di suor Ketty Marsico
In una cultura che considera il corpo come oggetto di utilizzo di piacere; in un’epoca in cui la donna non accetta il cambiamento del proprio corpo nel trascorrere degli anni e si rifugia in un abbigliamento estremamente giovanile per non essere da meno dei propri figli: la donna consacrata ricorda la dignità preziosa del corpo con alto senso di vera libertà.
Se la corsa frenetica all’autorealizzazione orienta l’uomo e la donna ad una vita senza vocazione, la donna consacrata vive la bellezza e l’impegno della vita nel comprendere la realizzazione della propria vocazione accogliendo i cambiamenti personali e sociali.
In una cultura ossessionata dalla quota rosa e dalla ricchezza economica, la donna consacrata ricorda che non definisce il potere, ma ciò che siamo.
Tra donna e consacrazione c’è il legame evidente che la consacrazione arricchisce la femminilità e la stessa arricchisce la consacrazione.
La vita consacrata non può essere mai una repressione o una negazione della propria identità sessuale. Una donna che accetta e vive integralmente il suo corpo è pronta per esprimere nel silenzio della sua sessualità la propria opzione e appartenenza.
È consapevole che il linguaggio del corpo è un linguaggio di amore e che da educatrice ogni carezza verso una bambina/o, una/un adolescente, una ragazza/o, ogni attenzione verso chi soffre e ogni suo silenzio parla di questo amore con la certezza che questa offerta silenziosa la rende feconda ad un alto livello umano e fraterno.
In questo modo, la donna consacrata, si sente “incinta del mondo” partorendo figli con il suo sì verginale. Come Maria soffre le doglie del parto quando questi suoi figli soffrono, si smarriscono, si disorientano, sono emarginati.
Una donna che vive a pieno la propria femminilità sa che non può rinunciare al desiderio di vivere per lo sguardo di qualcuno, al desiderio di essere belle e la donna consacrata orienta tutto per la bellezza e la sofferenza del mondo.
Una donna che sa che è fatta per essere sposa e madre scopre nella castità consacrata un modo misterioso ma reale di sviluppare ogni sua potenzialità affettiva, ogni risorsa del suo essere donna.
Sa che la donna è cuore della famiglia e per questo cerca innanzi tutto di fare del suo stesso cuore una casa dove il Signore trovi conforto e sollievo e una famiglia in ogni ambiente dove si muove.
Così può vivere la sua identità di donna e più ricca diventa la sua consacrazione. Più concretizza la sua consacrazione, più sviluppa la sua femminilità.
La donna consacrata che lo è pienamente umanizza quanto tocca sia dai vertici di maggiore responsabilità che dalle disposizioni più discrete