L’Insegnamento della religione cattolica occasione per un orizzonte di senso

In vista della scelta di avvalersi dell’Insegnamento della religione cattolica nell’anno scolastico 2025/26, i vescovi italiani hanno rivolto un messaggio a studenti e genitori

Dal 21 gennaio al 10 febbraio 2025. Questo il tempo previsto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito per le iscrizioni al primo anno della scuola primaria, secondaria di primo o secondo grado e dei Centri di formazione professionale regionali, per l’anno 2025/2026.

I genitori chiamati a scegliere i diversi cicli di percorso formativo potranno, all’atto dell’iscrizione fa effettuare secondo le indicazioni ministeriali, scegliere o meno di avvalersi dell’Insegnamento della religione cattolica. A studenti e genitori, in vista di questo importante appuntamento, i vescovi italiani hanno rivolto un messaggio.

Cei: «Il Giubileo ci conferma che il messaggio cristiano parla all’uomo»

La Conferenza episcopale italiana ha voluto invitare le famiglie italiane a vivere la scelta dell’Insegnamento della religione cattolica come «una possibilità, grazie alla quale nel percorso formativo entrano importanti elementi etici e culturali, insieme alle domande di senso che accompagnano la crescita individuale e la vita del mondo. Il tutto, in un clima di rispetto e di libertà, di approfondimento e di dialogo costruttivo».

Anche il Giubileo in corso, che papa Francesco ha voluto dedicare al tema “Pellegrini di speranza”, hanno ricordato i vescovi italiani, con i suoi «forti significati non solo religiosi, ma anche culturali e sociali» conferma che «il messaggio cristiano parli all’uomo di oggi non meno di quanto abbia inciso in passato nella storia e nella cultura nazionale e mondiale. Il Giubileo, infatti, è tra le altre cose sinonimo di riconciliazione, di pace, di dignità umana, di giustizia, di salvaguardia del creato, beni essenziali di cui sentiamo un urgente bisogno».

I docenti di religione cattolica sono testimoni di speranza

E il tema della speranza, hanno aggiunto i vescovi italiani, «provoca in modo speciale il mondo dell’educazione e della scuola, luoghi in cui prendono forma le coscienze e gli orientamenti di vita e si pongono le basi delle future responsabilità». Ecco perchè, i docenti di religione sono tesimoni di speranza  «che uniscono alla competenza professionale l’attenzione ai singoli alunni e alle loro domande più profonde. Siamo molto grati a tutti gli insegnanti che, mentre offrono le ragioni della speranza che li muove, accompagnano coloro che stanno crescendo a scoprire la bellezza e il senso della vita, senza cedere alle tentazioni dell’individualismo e della rassegnazione, che soffocano il cuore e spengono i sogni», ha aggiunto la Cei.

È necessario costruire nuovi «orizzonti di collaborazione e di speranza» hanno sottolineato i vescovi per sostenere, accogliendo le parole di papa Francesco, la necessità di «un’alleanza sociale per la speranza, che sia inclusiva e non ideologica, e lavori per un avvenire segnato dal sorriso di tanti bambini e bambine» (Spes non confundit, 9).





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