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Il vescovo Francesco è oggi in visita al Campo Adulti di Azione Cattolica a Fiuggi, dedicato al confronto con il Libro di Giobbe.
Dalla felicità alla prova passa Giobbe. Gli amici che si recano a trovarlo vogliono che lui ammetta di avere peccati da espiare. Giobbe rifiuta la loro spiegazione del male che improvvisamente sta vivendo, rifiuta il razionalismo in cui cercano di imbrigliare Dio: "Perché dunque mi consolate invano, mentre delle vostre risposte non resta che inganno?" dice Giobbe. Continua il confronto, anche con un quarto interlocutore, un giovane. E Giobbe chiude con un elogio della Sapienza: "Ecco, temere Dio, questo è sapienza e schivare il male, questo è intelligenza".
Ma Giobbe non è ancora soddisfatto, chiede risposta, vuole risposta e cerca Dio, lo chiama a giudizio. Giobbe ne scoprirà il vero volto. Credeva in un Dio che non conosceva. Giobbe parla a noi, ci interpella sulla nostra immagine di Dio, sulla nostra relazione con lui. È una relazione gratuita o interessata? "Dio stesso - ha ricordato il vescovo dopo aver presentato il Libro di Giobbe nella sua struttura e contenuto - ci ha detto: non ti farai altra immagine di Dio. Non possiamo infatti dimenticare che davanti a Dio siamo davanti al Mistero". Giobbe non viene esplicitamente indicato come ebrei, come appartenente al popolo eletto. Giobbe è l'uomo universale provato nella sua possibilità di amare gratuitamente, è provato - ha sottolineato il vescovo - "nella sua libertà disinteressata. Quando facciamo discernimento sulla nostra vocazione, sul nostro servizio, ci poniamo domande sulla nostra religiosità sincera? Si crede in Dio per diventare, ad esempio, politici affermati, o perché Dio è Dio?". Satana ritiene l'uomo incapace di questo amore gratuito, Dio è certo invece di questa capacità: Dio è pronto a 'scommettere' su Giobbe.
E cosa ci insegna Giobbe? 1) La prova fa parte della vita, come anche Gesù ci mostra 2) Dio è misterioso e non possiamo farcene immagini come di vitello d'oro 3) nella prova ricordiamoci di accogliere. "Anche noi spesso siamo nella condizione di Giobbe, assaliti dal suo tumulto di pensieri" ha concluso il vescovo "e anche per noi, in quel momento c'è la possibilità dell'inizio di un cammino" di avvicinamento a Dio.
Giobbe rimanda a Gesù, la sua storia viene letta come prefigurante quella del Figlio di Dio: in Gesù Dio prende su di sé il dolore del mondo. Il Figlio si affida al Padre.
Nelle ultime parole di Giobbe, ha detto il vescovo, il senso di un cammino di fede:
"Allora Giobbe rispose al Signore e disse:
Comprendo che puoi tutto
e che nessuna cosa è impossibile per te.
Chi è colui che, senza aver scienza,
può oscurare il tuo consiglio?
Ho esposto dunque senza discernimento
cose troppo superiori a me, che io non comprendo.
'Ascoltami e io parlerò,
io t'interrogherò e tu istruiscimi' .
Io ti conoscevo per sentito dire,
ma ora i miei occhi ti vedono.
Perciò mi ricredo
e ne provo pentimento sopra polvere
e cenere"