Mettiamo fine al nostro vagabondare spirituale

Il messaggio per la Quaresima del vescovo Marino

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"Alla amata Chiesa di Nola". Inizia così il Messaggio per la Quarsima del vescovo Francesco Marino che, mercoledì 6 marzo, darà inizio al cammino verso la Pasqua, celebrando in Cattedrale, alle 19, la liturgia del Mercoledì delle Ceneri.

Un messaggio che è un forte invito alla conversione del cuore: "Sappiamo bene - scrive monsignor Marino - quanto ci logorano le abitudini e come una vita monotona può provocare indifferenza e disimpegno, mali oscuri e sottili del nostro tempo. Purtroppo corriamo anche il rischio di abituarci talora perfino a Dio e alle cose belle, spesso a noi stessi e al peccato; nulla ci fa più impressione e andiamo avanti in modo sonnolento, quasi per forza d’inerzia. Provvidenzialmente l’anno liturgico introduce nel tempo della Quaresima e ci invita ad aprire gli occhi sulla nostra vita, a mettere fine al nostro vagabondare spirituale, spalancandoci dinanzi la luce della Pasqua e proiettandoci in modo più marcato verso una prospettiva di solidarietà e di dono".

Parole paterne, di conferma della possibilità di cambiamento, di acquisizione di uno sguardo nuovo su passato, presente e futuro. 

"Come rendere possibile tutto ciò? Quali impegni concreti assumere? - scrive ancora il vescovo - A me pare che, se bisogna intensificare, com’è nella natura delle cose, lo spirito di ascolto della Parola di Dio e della preghiera e bisogna esercitarsi in gesti concreti di amore fraterno e di servizio, occorre anche dedicarsi alla fatica della ricerca, del discernimento e della riflessione. Tutto questo riguardo alla famiglia, certamente, alla comunità di fede, è ovvio, ma anche all’ambiente di lavoro e alle relazioni sociali, al senso di responsabilità da esercitare nella vita civile, nella società, sul territorio, nel creato".

Riguardo allo spirito di preghiera, nella sua dimensione personale e comunitaria, il vescovo  - anche alla luce delle indicazioni giunte dal Sinodo diocesano - invita le comunità a prestare cura alle varie tappe quaresimali e alla prima domenica di Quaresima, la domenica della Parola, indetta da Papa Francesco al termine del Giubileo straordinario della Misericordia; ricorda poi ad ogni fedele di vivere col Sacramento della Penitenza la grazia della riconciliazione: "So quanto i nostri Presbiteri sanno offrire in modo speciale il loro servizio per questo; io stesso mi renderò disponibile alle confessioni nella chiesa Cattedrale".

Riguardo alla dimensione pubblica e sociale della quaresima, il vescovo scrive: "La responsabilità della fede e l’amore verso il bene comune devono indurre ad atteggiamenti di apertura al dialogo e all’impegno generoso. Come cristiani, assieme a tutti gli uomini di buona volontà, dobbiamo avvertire il forte impulso alla collaborazione per cercare il vero bene di tutti e, soprattutto dei più poveri e deboli nella società, per un impegno diretto e fattivo. In realtà se le cose vanno male, la colpa non è solo degli altri, di chi pensiamo abbia amministrato male o di chi abbia perseguito il proprio interesse. La colpa è di tutti coloro che nulla fanno per cambiare le cose; la responsabilità è di chi fa finta di non vedere e di non capire; il torto è di chi non fa sentire la propria voce per sostenere e difendere i valori (la vita, la persona, i diritti fondamentali, la famiglia, la libertà religiosa ed educativa, l’ambiente come casa comune...) e per mettere al centro il bene di tutti, come bene fondamentale dell’uomo delle comunità. E per il bene comune si può operare solo nella logica della solidarietà, in virtù della quale si mette l’altro al centro delle attenzioni, sulla scorta del monito di san Paolo: «ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a sé stesso, senza cercare il proprio interesse, ma quello degli altri» (Fil 2,3-4). Gli atteggiamenti da acquisire conseguentemente sono, secondo quanto il Sinodo ci ha indicato, il dialogo, l’essenzialità, il rispetto della diversità, la capacità di rinuncia, l’autenticità, la trasparenza, la correttezza. Su questa piattaforma siamo chiamati ancora una volta a valutare le proposte programmatiche dei diversi schieramenti, per fare per le varie comunità, quella europea o quelle locali, scelte politiche mature e coerenti al momento del voto. È importante, tuttavia, esercitare le proprie responsabilità di cittadinanza, ed esercitarle con riflessione e discernimento, confrontandole con il progetto di Dio e il vero senso umano".  

