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Domenica 31 marzo, la comunità parrocchiale di San Giovanni Battista a Faibano di Marigliano ha accolto il nuovo parroco don Vincenzo Miranda e ha detto il suo grazie a don Giovanni Varriale per gli anni di appassionato ministero.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal vicario generale don Pasquale Capasso che nell'omelia si è a lungo soffermato sulla straordinaria parabola del 'Figliol prodigo' «che oggi - ha ricordato - si preferisce chiamare parabola del 'Padre misericordioso' perché si è meglio compresa l’intenzione di Gesù che è quella di rivelare gli atteggiamenti del Padre». Tre gli aspetti che ha messo in evidenza: «'Il padre divise tra loro le sostanze'. È un padre che rispetta la volontà del figlio, non lo costringe a stare con lui. La logica dell’amore richiede la libertà. Dio non ci obbliga a stare con Lui. In fondo la scelta del figlio è anche giusta: è necessario allontanarsi dalla casa del padre per crescere in autonomia, per diventare adulti. In questa parabola è indicato il modo sbagliato di realizzare la propria autonomia che va ottenuta non contro il padre ma in relazione con il Padre. Dio rimane per l’uomo l’ambiente naturale per la realizzazione di sé: in Lui siamo, in Lui ci muoviamo, in Lui esistiamo. 'Il padre lo vide quando era ancora lontano'. Come fa il padre a vederlo da lontano? - ha continuato il vicario - È evidente che andava ogni giorno, e diverse volte al giorno, al balcone a osservare la strada per scorgere il ritorno del figlio. Dio non smette di amare, non si stanca di amare. Non può non amare: ti ama quando sei disonesto, distratto, superficiale, indifferente. Per Lui è importante stare con Lui, diventano secondarie anche le motivazioni del ritorno. In fondo il figlio torna a casa per fame non per amore. 'Il vestito più bello, l’anello, i calzari'. Sono le insegne della regalità. Siamo figli di Dio, e nel battesimo anche noi abbiamo ricevuto la veste più bella. Siamo figli di Re».
A partire dalla parabola donata dalla Parola, il vicario si è quindi rivolto a don Vincenzo: «La Parola di questa sera - ha detto - ti chiede di essere per questi fedeli un 'padre' con le medesime caratteristiche della paternità di Dio. Sii un padre che rispetta, che non giudica, che attende. Che vede il positivo presente in ciascuno. La prima lettera di Pietro ti ricorda: 'pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge.'. Ti auguro di nutrire per questa comunità gli stessi sentimenti dell’apostolo Paolo verso i Corinti: 'Noi non intendiamo fare da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete saldi' (2Cor)».