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Il vescovo Francesco, per quest'ultima uscita prima della pausa estiva, ha dedicato il suo editoriale - Non abbiate paura di correre con Pietro - ai giovani, ai quali ha rivolto quest'augurio: "Che quest’estate, ognuno di voi possa scoprire lo sguardo del Signore Risorto e gioire per il dono della Chiesa, realtà che nei limiti dell’umana fragilità, corre con noi verso il sepolcro per scoprire la vita eterna e da lì riparte per dire Speranza al mondo. Buon cammino!".
In vacanza, verso l'altro
Per l’ultimo editoriale, prima della pausa estiva, il mio pensiero va a voi, cari giovani, che quest’estate avete scelto di vivere le vacanze mettendovi in cammino verso l’altro: chi per visitare comunità sorelle al di là del mare, chi per portare compagnia e conforto a coloro che hanno perso quasi tutto e si trovano a dover ricominciare, chi per accompagnare gli ammalati in un viaggio verso la consolazione, chi per indossare un grembiule nelle mense diocesane o nei grest estivi parrocchiali. A voi tutti, cari giovani, è andato il mio pensiero. Ed è sorta una domanda: perché scegliete di «giocarvi» così le vacanze? Perché dite «sì» all’invito di un adulto a godervi il tempo libero diversamente? E la risposta un po’ è arrivata pensando a quelli tra voi che si recheranno a Roma sulla tomba degli Apostoli, per incontrare papa Francesco, tappa importante del cammino che sta conducendo al prossimo Sinodo di ottobre, proprio a voi dedicato: è Pietro che vi chiama e vi conferma nei vostri «sì»; è Pietro che vi abbraccia perché possiate camminare «umanamente» per le strade del mondo; è Pietro che vi provoca e vi invita a mettervi in ascolto dello Spirito; è Pietro che vi racconta il Signore, vi indica il suo sguardo, vi parla del suo amore. È Pietro, è la Chiesa, è Cristo stesso che vi precede per rassicurarvi del fatto che è l’Amore stesso la prova dell’eternità, della risurrezione, della sconfitta della morte. Il kit preparato per quanti di voi andranno a Roma, il kit del pellegrino, contiene tra i dieci importanti oggetti, anche un’immagine della Sindone, il telo che rappresenta la Passione dell’Uomo di Nazaret e riteniamo abbia avvolto il corpo di Nostro Signore deposto dalla Croce. Ultimamente si è parlato di false macchie di sangue sul telo...cambia forse questo la nostra fede? Ci spinge forse questo a ritenere che Cristo non sia morto, anzi risorto? Il valore della Sindone deriva dalla fede della Chiesa, dalla fede di Pietro e dei suoi successori, dal gesto del discepolo amato che giunto al sepolcro attese che il primo ad entrare fosse colui che per primo «aveva confessato» il Signore. Non è dalla Sindone che deriva la nostra fede, ma piuttosto dall’annuncio e dalla testimonianza degli Apostoli che ancora oggi si rinnova ogni volta che celebriamo l’Eucaristia. Essa ci fa diventare una cosa sola, un cuor solo, che prova a battere al ritmo del respiro di Dio. Avere l’immagine della Sindone nel kit è quindi importante: guardando a quell’immagine noi facciamo memoria di quanto i Vangeli raccontano, ci fidiamo ancora di quello che i primi nostri fratelli e sorelle cristiani credettero, ci accorgiamo che solo il fatto che Pietro e i primi discepoli abbiamo visto aperti quegli occhi, che la Sindone ci ha consegnato chiusi, può essere il motivo per cui, ricapitolando in quegli occhi la loro storia personale, hanno annunciato, con la vita, al mondo, la speranza di quanto esiste: Gesù Cristo. Che quest’estate, ognuno di voi possa scoprire lo sguardo del Signore Risorto e gioire per il dono della Chiesa, realtà che nei limiti dell’umana fragilità, corre con noi verso il sepolcro per scoprire la vita eterna e da lì riparte per dire Speranza al mondo. Buon cammino!