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Pubblichiamo la meditazione del vescovo Francesco per #GODmorning, con la quale inizia la settimana curata dalla nostra diocesi.
«Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto» (Mc 9,9)
I discepoli vivono quotidianamente con Gesù. Eppure non hanno capito chi è. Nemmeno i discepoli a lui più vicini. Pietro, Giacomo e Giovanni. Gesù li conduce con sé, vedono chi lui è, ascoltano la voce del Padre, si accorgono delle presenza di Elia e Mosè, eppure non capiscono. Non sono pronti, perché il loro cuore non è ancora pronto. Quel cuore che ancora non si muove nella direzione di Gesù, del suo cuore, diretto già a Gerusalemme. Sono affascinati da Gesù, da quell’uomo che parla come i profeti e che compie miracoli. Ma Gesù non vuole legarli a sé, lì vuole suo amici, amici suoi per loro libera scelta. Per questo non teme di mostrare loro chi è, non teme che ascoltino le parole del Padre, anzi, quasi sembra che il Padre intervenga per invitare gli apostoli a non abbandonare il Figlio. Ma questi uomini non comprendono. Comprenderanno poi, vivendo la Risurrezione. Ma guarderanno Gesù con occhi nuovi. Quel Gesù morto da innocente, da loro abbandonato e che, nonostante l’abbandono, ritornerà: non Mosè né Elia, ma lui, il loro amico, colui che avrebbe mostrato loro l’amore, forte fino al dono della vita. Allora il cuore sarà pronto. Allora la trasfigurazione potrà essere raccontata. La morte, infatti, sulla Croce, sarebbe stata vinta. Per amore. (vescovo Francesco)