dal sonno i giovani. È vero che siamo tragicamente nella notte dei testimoni credibili, che mancano modelli efficaci. Che siete definiti la forza del futuro e la zavorra del presente. Sono crollate le grandi idee. Mancano stimoli per lo studio e riconoscimenti dopo i traguardi accademici. I nostri giovani dormono assopiti dalle nenie di false promesse che ormai sono stanchi di ascoltare. Ci appaiono svogliati, ma non è vero: il loro non è un pisolino colpevole! Si sono inconsciamente anestetizzati, forse una sorta di difesa naturale, per non sentire gli spasimi di operazioni politiche e sociali che stanno togliendo loro organi vitali come: il lavoro, la dignità, la progettualità, il pensare in grande. Hanno bisogno di essere aiutati dagli adulti a svegliarsi, ma non con le secchiate in faccia di un contrasto “camorristico” alla camorra. Cosa voglio dire? Quanta produzione cinematografica sui capi della camorra, resi idoli; abbondano le fiction a tema malavitoso che se nelle intenzione delle case di produzione (lo si spera!) vogliono evidenziare i danni della camorra, finiscono di fatto per suscitare il fascino del vincente, della prepotenza e insinuano atteggiamenti, idiomi e stili da scene di Gomorra. Svegliati Giovane, sii protagonista del futuro, destati dalla morte delle aspettative clientelari… Sogna e Cristo ti illuminerà.
Voglio scuotere dal sonno gli anziani. È certamente un sonno leggero. Da un lato si farebbe presto a svegliarli perché custodiscono ancora il ricordo di valori antichi che hanno accompagnato la loro giovinezza, dall’altro tuttavia la stanchezza e la sofferenza li hanno chiusi alla speranza. Troppa sofferenza causa il vedere che figli e nipoti hanno bisogno di loro per pagare l’affitto e mettere il piatto a tavola. Quanti anziani devono condividere la magra pensione con i propri figli che non trovano occupazione. Vorrebbero accontentarli di più, vorrebbero risollevare tutti, lasciare una buona eredità economica e cadono nella trappola del gioco d’azzardo e delle varie ludopatie, iniziando a contare i numeri del Lotto, come fossero pecore, ma si finisce per addormentarsi nell’illusione della vincita. Svegliati anziano, dalla morte della nostalgia paralizzante di un passato tranquillo nel quale si poteva stare con le porte aperte, i tempi sono veramente cambiati, ora tocca a te aprire nuovi spazi di testimonianza… Sogna e Cristo ti illuminerà.
Voglio scuotere dal sonno le istituzioni civili e militari, la politica, la scuola, la parrocchia, le associazioni, gli organi di stampa. Quanti progetti, quante riforme ritardate per mancanza di coraggio e di attenzione al bene comune! La percezione a volte è quella che la società civile abbia preso a prestito il motto che i dirigenti delle autostrade avevano trovato per tranquillizzare automobilisti bloccati nel traffico per i troppi cantieri aperti: “stiamo lavorando per voi”. E senza accorgersene il traffico dei ritardi aumenta, il tempo passa, e il cambiamento annunciato diventa solo una elegante scusa strategica per spegnere il malcontento e mantenere lo status quo. Oggi tutti gridano contro la camorra, è un traguardo di civiltà aver preso le distanze dalle organizzazioni malavitose, ma c’è uno stile camorristico che a volte si nasconde addirittura dietro l’affermazione dei propri diritti. Può diventare “camorrista” anche chi con atteggiamento mafioso denuncia il male o reclama propri spazi di potere, minacciando la buona fama di chi la pensa diversamente anche attraverso le manifestazioni pubbliche e i social network. È tempo che la scuola e le associazioni di volontariato non si agitino solo nell’accaparrarsi i famosi “progetti finanziati” dalla Regione e dallo Stato. Abbiamo bisogno di progetti concreti e operativi per formare gli alunni e i cittadini. Svegliati tu che vuoi impegnarti a servizio del bene comune, lascia la morte del fascino carrieristico e del privilegio di categoria che ti fa trattare le istituzioni come una “piazza di spaccio” da conquistare… Sogna e Cristo ti illuminerà.
Voglio scuotere dal sonno gli uomini e le donne della malavita. A voi voglio parlare “cuore a cuore” come un padre che sente dolore per i figli che sbagliano. Vi conosco, per me non siete solo anonime abrasioni di una piaga sociale, il vostro volto a me non appare ombreggiato dalla tutela della privacy o della paura. Ho visto i vostri occhi pieni di lacrime quando abbiamo celebrato i funerali dei vostri cari defunti. Ho stretto le vostre mani quando vi ho augurato di essere bravi genitori dopo il battesimo dei vostri figli. Ho ascoltato la vostra preoccupazione quando avete temuto che i controlli oncologici potessero andare male ed ho cercato di farvi capire che la camorra è già un tumore che minaccia la vita del vostro corpo. A voi stanotte voglio gridare, svegliatevi da questo sonno! Non ho le prove per accusarvi – è vero – chi di dovere deve trovarle senza stancarsi ed è necessario che paghiate quando le vostre responsabilità saranno accertate. Il mio compito di sacerdote, tuttavia, non è portarvi in carcere, ma portarvi in paradiso. È per questo che vi imploro: convertitevi! Non potete dormire sonni tranquilli sapendo che la droga che importate e spacciate sta bruciando decine di giovani e padri di famiglia. Non potete dormire sonni tranquilli sapendo che i commercianti non riescono più a pagare le vostre estorsioni e devono abbassare la serranda. Non potete dormire sonni tranquilli quando prestate i soldi alla povera gente, che, con il cappio alla gola del dover pagare una bolletta, viene a chiedervi cento euro e dopo un mese dovrà restituirvene duecentocinquanta in più. Vi aspetto, siete ancora in tempo, nel nostro paese siamo in faida: chi sta decidendo la morte del rivale di clan, sta preparando a sua volta la propria. Voglio sognare con voi che da domani su tutti i giornali, apparirà il riscatto del nostro paese e potremo leggere come titolo la citazione di un cantico dell’Antico Testamento: Brusciano: «L’arco dei forti si è spezzato, ma i deboli sono pieni di vigore» (1Sam 2, 4).