La Domenica delle Palma ha dato inizio alla Settimana Santa, tempo in cui i cristiani collocano il proprio cuore in quei luoghi di Gerusalemme dove sono avvenuti gli eventi salvifici della Passione, Morte e Risurrezione del Signore Gesù Cristo.
Dopo il trionfale ingresso nella Città Santa, tra gli "Osanna al Figlio di Davide" che acclamavano Cristo come re, i fedeli si preparano a celebrare il Triduo Pasquale che ha inizio nel pomeriggio del Giovedì Santo, con la Messa in Coena Domini, e termina il Sabato Santo, con la celebrazione della Veglia pasquale.
Messa Crismale, prologo al Triduo pasquale
Come porta ai giorni del Santo Triduo, il giovedì mattina, si celebra la Messa Crismale durante la quale i sacerdoti rinnoveranno le promesse pronunciate il giorno dell'ordinazione sacerdotale e il vescovo consacrerà gli oli santi che, al termine della celebrazione, verranno distribuiti alle comunità diocesane:
- il crisma, usato nelbattesimo, nellacresimae nell'ordinazione dei presbiterie deivescovi, nellaconsacrazione della chiesa e dell’altare;
- l'olio dei catecumeni viene usato unzione pre-battesimale;
- l'olio degli infermi viene usato per l'unzione degli infermi.

Il vescovo di Nola, Francesco Marino, celebrerà la Messa Crismale domani 17 aprile, alle 9.30, presso la Cattedrale di Nola. Nella lettera scritta per il pellegrinaggio giubilare dello scorso 4 aprile, monsignor Marino ha ricordato l'importanza di questa celebrazione: «Tutti, dunque, vescovi, presbiteri, diaconi e fedeli laici, come parte dell’unico popolo di Dio, siamo sacerdoti nel senso che in quel regnare/servire presentiamo nella preghiera al Signore l’offerta spirituale della nostra vita e nella carità doniamo a fratelli lo stesso amore oblativo di Cristo. Questa in tutte le sue forme, liturgiche, catechetiche e assistenziali è l’unica missione della Chiesa. Tutto questo è mirabilmente significato nella Messa crismale del Giovedì santo mattina», ha scritto sottolienando che la Messa Crismale non è riservata ai soli presbiteri. Ha quindi invitato tutti alla celebrazione: «Mi è caro per questo esprimervi un mio desiderio: come abbiamo trovato l’opportunità di venire in pellegrinaggio a Roma, così ci ritroveremo tutti nella nostra Cattedrale, cuore della nostra diocesi, per partecipare insieme alla Messa Crismale. Lo desidero fortemente, anzitutto, per il valore ecclesiale che essa racchiude e, non meno, quest’anno anche per la circostanza di gratitudine a Dio nel sessantesimo anniversario di ordinazione presbiterale del nostro Vescovo emerito Mons. Depalma, come anche per le occasioni giubilari di altri sacerdoti. Pertanto, colgo anche l’occasione di invitare tutta la nostra chiesa ad unirsi a me durante la concelebrazione del prossimo 17 aprile alle 9.30, nel ringraziamento a Cristo buon Pastore per Padre Beniamino e per i confratelli che celebrano l’anniversario giubilare. Sarà un’occasione per ravvivare i nostri vincoli di comunione ecclesiale e per pregare per le vocazioni sacerdotali di cui sentiamo un grande bisogno nella nostra chiesa diocesana».
La Santa Messa Crismale sarà trasmessa in diretta su Videonola, canale 94 del Digitale Terrestre e sui profili social della diocesi.
