Libro dei proverbi: suggerimenti di sapienza per i più giovani

La riflessione del professore Giuseppe Lubrino approfondisce il contributo educativo offerto dal testo redatto tra VIII-II secolo a. C.

di Giuseppe Lubrino

L’adolescenza è una fase della vita delicata e complessa. Generalmente le scelte che si compiono in questo periodo della vita risultano determinanti nel definire la persona che si desidera diventare nella società. In tale contesto, ricevere una “guida” trovare un “supporto” che possa sostenere i giovani nel loro percorso di sviluppo, crescita e maturazione personale può risultare indispensabile. I libri sapienziali della Sacra Scrittura mirano a fornire un’istruzione capace di incidere significativamente sull’esperienza di tutti coloro che decidono di abbeverarsi alle sue fonti. A partire da questa prospettiva si intende proporre un invito alla lettura del libro dei proverbi. Si legga quanto segue: “La sapienza è un fatto imprescindibile per orientarsi nella vita: è un “saper vivere” che abbraccia tutte le dimensioni dell’esistenza. Ma la vera sapienza non è disgiungibile dalla consapevolezza che la vita è un mistero più grande della capacità intellettuale di venirne a capo, e proprio la coscienza di questo limite è sapienza” (Alberto Mello).

Proverbi un libro bussola per la vita 

Il libro dei Proverbi è il testo della sapienza per antonomasia. Ha avuto una gestazione redazionale molto lunga poiché è costituito da un’antologia di testi che sono stati scritti in epoche diverse per essere poi raccolti nel periodo post-esilio della storia del popolo ebraico.

Solitamente gli studiosi collocano la formazione di questa collezione di scritti tra VIII-II secolo a.C., il popolo di Israele dopo essere tornato dall’esilio in Babilonia, avverte l’esigenza di “recuperare” e “preservare” la propria identità culturale e religiosa. La traumatica esperienza dell’esilio aiutó il popolo eletto a prendere coscienza del proprio errore e a riscoprire l’importanza di mantenersi fedele agli insegnamenti di Jahvè fonte di vita e di realizzazione integrale. In tale contesto, si può collocare l’ambiente storico del libro dei proverbi. La struttura portante del testo là si può individuare nel termine ebraico màsàl il quale ha un significato ambivalente: “governare” – “dirigere” – “similitudine”.

L’agiografo dei proverbi mediante l’utilizzo di una graduale pedagogia intende trasmettere ai lettori degli “insegnamenti” adeguati per sapersi orientare nella vita, compiere scelte consapevoli, essere in grado di coltivare un modo di essere e di agire funzionale alla conoscenza, alla crescita e alla maturazione personale. I proverbi biblici si configurano nell’orizzonte dell’esperienza quotidiana e tendono ad ampliare nei credenti la capacità di resilienza in ambito relazionale e sociale.  Il Dio creatore è il principio dell’ordine dell’universo e l’atteggiamento degli esseri umani può e deve costituirsi come un riflesso nel mondo di tale ordine prestabilito. Pertanto, apprendere l’arte del buon vivere facilita l’osservanza e la fedeltà ai dettami delle Torah

In tal senso, questi scritti costituiscono un patrimonio pedagogico- educativo dal valore incomparabile. Essi sono destinati a tutti i coloro che intendono “formare” la propria coscienza nel bene ed evitare così il male. I destinatari privilegiati dei proverbi biblici sono gli “inesperti” i giovani poiché la loro identità personale è in fase di costruzione e possono trarre da questi testi degli insegnamenti solidi per forgiare al meglio il loro carattere personale. Gli studiosi ipotizzano l’esistenza di un’istituzione formativa in Israele: una scuola all’interno della quale vi era la figura del “maestro” e quella del “discepolo”, in cui si confereriva massima importanza alla dimensione dell’esperienza e si instaurava un rapporto padre/figlio. È all’interno di questa relazione educativa che si possono inquadrare molti dei proverbi contenuti in questa raccolta si legga un esempio:

“Mangia il miele, figlio mio, perché è buono
e il favo è dolce al tuo palato.
Sappi che tale è la sapienza per te;

se la trovi, avrai un avvenire
e la tua speranza non sarà stroncata”.
Pr 24,13-14

La metafora adoperata è tratta dall’ambiente culinario e sottolinea l’importanza di “formarsi” alla sapienza per “realizzarsi” completamente nella vita e maturare uno sguardo positivo sul proprio futuro mediante l’esercizio della speranza.

Non pochi giovani durante l’adolescenza vivono un periodo di angoscia dovuto al senso dell’incertezza e della confusione che poi li porta a sperimentare l’inadeguatezza e il disadattamento. Pertanto, confrontarsi con i testi sapienziali può risultare utile al fine di apprendere una “guida” per affrontare e superare i conflitti tipici di questa fase di transizione della vita che segna il passaggio dall’infanzia all’età adulta. Il libro dei proverbi rappresenta una scuola di virtù ed ha preservato nei secoli la sua attualità.

