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È in edicola il numero di giugno di inDialogo, il dorso regionale di Avvenire.
Anticipiamo come sempre l'editoriale.
Uno sguardo a giusta distanza può fare miracoli
I temi che inDialogo affronta questo mese dimostrano che è sempre necessario uno sguardo a distanza, alla giusta distanza, perchè consente di riprendere contatto con la propria realtà. Meglio poi se lo sguardo è quello degli altri, e magari di chi ci ha preceduto nel cammino nella cura delle situazioni che ora ci sono affidate. Lo dimostrano i racconti dei giovani diocesani che hanno vissuto la pandemia all’estero o in zone rosse italiane: da lontano erano fieri del loro Paese perchè aveva fatto scelte difficili in merito alle personali libertà ma aveva dato priorità così alla vita di tutti, purtroppo senza evitare le pur numerose morti; e da lontano, i nostri giovani lontani sono eccellenze di cui andare fieri e non ‘fastidiosi parassiti’ di cui continuamente lamentarsi. Constatazione questa dimostrata anche dal sondaggio senza pretesa di scientificità fatto durante il periodo di serrato lockdown da una giovane dottoressa in psicologia e da una sociologa – nipote e zia – che ha fatto emergere l’accuratezza delle informazioni circa il virus e la responsabilità nell’affrontare l’emergenza usate dai giovani, pur essendo solo circa 600 il numero dei partecipanti. Lo dimostrano le parole con le quali i presidenti emeriti diocesani dell’Azione Cattolica condividono i loro ricordi legati all’associazione facendone emergere la preziosità nella formazione del laicato spronato fin da giovane alle relazioni buone, alla libertà responsabile nel viverle, all’utilizzo di uno sguardo d’insieme per poter penetrare la complessità del reale; ma lo dimostrano anche le parole dei sacerdoti, assistenti emeriti di Ac: ripercorrendo gli anni del loro operato ci consentono di rispolverare l’irrinunciabile necessità di compartecipazione tra laici e sacerdoti nell’annuncio del Regno; irrinunciabile, nonostante richieda quotidiano confronto e quotidiano reciproco perdono. Ma come ha ben sottolineato don Alessandro Valentino: è quell’insieme che rende tangibile il vivere il comandamento dell’amore, dell’amarsi gli uni gli altri. Gli occhi a distanza, possiamo dirlo, fanno miracoli. Lo dimostra anche il messaggio alla Città di Nola del nostro vescovo Marino. Lui, nuovo alla Festa dei Gigli che si apprestava a vivere per la quarta volta, è alla giusta distanza per poter richiamare i nolani al senso pieno della festa, un senso che è poi, per i cristiani, sequela. Dietro a Paolino per essere dietro al Signore, perchè è seguendo il Signore che Paolino sapeva di aver il suo cuore vicino a quello di lui. (di Mariangela Parisi).