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La verità della Risurrezione è stata al centro delle omelie pasquali del vescovo Marino: una verità annunciata nel tempo, a partire dalle donne che corse al sepolcro, un annuncio che è oggi e sempre "nel cuore della Chiesa, divenendo annuncio, suscitando fede, speranza e carità". Nella risurrezione contempliamo la verità di Dio, il suo essere amore e "il tentativo di porre una pietra tombale sull'amore di Dio è fallito".
«Cristo è risorto. È una proclamazione di fede e di amore. - ha detto il vescovo durante l'omelia della Veglia Pasquale -. In Cristo siamo co-risorti, abbiamo una nuova vita che siamo chiamati a far rifiorire. Nella croce abbiamo contemplato l'amore di Dio che si manifesta in questo mondo nell'amore crocifisso. Nell'Eucaristia possiamo cibarci di questo amore, perché egli è risorto. In questi misteri noi stiamo raccogliendo ancora una volta il frutto della Pasqua di Gesù. Oggi sentiamo ancora di più l'esigenza di proclamare che l'amore di Dio vince la morte, e ci spalanca le porte della vita. Il Vangelo appena proclamato ci ricorda che la risurrezione di Gesù è teofania, nella risurrezione l'azione di Dio nella storia. L'angelo, la pietra ribaltata, il fulgore, il terremoto dicono che Dio viene nella sua potenza di vita, come compimento. Nella risurrezione si manifesta Dio, quel Dio che abbiamo contemplato crocifisso. Adoriamo il mistero della risurrezione, che non è un concetto astratto. Il Vangelo ci ricorda che Dio ci viene incontro, come andò incontro alle donne. Quell'incontro, rimane nel cuore della Chiesa, divenendo annuncio, suscitando fede, speranza e carità».
«L'annuncio prenda in profondità i nostri cuori e diradi il buio che ancora permane nostre animo, - ha aggiunto nell'omelia di questa mattina, domenica di Pasqua - infondendo fiducia e speranza; allarghi il cuore alla gioia perché intravediamo Gesù, perfetto compimento delle nostre attese, della nostra intera esistenza e del cammino stesso del mondo, del cosmo, dell'esistenza di ogni creatura che tende alla bellezza assoluta, alla gioia eterna. Perché il Signore è risorto e porta i segni della passione, e della morte che ha vinto. Egli è il Figlio di Dio che ha preso di sé tutta l'essenza umana e il peccato, vincendo nella sua morte la morte, nell'amore: è l'amore di Cristo crocifisso, che oggi vince. Il tentativo di porre una pietra tombale sull'amore di Dio è fallito perché quella pietra è stata ribaltata, la tomba è vuota, perché egli ci vine e incontro. Incontro che avviene ancora oggi, lo sperimentiamo nella fede, la stessa fede degli apostoli e di Maria. Lo sperimentiamo nella Parola, nell'annuncio che ancora ci accompagna, e nel pane e vino dell'Eucaristia. Dalla risurrezione di Gesù ci viene l'invito ad un cambiamento di vita. L'annuncio porta al cambiamento del cuore, ad una ripresa del cammino in una vita nuova. Un cambiamento richiesto soprattutto oggi in questo momento particolare. Possiamo noi con l'aiuto di Dio intravedere un mondo nuovo dove al centro poniamo il bene universale? Certo. Perché è Dio che è all'opera. Il Vangelo ci offre delle immagini stupende. Oggi è il giorno della corsa, mentre dobbiamo restare nelle nostre cose. La fede in Gesù Cristo è come una corsa, corre Maria, corre verso Giovanni, corre Pietro. È bello pensare che la nostra fede porti dentro questo dinamismo e questa ricerca per poter vedere. Corriamo per la fede, non stiamo fermi».