Il Messaggio si chiude ancora con un invito alla speranza, ribadendo la convinzione che, abbandonando "lo sguardo fisso su noi stessi", possiamo trovare la "vera felicità": "Se sapremo intraprendere il cammino di conversione, - conclude monsignor Marino - ci riconcilieremo con Dio, con il prossimo e con noi stessi e, avendo ritrovato l’equilibrio delle relazioni, potremo celebrare degnamente la Pasqua e condividere, con cuore pacificato, la gioia del Risorto. Buona Quaresima".

 

Il messaggio

 

Il testo

 

All’amata chiesa di Nola

La Quaresima, tempo di ricerca di Dio e di ritorno a Lui, è un’esperienza ricca e significativa perché chi trova Dio ritrova sé stesso. Sappiamo bene quanto ci logorano le abitudini e come una vita monotona può provocare indifferenza e disimpegno, mali oscuri e sottili del nostro tempo. Purtroppo corriamo anche il rischio di abituarci talora perfino a Dio e alle cose belle, spesso a noi stessi e al peccato; nulla ci fa più impressione e andiamo avanti in modo sonnolento, quasi per forza d’inerzia. Provvidenzialmente l’anno liturgico introduce nel tempo della Quaresima e ci invita ad aprire gli occhi sulla nostra vita, a mettere fine al nostro vagabondare spirituale, spalancandoci dinanzi la luce della Pasqua e proiettandoci in modo più marcato verso una prospettiva di solidarietà e di dono.

«Abbandoniamo l’egoismo, lo sguardo fisso su noi stessi, e rivolgiamoci alla Pasqua di Gesù; facciamoci prossimi dei fratelli e delle sorelle in difficoltà, condividendo con loro i nostri beni spirituali e materiali». Questo passaggio chiave del messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2019, partendo da un versetto della Lettera ai Romani: «L’ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio» (Rm 8, 19), ribadisce che il tempo che precede la Pasqua è per tutti l’occasione per accogliere «nel concreto» nella propria vita «la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte», attirando così «anche sul creato la sua forza trasformatrice». Se la Quaresima del Figlio di Dio «è stata un entrare nel deserto del creato per farlo tornare ad essere quel giardino della comunione con Dio che era prima del peccato delle origini», i cristiani sono chiamati a «incarnare più intensamente e concretamente il mistero pasquale nella loro vita personale, familiare e sociale», in modo speciale attraverso «il digiuno, la preghiera e l’elemosina». Francesco domanda allora a tutti i cristiani di entrare in questo tempo di preparazione alla Pasqua nel «travaglio che è la conversione», «a incarnare più intensamente e concretamente il mistero pasquale nella loro vita personale, familiare e sociale». Emerge anche che «tutta la creazione è chiamata, insieme a noi, a uscire dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio».

Come rendere possibile tutto ciò? Quali impegni concreti assumere? A me pare che, se bisogna intensificare, com’è nella natura delle cose, lo spirito di ascolto della Parola di Dio e della preghiera e bisogna esercitarsi in gesti concreti di amore fraterno e di servizio, occorre anche dedicarsi alla fatica della ricerca, del discernimento e della riflessione. Tutto questo riguardo alla famiglia, certamente, alla comunità di fede, è ovvio, ma anche all’ambiente di lavoro e alle relazioni sociali, al senso di responsabilità da esercitare nella vita civile, nella società, sul territorio, nel creato.

Riguardo allo spirito di preghiera, nella sua dimensione personale e comunitaria, nel quadro delle determinazioni del Sinodo diocesano sull’articolazione delle varie settimane della Quaresima, il Sussidio liturgico pastorale diocesano che abbiamo ricevuto sul sito della diocesi offre alle comunità preziosi contributi e pregevoli indicazioni. Ricordo anche di celebrare, domenica 10 marzo, prima di Quaresima, secondo le modalità ritenute più opportune, la domenica della Parola, indetta da Papa Francesco al termine del Giubileo straordinario della Misericordia: «Una domenica dedicata interamente alla Parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo» (Francesco, Misericordia et misera, 7).

