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Ieri, presso le Basiliche paleocristiane di Cimitile, si è svolta la veglia di Pentecoste. Queste le parole del vescovo Francesco, al termine del momento di preghiera:
"Noi non ci siamo conosciuti direttamente - scrive san Paolino a sant’Agostino - ma la nostra conoscenza è radicata in una dimensione che non è di carattere umano, ma viene dalla nostra comune appartenenza al corpo di Cristo. Paolino richiama una conoscenza nell’amore che è data dalla fede. La fede che ci accomuna è infatti la risposta alla grazia di Dio, alla comunicazione che Dio fa di sé stesso a noi nello Spirito Santo. L’eucaristia stessa è la manifestazione e il nutrimento di questa reciproca appartenenza a Cristo e in Cristo gli uni agli altri. Ed è questo che siamo chiamati a donare con gioia ed entusiasmo al mondo. La Pentecoste riguarda la Chiesa, innanzitutto, che esiste nello Spirito Santo, altrimenti sarebbe una tra le tante realtà sociologiche, non è questa, nella sua essenza, nella sua verità, la Chiesa. La Chiesa è data dal fatto che lo Spirito di Cristo ci è donato e in Lui noi formiamo un solo corpo, una sola mistica realtà. Questo è il fondamento del nostro impegno nel mondo, perché attraverso di noi è lo stesso Cristo che continua a costruire il Regno del Padre nel mondo. La Chiesa nella sua totalità, popolo di Dio, continua la missione di Cristo: una missione dataci direttamente da Dio, dallo Spirito che abbiamo ricevuto. È lo Spirito Santo che rende ciascuno di noi corresponsabile della fede, della speranza, dell’amore da portare nel mondo. La Pentecoste porta con sé una grande responsabilità che è al tempo stesso gioia di poter essere come gli Apostoli che aperte le porte del cenacolo vanno e costruiscono il Regno di Dio. Questa onda d’urto che è avvenuta nel giorno della Pentecoste ancora ci investe e ci prende per essere ancora oggi testimonianza dello Spirito nel mondo".