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Si apre con una citazione di Aldo Moro, il messaggio che il vescovo di Nola, monsignor Francesco Marino, ha voluto indirizzare ai cittadini e ai candidati del territorio, credenti e non, in vista delle prossime elezioni politiche del 4 marzo.
Parole, quello dello statista ucciso dalla BR, che risalgono al lontano 1963, ma che risuonano più che attuali in un tempo caratterizzato dalla necessità di un’assunzione di responsabilità da parte di ogni singolo cittadino, perché il futuro del Paese ritrovi nella «lezione storica dei Padri costituenti e delle donne e degli uomini più avveduti dell’agire politico del Paese» negli ultimi tempi, gravemente trascurata.
Il difficile momento del Paese non può però, per il vescovo di Nola, essere motivo di sfiducia e disinteresse per la Politica e per appuntamenti fondamentali per la vita democratica quale quello della prima domenica di Marzo.
«Va riaffermato – scrive Monsignor Marino - un principio semplice e per nulla ingenuo: non votare non apporta alcun miglioramento alla vita del Paese e dei nostri territori. Sebbene in un sistema di voto che ancora una volta riduce al minimo la facoltà di scelta, è possibile individuare criteri per operare una propria scelta. In questo senso, invito tutti, anche unendo le forze, a offrire momenti informativi e formativi equilibrati che aiutino credenti e non a ritrovare le motivazioni più profonde del momento elettorale».
Momenti questi ultimi che siano possibilità per dare spazio e voce ai segni di speranza che garantiscono la vitalità dei territorio, «frammenti di luce» che «meritano una rappresentanza seria e competente nelle istituzioni» al pari dei «nostri ragazzi e giovani», che vanno guidati perché non arrivino a pensare «che la democrazia e le istituzioni democratiche siano un inutile orpello dentro un processo economico e civile che non ha bisogno di confronto, dialogo, rappresentanza, politica».
La vitalità dei territori, i semi di bene in essi presenti e germoglianti, il prezioso tesoro delle nuove generazioni, sono i segni di speranza a partire dai quali monsignor Marino lancia il suo appello «perché si partecipi al voto, individuando nelle liste la presenza di candidati in grado di garantire rigore morale, competenza e senso di giustizia, tenendo conto dei valori costituzionali fondamentali della persona umana, della famiglia e delle comunità» e perché i candidati confidino «di meno su un voto di opinione spinto dal dibattito nazionale» e incontrino il più possibile «quelle vite normali e apparentemente anonime e ordinarie che tengono in piedi il Paese. Un bagno tra la nostra gente, per scoprire o riscoprire con quale forza di volontà abbiano fatto fronte alle difficoltà del lavoro, con quale capacità intelligente e solidale i nostri concittadini si siano fatti carico delle attività produttive, delle cure, della casa, dell'assistenza ad anziani e disabili e dei servizi volontari».
Augura monsignor Marino, al termine del messaggio, che il cammino verso il 4 marzo sia animato da «una nuova passione civile» e lo fa richiamando l’importante momento dell’anno liturgico in cui cade la contesa elettorale: «La Quaresima – scrive - è tempo di riflessione, discernimento, silenzio, digiuno. Sono buone indicazioni per i cittadini tutti, gli elettori e i candidati. Per i cittadini, è l’occasione di fare un vaglio profondo non solo delle omissioni relative alla vita privata, ma anche delle omissioni che riguardano le proprie responsabilità sociali e comunitarie, politiche nel senso più ampio del termine. Per i politici, è l’occasione di “digiunare” dalla sterile tentazione di una poltrona fine a se stessa e per ritrovare – e qui richiamo lo stralcio iniziale di Aldo Moro – la capacità di leggere questo tempo e servirlo meglio».
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