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L'11 novembre del 2016, il vescovo Francesco Marino veniva eletto pastore della diocesi di Nola.
«Desidero - scrisse nel messaggio che inviò alla Chiesa di Nola - rivolgere a tutti voi un primo, cordiale ed affettuoso saluto, nel momento in cui, per la premura di papa Francesco, sono eletto come vostro vescovo e a voi inviato nella continuità della successione apostolica a custodire la vostra fede, così ricca di storia e cultura, a rinvigorire la speranza, da voi già costantemente testimoniata nel vissuto quotidiano delle famiglie e delle comunità, a crescere con voi nella carità di Cristo che “urge” più che mai nel vasto campo delle povertà, delle sofferenze e, in generale, delle attese e delle umane speranze nei nostri territori, ad agire quale promotore di pace e di giustizia, secondo i disegni di Dio, con tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Vi abbraccio e vi benedico uno per uno, chiedendo che il Signore faccia brillare il suo volto su di voi e vi conceda pace».
Il 15 gennaio 2022, saranno invece cinque anni dal suo ingresso in diocesi.
Ecco il testo completo del Messaggio alla Chiesa di Nola dell'11 novembre
Fratelli e sorelle carissimi della Chiesa santa di Nola,
desidero rivolgere a tutti voi un primo, cordiale ed affettuoso saluto, nel momento in cui, per la premura di papa Francesco, sono eletto come vostro vescovo e a voi inviato nella continuità della successione apostolica a custodire la vostra fede, così ricca di storia e cultura, a rinvigorire la speranza, da voi già costantemente testimoniata nel vissuto quotidiano delle famiglie e delle comunità, a crescere con voi nella carità di Cristo che “urge” più che mai nel vasto campo delle povertà, delle sofferenze e, in generale, delle attese e delle umane speranze nei nostri territori, ad agire quale promotore di pace e di giustizia, secondo i disegni di Dio, con tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Come dimenticare in questo momento le urgenti problematiche sociali legate al mondo del lavoro e le varie aspettative di chi ne è privo!
Spero vivamente di poter essere per voi e con voi segno, povero certamente come tutti i segni, del vero Agnello e Pastore e potermi dedicare con ogni mia forze e capacità a tutti e ciascuno. Perciò ripeto in questo momento a voi quanto ho avuto modo di scrivere a papa Francesco nel momento di accettare la nomina: “Sarà il Signore Stesso a sostenere i passi e un più generoso impegno nella dedizione pastorale che intendo rinnovare oggi nelle mani di Vostra Santità, facendo mie proprio le parole di Pietro il quale esorta a pascere il gregge di Dio sorvegliandolo non perché costretto ma volentieri, come piace a Dio, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, non come padrone delle persone a me affidate, ma facendomi modello del gregge (cfr. 1Pt 5,2-4)”.
Carissimi, vi confesso che porto nel cuore un certo dolore per il distacco dalla chiesa di Avellino che ho servito amandola e per la quale invoco in questo momento ogni benedizione e pace da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo; ma a questa ulteriore chiamata di Gesù, che esige da parte mia una nuova “conversione” della vita, non potrei aggiungere altro se non proferire ancora una volta: “Eccomi”, con lo stesso spirito di fede della Madre del Signore, mentre a voi chiedo di fare altrettanto per camminare insieme, secondo le ispirazioni di Dio. Mi presento così a voi con tutta umiltà, ben consapevole dei miei limiti e del grave compito che il Signore pone sulle mie spalle. Forte unicamente dell’amore per il Signore e il suo Regno, incoraggiato dalla fama della ricchezza di carismi e ministeri e del senso di corresponsabilità di cui la chiesa di San Felice e di San Paolino gode. Fin d’ora vi invito a pregare, come io sto facendo già da alcuni giorni, affinché quanto scaturisce oggi dal nostro incontro corrisponda pienamente alla volontà del Padre celeste e al suo sogno di una chiesa che sia integrale trasparenza del suo tenero amore per tutti i suoi figli e gioiosamente proiettata, nella sequela di Gesù, all’annuncio del suo Regno e alla testimonianza profetica del “di più” della fede, per la salvezza del mondo. In tal senso è quanto mai urgente rivolgere a Lui il nostro sguardo per vedere insieme noi stessi e il nostro mondo con gli occhi di Dio. È indispensabile assumere fino in fondo la logica dettata dalla croce di Cristo – quella dell’amore che si dona incondizionatamente – e, soprattutto, tradurre in esperienza vitale a tutti i livelli, personali e comunitari, la gratuita e sorprendente consapevolezza della novità, sempre imprevedibilmente luminosa, della risurrezione del Signore e della sua continua attualizzazione nella storia ad opera dello Spirito Santo e dei suoi carismi. So che la chiesa di Nola è una Chiesa viva e che in questo tempo “sinodale” avete vissuto una stagione ricca di grazia sotto la guida del caro arcivescovo Beniamino, a cui rivolgo un grato saluto nella comunione fraterna, intendendo con ciò abbracciare tutti voi, presbiteri e diaconi, religiosi/e, i seminaristi, l’Azione Cattolica e le varie espressioni del Laicato. Vi abbraccio e vi benedico uno per uno, chiedendo che il Signore faccia brillare il suo volto su di voi e vi conceda pace.
Che il Pastore supremo quando apparirà possa donarci la corona della gloria che non appassisce!
Vostro Francesco, vescovo