Domani e il 23 marzo a Nola, presso la Comunità Missionaria di Villaregia, è in programma il laboratorio “Perdona e rivivi”, un evento presenziale per comprendere l’importanza del perdono, imparare i passi concreti per accordarlo e per cominciare una nuova vita.
Imparare a perdonare per tornare a vivere
"Perché quell'offesa ricevuta tempo fa ancora mi ferisce profondamente? Perché devo perdonare chi mi ha arrecato dolore? Perché Gesù sottolinea tanto l'importanza di perdonare i nostri offensori? Come posso superare la resistenza del mio corpo al perdono?" sono queste le domande che Anna Caliendo, missionaria della Comunità di Villaregia, cita come «ascoltate spesso nei nostri dialoghi con le persone ed hanno bussato anche al nostro cuore in certi momenti della vita».
Il laboratorio “Perdona e rivivi!” esplora il tema del perdono come processo trasformativo. Attraverso un percorso esperienziale e formativo, i partecipanti affrontano il dolore delle ferite personali, riconoscendo sentimenti di delusione e frustrazione. Questo evento permette di osservare, comprendere e accettare le offese, trasfigurando il passato e migliorando le relazioni future.
Percorsi concreti per apprendere l'arte del perdono
«Il perdono ai nemici rappresenta l'apice della vita cristiana ed è evidente quanto sia cruciale per la convivenza umana - ha aggiunto Caliendo -; eppure è così difficile trovare percorsi concreti per l'insegnamento del perdono, anche nella Chiesa cattolica». È nato così il laboratorio del perdono come risposta alle sfide della vita e alle domande delle persone. È un itinerario che integra contenuti teologici, evangelici e le ultime scoperte di psicologia e neuroscienza.
Il primo obiettivo che si pone questo percorso di fede è cambiare le convinzioni che ostacolano il perdono. Mentre il secondo obiettivo è apprendere e applicare immediatamente i passi del perdono per sperimentare un segreto essenziale: «Il perdono è un dono, prima di tutto per noi stessi. Liberandoci dalle catene del passato, possiamo vivere il presente con speranza verso un futuro nuovo. Gesù, che ci esorta a perdonare settanta volte sette, lo fa perché siamo noi i primi beneficiari. Abbiamo visto persone rinascere dopo aver vissuto pesanti eventi dolorosi; abbiamo visto persone che hanno ritrovato la forza di sorridere di nuovo alla vita, persone che hanno ripreso il loro progetto di vita matrimoniale o di consacrazione messo in crisi da ferite profonde. Il perdono richiede coraggio: affrontare il passato, riaprire ferite per purificarle e risignificarle», ha concluso Caliendo.
Sul sito si possono approfondire ulteriori dettagli della presentazione del laboratorio e compilare il modulo di iscrizione per parteciparvi. Inoltre, il 27 aprile ci sarà una mezza giornata che gli organizzatori chiamano "di rinforzo".