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Domani in edicola con l'Avvenire, come sempre, il mensile diocesano inDialogo. Al centro di questo numero l'ambiente e la scuola: voci, storie e dati per due questioni centrali per la Campania, e non solo. Ricche, come sempre le pagine di cultura e sport.
In ricordo della visita di Giovanni Paolo II a Nola, 28 anni fa, abbiamo poi dedicato una pagina speciale alle parole che l'allora Santo Padre ci donò e al ricordo di chi, quell'evento, lo visse in prima linea: otto laici e otto presbiteri ci restituiranno attraverso otto parole l'entusiasmo e il forte clima di comunione generato dall'arrivo del Papa.
Anche questo mese anticipiamo l'editoriale
La garanzia dei diritti è senza tempo
Quanto fatto per riuscire ad arginare il flagello coronavirus è forse quanto poteva essere fatto. Almeno nella fase iniziale. Errori ne sono stati commessi, e nessuna scusa potrà mai riportare in vita quanti potevano essere salvati. Né potrà eliminare il dolore provato da chi in questo lungo lockdown ha dovuto affrontare tutto in solitudine, ha visto lesi ancor di più diritti già solitamente scarsamente rispettati. Ciò che di più infatti poteva essere fatto è rimasto proposta o anche idea subito rigettata perché non c’erano le condizioni per fare di più. La Scuola ha mostrato l’assenza di queste condizioni. Dall’approfondimento di questo mese dedicato da inDialogo al digital divide e agli studenti diversamente abili emerge con chiarezza che le falle del sistema scolastico sono pre–coronavirus e risentono della debolezza generata da altre mancanze di governo del Paese, che vengono da lontano. La scarsa competenza digitale degli studenti, che uno dei presidi del territorio diocesano indica come concausa della dispersione scolastica in questi mesi di chiusura, ci riporta al tempo pre–pandemia; lo stesso dicasi per la poca dimestichezza dei docenti con le piattaforme scelte per la Dad, emersa dal sondaggio di Cittadinanza Attiva; e l’andare indietro con il tempo è d’obbligo quando parliamo di disabilità, di ragazzi e ragazze diversamente ma pur sempre abili. E dei loro genitori, la cui presenza o assenza, come emerge dal racconto di un’insegnante di sostegno in una scuola di questa terra diocesana, ha fatto la differenza, ha permesso ai ragazzi di poter usufruire di una didattica – quella a distanza – che per la maggior parte di essi è di fatto inutile. Eppure, dalla pazienza e dall’amore di genitori e insegnanti che si sono saputi reinventare, ci sono studenti disabili che hanno tirato fuori possibilità di apprendimento, comunicazione, anche inaspettati. Ma quanti i ragazzi e le ragazze che non hanno potuto avere così tanta attenzione dai loro genitori, quanti i genitori che non hanno potuto dare la giusta attenzione ai propri figli? L’emergenza sanitaria per tutti loro è stata solo l’occasione per affrontare ancor più in solitudine le difficoltà del quotidiano. Si è dato per scontato che ogni famiglia – non solo ogni studente – potesse accedere alla Didattica a distanza: serve ora più che mai – come dice su questo giornale la presidente di Artur, Maria Luisa Iavarone, – un sistema integrato tra scuola ed extra–scuola. Serve seria attenzione alla famiglia, soprattutto a quella che accoglie in sé vite diversamente abili. Serve – come ben sottolinea, sempre oggi su inDialogo, Antonio Nocchetti, presidente di Tutti a scuola – ridare luce all’articolo 3 della Costituzione. Perché ogni individuo sia persona, perché si rimuovano differenze sociali ed economiche, perché nessuna didattica a distanza porti studenti a disperdersi (di Mariangela Parisi)