Giovedì Santo: l'Eucaristia memoriale dell'amore di Cristo per l'umanità
La Messa in Coena Domini è il primo solenne momento liturgico del Triduo pasquale, è la Messa dove si commemora l’Ultima Cena, «la sera in cui Cristo ha lasciato ai suoi discepoli il testamento del suo amore nell’Eucaristia, ma non come ricordo, ma come memoriale, come sua presenza perenne. Ogni volta che si celebra l’Eucaristia, come dissi all’inizio, si rinnova questo mistero della redenzione - si legge nella catechesi di papa Francesco del 2021 sul Triduo Pasquale - In questo Sacramento, Gesù ha sostituito la vittima sacrifical, l’agnello pasquale, con sé stesso: il suo Corpo e il suo Sangue ci donano la salvezza dalla schiavitù del peccato e della morte. La salvezza da ogni schiavitù è lì. È la sera in cui Egli ci chiede di amarci facendoci servi gli uni degli altri, come ha fatto Lui lavando i piedi dei discepoli. Un gesto che anticipa l’oblazione cruenta sulla croce. E infatti il Maestro e Signore morirà il giorno dopo per rendere mondi non i piedi, ma i cuori e l’intera vita dei suoi discepoli. È stata un’oblazione di servizio a tutti noi, perché con quel servizio del suo sacrificio ci ha redenti tutti».
Il vescovo Francesco Marino presiederà la Messa in Coena Domini presso la Cattedrale di Nola, domani 17 aprile, alle 19:00.
Durante questa celebrazione eucaritica si svolge anche il gesto della lavanda dei piedi: il vescovo ripete il gesto compiuto da Gesù ai suoi discepoli, a sottolineare la dimensione del servire come propria del discepolato cristiano.
Al termine della Messa in Cena Domini non vi è saluto, benedizione o congedo, ma la processione del Santissimo Sacramento che viene portato solennemente all'altare della reposizione, dove riposerà fino al termine dell'Azione liturgica del Venerdì Santo. Anche l'altare è spogliato di ogni suppellettile: come la chiesa, anche la mensa, luogo liturgico centrale, è resa segno di lutto per la Passione del Signore.
Venerdì Santo: il cuore è sul Calvario, è il giorno della Croce
Il Venerdì Santo è giorno di penitenza, di digiuno e di preghiera. Il cuore dei fedeli è sul Calvario per commemorare la Passione e la Morte redentrice di Gesù Cristo. È il giorno della Croce. «Adorando la Croce, rivivremo il cammino dell’Agnello innocente immolato per la nostra salvezza - si legge ancora nella catechesi di papa Francesco del 2021 sul Triduo Pasquale -. Porteremo nella mente e nel cuore le sofferenze dei malati, dei poveri, degli scartati di questo mondo; ricorderemo gli “agnelli immolati” vittime innocenti delle guerre, delle dittature, delle violenze quotidiane, degli aborti... Davanti all’immagine del Dio crocifisso porteremo, nella preghiera, i tanti, troppi crocifissi di oggi, che solo da Lui possono ricevere il conforto e il senso del loro patire. E oggi ce ne sono tanti: non dimenticare i crocifissi di oggi, che sono l’immagine del Crocifisso Gesù, e in loro è Gesù. Da quando Gesù ha preso su di sé le piaghe dell’umanità e la stessa morte, l’amore di Dio ha irrigato questi nostri deserti, ha illuminato queste nostre tenebre [...] Dalle sue piaghe siamo stati guariti (cfr 1 Pt 2,24), dice l’apostolo Pietro, dalla sua morte siamo stati rigenerati, tutti noi. E grazie a Lui, abbandonato sulla croce, mai più nessuno è solo nel buio della morte. Mai, Lui è sempre accanto: bisogna soltanto aprire il cuore e lasciarsi guardare da Lui».

Il vescovo Francesco Marino presiederà la liturgia della Passione del Signore, Venerdì 18 aprile, alle 18:30, presso la Cattedrale di Nola. I tre elementi tradizionali che accompagnano questa celebrazione sono la Liturgia della Parola - lettura evangelica della "Passione secondo Giovanni” -, la lunga Preghiera universale, l’adorazione della croce, la comunione con le specie eucaristiche consacrate nella Messa in Coena Domini.
A seguire, alle 20:00, si svolgerà la processione cittadina di Gesù morto e dell'Addolarata, secondo il seguente percorso: partenza dalla chiesa del Gesù, via Giordano Bruno, piazza duomo, corso Tommaso Vitale, Via de Notariis, via San Paolino, via San Felice, via Tansillo, via Merliano, via Ambrogio Leone, via Sen. Cocozza, via Principessa Margherita, via Morelli e Silvati, corso Tommaso Vitale, via Giordano Bruno e rientro chiesa del Gesù.
