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Di seguito l'ultimo editoriale del vescovo Francesco per il mensile diocesano inDialogo, uscito ieri con Avvenire. Una riflessione sull'esortazione del Papa "Gaudete et exsultate", ma soprattutto un invito ai giovani del territorio diocesano a riscoprirsi chiamati alla santità, a riscoprirsi al cuore della memoria di Dio.
Il testo:
Mentre soffiano venti di guerra, mentre tutto intorno sembra spezzare ogni possibilità di sperare, di essere sognatori come Giuseppe, solo come ‘folle’ potrebbe essere definito il gesto di un vescovo, chiamato ad essere Papa, che invita a «Gioire ed essere felici», a fare memoria della propria chiamata alla santità. Una scelta doppiamente ‘folle’, se pensiamo che i destinatari privilegiati dell’ultima esortazione del Santo Padre sono i giovani. Compresi voi, cari figli della Chiesa di Nola. Voi che abitate con passione le stanze delle 115 parrocchie diocesane; voi che organizzate il vostro tempo per aiutare il parroco; voi che preferite un pomeriggio di spiritualità, perché, come ci ricorda la prima lettura di questa domenica, attraverso il primo Papa: «Questo Gesù è la pietra…non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati»; voi che spesso venite derisi da chi non comprende il vostro amore per la Chiesa, accusandovi di ipocrisia e opportunismo; voi che spesso vi domandate se davvero siete discepoli del Signore, se riuscite a servirlo in «santità e giustizia» e a rendergli la giusta lode. Ma questo promemoria della santità che papa Francesco ci ha donato è indirizzato anche voi, cari figli, che la domenica non andate a Messa, ma vi ritrovate intorno alla statua del Santo patrono nel giorno della sua festa; voi che non avete mai tempo per fare domande di fede ad un prete, ma che di sera prima di addormentarvi dite ancora la ‘preghierina’ e chiedete all’angelo custode di esservi amico; voi, che prendete in giro i vostri coetanei che frequentano la parrocchia, ma poi non dimenticate di fare il giro degli altari della reposizione, il giovedì santo; voi che siete restii a comprendere l’importanza di un percorso di fede in comunità, della necessità di camminare insieme al proprio parroco soprattutto per ricevere un sacramento ma vi lasciate conquistare dalla Parola quando vissuta con credibilità. A tutti voi, il Papa ricorda che siete imbevuti di santità, che siete destinatari e depositari di una promessa di felicità senza fine, nonostante, anzi attraverso le difficoltà del momento. Che la felicità promessa da Cristo non prevede l’assenza di momenti di sconforto, di cadute, di dolore: ma rivela la sua potenza proprio in questi momenti. Essere poveri nel cuore, reagire con umile mitezza, saper piangere con gli altri, cercare la giustizia con fame e sete, guardare e agire con misericordia, mantenere il cuore pulito da tutto ciò che sporca l’amore, seminare pace intorno, accettare ogni giorno la via del Vangelo nonostante procuri problemi: questa è la santità, ci dice il Papa. Fede, speranza e carità devono essere la bussola per seguire il Signore, la preghiera il luogo privilegiato per incontrarlo, non solo per domandare ma soprattutto per ricordare: «guarda la tua storia quando preghi e in essa troverai tanta misericordia. Nello stesso tempo questo alimenterà la tua consapevolezza del fatto che il Signore ti tiene nella sua memoria e non ti dimentica mai».