Nola: in Cattedrale la Messa per i vent'anni di episcopato di monsignor Marino

Appassionata l'omelia del presule che ha ripercorso questi anni di ministero a servizio delle Chiese di Avellino e Nola: «Il mio cuore, in questo momento, è colmo di riconoscenza per il Signore e per ciascuno di voi! Da parte mia, ho sempre sentito dentro di me il desiderio profondo di far sì che tutti potessero giungere, a partire dall'ascolto della Parola di Dio, a uno sguardo contemplativo dell'Amore - perché Dio è Amore - e della sua presenza nella storia degli uomini»

Ieri sera, presso la Chiesa di Nola si è ritrovata presso la Cattedrale diocesana per vivere la Celebrazione eucaristica di ringraziamento per il ventesimo anniversario di consacrazione episcopale del vescovo Francesco Marino

Originario di Cesa, comune casertano della diocesi di Aversa, monsignor Marino, il 13 novembre 2004 è stato eletto vescovo di Avellino. L'8 gennaio 2005, nella chiesa cattedrale di Aversa, ha ricevuto l'ordinazione episcopale e il 15 gennaio ha iniziato il Ministero episcopale nella diocesi. L’11 novembre 2016 è stato eletto vescovo della diocesi di Nola dove ha ha iniziato il Ministero episcopale il 15 gennaio 2017.

Durante l'omelia, il vescovo Marino ha ripercorso gli anni di episcopato: «Oggi come allora sento trepidazione e timore».

Trepidazione e timore, gioia e speranza. Questi i sentimenti condivisi dal vescovo di Nola durante l'omelia per il ventesimo anniversario di ordinazione episcopale, celebrato presso la Cattedrale diocesana insieme alle comunità parrocchiali, al presbiterio, alle aggregazioni laicali, ai consacrati. 

«Come ho sempre detto, la giornata pro episcopo vuole essere insieme giornata pro ecclesia, perché ubi episcopus ibi ecclesia.  Vedendo voi, penso, quindi, alla nostra amata diocesi, alla sua storia,  alla sua missione e  presenza pastorale  su questo  tanto  complesso territorio: essa è stata, soprattutto a partire da san Paolino, crocevia dello splendido e drammatico travaglio della civiltà cristiana di cui siamo eredi, con tutte le problematiche, per certi versi provocatorie e affascinanti, che i tempi moderni suscitano!» ha detto monsignor Marino, rivolgendosi alla Chiesa che dal 2017 guida come pastore. «Penso alla nostra diocesi, ricca del patrimonio millenario delle tradizioni cristiane e disponibile a testimoniare oggi la sua fede in Cristo... Per questo possiamo ritenere che Nola occupi ancora un posto particolare nel cammino della chiesa cattolica: accogliete, dunque, oggi il mio saluto più affettuoso e sentiamoci tutti incoraggiati nell’impegno pastorale che stiamo compiendo in comunione con papa Francesco, la chiesa di Roma e le altre chiese sorelle della Italia con i propri vescovi in questo cammino sinodale ora aperto anche alla grazia dell’anno santo, quali pellegrini di speranza. Queste parole, carissimi, vi fanno comprendere la trepidazione e il timore che allora sentivo in me, e ancora oggi sento, immutato, anzi accresciuto qui a Nola. So, però, di poter  partecipare alla straordinaria ricchezza della vita di questa Chiesa. So di poter attingere ancora largamente agli insegnamenti e agli esempi di san Paolino e della  tradizione degli altri pastori che mi hanno preceduto. So di poter trovare anche oggi molti doni spirituali tra voi e chiedo al Signore di infondere in me un amore grande verso tutti», ha aggiunto il presule.

Il grazie al Signore e al popolo di Dio affidatogli: «Mi avete aiutato a spendermi per la Chiesa».

Ripercorrendo gli anni di episcopato, il vescovo Marino ha quindi rivolto un accorato grazie al Signore ma anche al popolo che gli è stato da lui affidato: «Voi mi avete aiutato a sentire sempre il mio servizio in relazione a Cristo e alla Chiesa, a spendermi per la chiesa, per il primato di Dio e del Vangelo, per il primato della grazia e dello Spirito. E, ancora, ho potuto cogliere in tanti uomini e donne alla ricerca spesso faticosa e sofferta della verità, i due movimenti tipici del mistero di Cristo che abbiamo celebrato in  questi giorni santi della Manifestazione del Signore, come ancora il vangelo di oggi ci fa riconoscere:  quello della luce  di Cristo che vuole illuminare tutti, quello del Pane della vita offerto a tutti, e quello del cammino di ogni uomo che lo cerca, perché di Lui ha fame e sete ed è aperto all’incontro con Lui. Il mio cuore, in questo momento, è colmo di riconoscenza per il Signore e per ciascuno di voi! Da parte mia, ho sempre sentito dentro di me il desiderio profondo di far sì che tutti potessero giungere, a partire dall'ascolto della Parola di Dio, a uno sguardo contemplativo dell'Amore - perché Dio è Amore - e della sua presenza nella storia degli uomini. Ho sentito in me la convinzione che non c'è dono più grande da accogliere e da trasmettere che quello della gloria di Dio, della luce di Cristo e dello sguardo divenuto capace di riconoscerla, come hanno fatto gli Apostoli, i discepoli e le discepole, per testimoniarla in ogni tempo».

L'appassionato saluto del vicario generale della diocesi.

Appassionato anche il saluto del vicario generale della diocesi, monsignor Pasquale Capasso: «Siamo riuniti intorno all’altare del Signore per condividere la liturgia di lode e di ringraziamento per l'anniversario della sua ordinazione episcopale. Venti anni fa lo Spirito Santo l'ha scelto per esercitare la paternità di Dio e l’autorevolezza di Cristo nella Comunità cristiana prima nella chiesa di Avellino e da otto anni nella nostra amata Chiesa di Nola. Otto anni intensi: iniziati con la legittima curiosità di conoscersi, continuati con l’approfondimento dello stile, del tratto umano, dello spessore spirituale. Abbiamo sperimentato l’esercizio della sua paternità attraverso il silenzio, la pazienza, la parola decisa a tempo opportuno, l’incoraggiamento necessario, l’indirizzo da seguire nella vita ecclesiale: doti che hanno contribuito a creare quel clima di fiducia reciproca, necessario per la testimonianza della fede - ha sottolineato il vicario - Il ventesimo anno del suo ministero coincide con l’anno giubilare. Il tema del Giubileo “pellegrini di speranza” può rappresentare per la nostra Chiesa uno stile e un impegno. Lo stile è quello del pellegrino che aiuta a sanare due probabili tentazioni del nostro tempo: la tentazione del “mordi e fuggi”, di una estemporaneità che non ha lo sguardo teso alla meta, Gesù autore e perfezionatore della nostra fede; la tentazione dell’indugiare, del tentennare che la sua radice in una fede non coltivata. L’impegno è ad essere “ancorati alla speranza” che non delude e di cui dobbiamo essere segni tangibili come chiede il Papa nella Spes non confundit: “Sì, abbiamo bisogno di abbondare nella speranza (cfr. Rm 15,13) per testimoniare in modo credibile e attraente la fede e l’amore che portiamo nel cuore; perché la fede sia gioiosa, la carità entusiasta; perché ognuno sia in grado di donare anche solo un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito, sapendo che, nello Spirito di Gesù, ciò può diventare per chi lo riceve un seme fecondo di speranza”».






Questo sito web utilizza i cookie
Questo sito o gli strumenti di terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner acconsenti all'uso dei cookie.
design komunica.it | cms korallo.it.