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«Di generazione in generazione la sua misericordia» (Lc 1,50) è il tema scelto dal Santo Padre per la III Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani del prossimo 23 luglio 2023 e per il Messaggio scritto per l'occasione, che reca la data della Festa della Visitazione (31 maggio)
Dal 2021, la Giornata viene celebrata in tutta la Chiesa ogni quarta domenica di luglio, in prossimità della memoria liturgica dei santi Gioacchino ed Anna, i “nonni” di Gesù. Quest'anno, la Giornata sarà celebrata a pochi giorni dalla Giornata mondiale della Gioventù: per questo, anche il Messaggio per la Ggm di Lisbona è ispirato alla narrazione evangelica della visita di Maria ad Elisabetta.
Il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita accompagna e promuove la celebrazione della Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani e invita a vivere la ricorrenza - in ogni diocesi, parrocchia e realtà ecclesiale - compiendo due gesti significativi: la celebrazione di una solenne liturgia insieme ai nonni ed agli anziani e la visita agli anziani soli della propria comunità.
La celebrazione della Giornata intende sottolineare la necessità che la pastorale degli anziani e il contrasto alla cultura dello scarto acquisiscano rilevanza e divengano una preoccupazione ordinaria della vita di ogni comunità ecclesiale.
«Con la celebrazione della sua terza edizione, la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani si conferma come un appuntamento fisso nella vita delle comunità ecclesiali e si arricchisce di nuovi significati - scrivono Gleison De Paula Souza e il cardinale Kevin Farrell, segretario e prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita nelle indicazioni pastorali predisposte per la Giornata - L'attenzione ai nonni ed agli anziani, infatti, non è solo un dovere di gratitudine e di affetto, ma una necessità per costruire una società più umana e fraterna. Il Santo Padre ci invita a riconoscere il loro valore nella trasmissione della fede e della speranza alle nuove generazioni e a farlo in maniera non occasionale, ma permanente. Non si tratta, cioè, di celebrare una volta all'anno i nostri cari anziani, ma di farli sentire parte integrante della nostra famiglia cristiana e della nostra storia comune. Del resto in molti luoghi del mondo essi sono il punto di riferimento per le comunità e i custodi della memoria. All'interno delle nostre comunità si impone, perciò, un cambiamento di mentalità, superando quei pregiudizi che fanno apparire gli anziani come persone passive ed inutili ed abituandoci ad un'attenzione pastorale contrassegnata dalla reciprocità e dalla condivisione».