Sabato Santo: il silenzio che apre alla speranza dell'Allelujia
Il Sabato Santo è il giorno del silenzio davanti al sepolcro. La Chiesa medita la Passione e Morte del suo Signore, la discesa agli inferi, aspettando nella preghiera e nel digiuno la sua Risurrezione celebrata nella Veglia pasquale, momento culminante del Triduo Sacro e dell’intera Settimana Santa. Essa è conosciuta come “la madre di tutte le Veglie”.
Il vescovo Francesco Marino presiederà la Veglia di Pasqua presso la Cattedrale di Nola, sabato 18 aprile, alle 9:30. Il pontificale per la Domenica di Pasqua si terrà, invece, alle 11:30 del 20 aprile.

«Il Sabato Santo è il giorno del silenzio: un grande silenzio c’è su tutta la Terra; un silenzio vissuto nel pianto e nello smarrimento dai primi discepoli, sconvolti dalla morte ignominiosa di Gesù - spiega ancora papa Francesco nella catechesi del 2021 sul Triduo Pasquale - Mentre il Verbo tace, mentre la Vita è nel sepolcro, coloro che avevano sperato in Lui sono messi a dura prova, si sentono orfani, forse anche orfani di Dio. Questo sabato è anche il giorno di Maria: anche lei lo vive nel pianto, ma il suo cuore è pieno di fede, pieno di speranza, pieno d’amore. La Madre di Gesù aveva seguito il Figlio lungo la via dolorosa ed era rimasta ai piedi della croce, con l’anima trafitta. Ma quando tutto sembra finito, lei veglia, veglia nell’attesa custodendo la speranza nella promessa di Dio che risuscita i morti. Così, nell’ora più buia del mondo, è diventata Madre dei credenti, Madre della Chiesa e segno di speranza. La sua testimonianza e la sua intercessione ci sostengono quando il peso della croce diventa troppo pesante per ognuno di noi. Nelle tenebre del Sabato Santo irromperanno la gioia e la luce con i riti della Veglia pasquale e, in tarda serata, il canto festoso dell’Alleluia. Sarà l’incontro nella fede con Cristo risorto e la gioia pasquale si prolungherà per tutti i cinquanta giorni che seguiranno, fino alla venuta dello Spirito Santo. Colui che era stato crocifisso è risorto! Tutte le domande e le incertezze, le esitazioni e le paure sono fugate da questa rivelazione. Il Risorto ci dà la certezza che il bene trionfa sempre sul male, che la vita vince sempre la morte e la nostra fine non è scendere sempre più in basso, di tristezza in tristezza, ma salire in alto. Il Risorto è la conferma che Gesù ha ragione in tutto: nel prometterci la vita oltre la morte e il perdono oltre i peccati. I discepoli dubitavano, non credevano. La prima a credere e a vedere è stata Maria Maddalena, è stata l’apostola della resurrezione che è andata a raccontare che aveva visto Gesù, il quale l’aveva chiamata per nome. E poi, tutti i discepoli l’hanno visto. Ma, io vorrei soffermarmi su questo: le guardie, i soldati, che erano nel sepolcro per non lasciare che venissero i discepoli e prendessero il corpo, lo hanno visto: lo hanno visto vivo e risorto. I nemici lo hanno visto, e poi hanno fatto finta di non averlo visto. Perché? Perché sono stati pagati. Qui è il vero mistero di quello che Gesù disse una volta: “Ci sono due signori nel mondo, due, non di più: due. Dio e il denaro. Chi serve il denaro è contro Dio”. E qui è il denaro che ha fatto cambiare la realtà. Avevano visto la meraviglia della resurrezione, ma sono stati pagati per tacere. Pensiamo alle tante volte che uomini e donne cristiani sono stati pagati per non riconoscere nella pratica la resurrezione id Cristo, e non hanno fatto quello che il Cristo ci ha chiesto di fare, come cristiani».