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Nell'Epifania, la pienezza del Natale, l'annuncio della Pasqua: 12 aprile 2020.
"La festa dell'Epifania, della manifestazione del Signore, - ha detto il vescovo Francesco, durante l'omelia - anche se nella coscienza comune cristiana sta un po' perdendo rilevanza, è in realtà una festa che manifesta in pienezza il senso del Natale, dell'Incarnazione. Una festa di luce e gioia. Vogliamo chiedere al Signore di far risplendere la gioia di questa festa nel cuore di tutti i cristiani. Lo chiediamo con umiltà in questa liturgia. La gioia che viviamo nella liturgia di oggi, è la buona novella, che è per tutta l'umanità. È Gesù, il suo Regno, che è per tutti. Un Regno che è pace, mitezza, comunione fraterna. Un Regno dove non ci sono esclusioni, universale. Un Regno che solo Dio può attuare: quello che Gesù è venuto a portare, unifica; quello che la sua Persona rappresenta è un avvenimento di unità. In lui si ricostituisce l'unità del mondo. Nel suo mistero tutti i popoli sono riunificati. La regalità di Cristo non è mondana. Non cadiamo nell'errore interpretativo di Erode, che temette il Regno di Cristo considerandolo come regno umano. Il Regno di Cristo non unifica imponendosi. Cristo viene in povertà e umiltà. Nella semplicità risplende la luce di Dio, che illumina tutti i popoli. Nella coscienza di Israele, come ci ricorda Isaia, c'è quest'idea di universalità nella fede, non imposta ma donata da Dio. Ecco perché l'esperienza cristiana non è proselitismo ma si comunica per attrazione, come Gesù attrasse i magi, nella semplicità delle mangiatoia. Siamo chiamati a mantenere il senso della fede nella nostra umanità, così come il Natale ci ha ricordato. Nella nostra umanità dobbiamo impegnarci perché il Vangelo arrivi ad ogni uomo".