Il professore Sebastiano Pinto – ad esempio – pone in evidenza una delle caratteristiche peculiari di questo scritto: il carattere preventivo. Diverse massime ed esortazioni contenute nel testo, infatti, svolgono una funzione informativa e performativa circa i rischi e pericoli cui vanno incontro coloro che coltivano e praticano - ad esempio- la stoltezza o che intraprendono relazioni con donne dai facili costumi o che trascurano la causa dei più deboli. Porsi a confronto con il libro dei proverbi significa predisporsi a conoscere e scoprire le “virtù” per “allenare” le proprie azioni, accrescere le proprie abilità operative, acquisire competenze pratiche per migliorare la qualità e il benessere della propria vita all’interno della comunità familiare, scolastica e sociale. Si legga quanto segue:

“Il timore di Dio è una scuola di sapienza,
prima della gloria c'è l'umiltà”.
Proverbi 15,33

Il professore Chifari pone in rilievo il vocabolario pedagogico del libro dei proverbi con l’intento di mostrarne il carattere educativo che ne costituisce l’impalcatura. A questo punto, si può cogliere e “sviscerare” il significato profondo di alcuni verbi come ascoltare, conoscere, acquistare, capire, comprendere, interpretare, avere senno, valutare, discernere. L’importanza di acquisire e applicare nel concreto della propria quotidianità le maggiori virtù di cui i giovani devono “rivestirsi” per conseguire e padroneggiare la Sapienza: conoscenza, comprensione, prudenza, accortezza, discrezione, guida, consiglio, competenza, ingegnosità. Tali acquisizioni, dimostrano il background culturale di cui l’opera é costituita e pongono in luce il dialogo che la cultura giudaica avviò con la paideia greca. Tale dialogo costituisce il cuore del cristianesimo. La cultura biblica - in effetti - ha saputo attingere la parte migliore della cultura greca per far risplendere in tutta la sua forza la totalità della verità del “logos-Cristo”.

Infine, proporre una lettura di questi testi in chiave pedagogica risulta non temerario poiché leggere e meditare il libro dei proverbi sollecita e facilita nei lettori l’acquisizione di abilità e competenze spendibili nella vita quotidiana: life skills. Tali “abilità e competenze” sono state ideate da Rogers e derivano dal modello pedagogico bio psico sociale, il quale intende promuovere all’interno della società il benessere psicologico e sociale dei cittadini. Le life skills si riferiscono ai “talenti” di cui ognuno dispone e che attraverso gli “stimoli” giusti può imparare a fare emergere, a tirar fuori da sé per portare frutto. Le life skills in genere vengono raggruppate in tre macroaree: cognitiva, relazionale-comportamentale e emotiva. La sfera cognitiva promuove - ad esempio - lo sviluppo della capacità di imparare a prendere decisioni (decision making) in merito alle scelte da compiere nella vita così da poter valutare e comprendere aspetti, vantaggi, svantaggi, convenienza e il benessere che ne può derivare.  In quest’area si promuove anche lo sviluppo della capacità di risolvere i problemi/conflitti (problem solving), che indica, invece, l’abilità di destreggiarsi all’interno di situazioni problematiche così da ricercare la soluzione più adeguata. Vi è poi lo sviluppo del pensiero creativo e del pensiero critico. L’area relazionale-comportamentale promuove l’acquisizione delle capacità interpersonali, l’importanza di tessere relazioni costruttive, sane e mirate ad accrescere il benessere della persona.
La sezione emotiva verte sull’importanza di “imparare” ad apprendere e gestire le emozioni, sulla necessità di saper controllare lo stress. Ciò fa poi emergere l’importanza di saper fare introspezione e apprendere l’autoconsapevolezza. Tutte queste qualità - opportunamente - “sollecitate” favoriscono nei giovani la costruzione di un’identità personale solida, libera e responsabile.

L'importanza della Bibbia nei luoghi educativi

Detto ciò, si può dedurre il perché risulta appropriato promuovere e diffondere la conoscenza della Bibbia nei luoghi deputati all’educazione e alla formazione delle coscienze. Giacché si potrà così disporre di uno “strumento” adeguato ad imparare – come ha affermato di recente papa Francesco agli educatori di Azione cattolica – ad abitare i labirinti della complessità che caratterizzano il contesto educativo e culturale odierno. Accostarsi ai libri sapienziali della Bibbia è un’occasione per “penetrare” gli enigmi della vita, apprendere la capacità di porsi le domande eterne e cogliere delle risposte accettabili per la ragione. Il Leonardo del romanzo pedagogico di Taufer rappresenta un valido paradigma in tale prospettiva: “Sono convinto che l’importante, nella vita, sia saper porsi delle domande; riuscire a formularle nella loro giusta rilevanza, in modo che non venga dato tutto per scontato, in maniera banale e uniforme. Far sì che ciò che accade non scivoli via in modo acritico, come l’acqua piovana che scorre sulle foglie, opporre resistenza, nel senso di sollevare degli interrogativi: questo mi sembra un modo significativo di vivere, esercitando fino in fondo la nostra capacità umana di voler conoscere, di essere curiosi intorno al mondo e alla nostra esistenza”. (cf. L. Taufer, “La radici nascoste - Viaggio filosofico di un adolescente”. pp. 243-244).

Il saggio esorta ed accompagna il giovane inesperto ad incontrarsi con le grandi domande di senso che scaturiscono dalla riflessione filosofica. Fides et ratio si rivelano essere un binomio inscindibile per comprendere e decodificare il senso della realtà.





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