Adorare il Signore, nelle nostre Chiese come nella nostra vita, non può che rappresentare anche un tempo privilegiato di riconciliazione con Dio e con i fratelli. Ringrazio tutti i Presbiteri per quanto faranno con generosità per aiutare a vivere questo tempo forte di ascolto, di contemplazione e di perdono, soprattutto con quelle iniziative opportune di carattere inter parrocchiale. Tutto il tempo della Quaresima è prezioso, naturalmente, per vivere col Sacramento della Penitenza la grazia della riconciliazione. So quanto i nostri Presbiteri sanno offrire in modo speciale il loro servizio per questo; io stesso mi renderò disponibile alle confessioni nella chiesa Cattedrale.

Riguardo alla dimensione pubblica e sociale della quaresima. I giorni di incertezza e forse di sbandamento, che stiamo vivendo a motivo delle vicende legate al momento storico con le sue non facili condizioni economiche, sociali e politiche ci chiedono di agire con discernimento e riflessione. È la fatica che, soprattutto i laici cristiani, devono assumere con coraggio. La responsabilità della fede e l’amore verso il bene comune devono indurre ad atteggiamenti di apertura al dialogo e all’impegno generoso. Come cristiani, assieme a tutti gli uomini di buona volontà, dobbiamo avvertire il forte impulso alla collaborazione per cercare il vero bene di tutti e, soprattutto dei più poveri e deboli nella società, per un impegno diretto e fattivo.

In realtà se le cose vanno male, la colpa non è solo degli altri, di chi pensiamo abbia amministrato male o di chi abbia perseguito il proprio interesse. La colpa è di tutti coloro che nulla fanno per cambiare le cose; la responsabilità è di chi fa finta di non vedere e di non capire; il torto è di chi non fa sentire la propria voce per sostenere e difendere i valori (la vita, la persona, i diritti fondamentali, la famiglia, la libertà religiosa ed educativa, l’ambiente come casa comune...) e per mettere al centro il bene di tutti, come bene fondamentale dell’uomo delle comunità. E per il bene comune si può operare solo nella logica della solidarietà, in virtù della quale si mette l’altro al centro delle attenzioni, sulla scorta del monito di san Paolo: «ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso, senza cercare il proprio interesse, ma quello degli altri» (Fil 2,3-4). Gli atteggiamenti da acquisire conseguentemente sono, secondo quanto il Sinodo ci ha indicato, il dialogo, l’essenzialità, il rispetto della diversità, la capacità di rinuncia, l’autenticità, la trasparenza, la correttezza. Su questa piattaforma siamo chiamati ancora una volta a valutare le proposte programmatiche dei diversi schieramenti, per fare per le varie comunità, quella europea o quelle locali, scelte politiche mature e coerenti al momento del voto. È importante, tuttavia, esercitare le proprie responsabilità di cittadinanza, ed esercitarle con riflessione e discernimento, confrontandole con il progetto di Dio e il vero senso umano.  È possibile ritrovare «la gioia del progetto che Dio ha messo nella creazione e nel nostro cuore, quello di amare Lui, i nostri fratelli e il mondo intero, e trovare in questo amore la vera felicità». Dice il Papa. «Chiediamo a Dio di aiutarci a mettere in atto un cammino di vera conversione. Abbandoniamo l’egoismo, lo sguardo fisso su noi stessi, e rivolgiamoci alla Pasqua di Gesù; facciamoci prossimi dei fratelli e delle sorelle in difficoltà, condividendo con loro i nostri beni spirituali e materiali». Se sapremo intraprendere il cammino di conversione, ci riconcilieremo con Dio, con il prossimo e con noi stessi e, avendo ritrovato l’equilibrio delle relazioni, potremo celebrare degnamente la Pasqua e condividere, con cuore pacificato, la gioia del Risorto. Buona Quaresima.

+ Francesco, vescovo

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