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Il vescovo Francesco questa sera ha presieduto la celebrazione eucaristica della festa liturgica della Traslazione delle reliquie di san Paolino vescovo nella cattedrale di Nola.
«Chiediamo a San Paolino - questo il pensiero che il vescovo ha espresso nella sua omelia - di renderci partecipi dei suoi doni che nascono dalla conversione al Signore e dal suo ministero di pastore in mezzo al suo popolo. Il brano degli Atti degli apostoli che abbiamo letto parla del primo viaggio di san Paolo. Lo sguardo di Paolo si ferma sulla sofferenza di un uomo che viene guarito dalla forza della fede: non c'è salvezza se non nel nome di Gesù. Tuttavia questo segno è frainteso dalla folla ed attribuito alle divinità pagane. Paolo e il suo compagno Barnaba reagiscono con forza sottolineando la forza del Vangelo. Le parole dei due apostoli devono diventare le nostre parole: la vita cristiana inizia quando si lascia la mentalità del l'idolo e si rivolge il cuore al Dio vivente. Paolino vive la stessa dinamica e la ripropone a noi: doversi convertire continuamente al Dio vivente. La tensione al Dio vivente è la nostra meta. Lo stesso "testamento" di Gesù, la consegna di ciò che conta, è la consegna dell'amore: l'amore di Gesù e l'accoglienza della sua parola che ci comunica nello spirito la vita stessa del Padre. Così siamo tempio del Dio vivente che ci ha creati, redenti, salvati».