La reliquia di Carlo Acutis visita l’Istituto penale minorile di Nisida

Domani, presso la cappella dell'Istituto, chiesa giubilare, la Santa Messa presieduta da don Ampelio Crema, presidente del Centro culturale San Paolo

Domani 31 gennaio, nella cappella dell’Istituto penale minorile di Nisida (Na), chiesa giubilare, giungerà la reliquia del beato Carlo Acutis, che sarà canonizzato da papa Francesco durante il Giubileo degli adolescenti il prossimo  27 aprile. Don Ampelio Crema, presidente del Centro culturale San Paolo e del Festival della Vita, e il cappellano della struttura, don Fabio De Luca, presiederanno la Santa Messa. Seguirà la consegna di doni ai ragazzi ospitati nella struttura.

Saranno presenti anche Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica della Cei, don Enrico Garbuio, assistente pastorale e spirituale del Servizio, Letizia Franchellucci, referente per i progetti nel territorio, e Raffaele Mazzarella, direttore del Festival della vita 2025, promosso dal Centro culturale San Paolo, nel cui programma si inserisce l'iniziativa, dedicato quest'anno al tema "Vivere è agire come pellegrini di speranza". L’iniziativa, realizzata grazie alla disponibilità di Gianluca Guida, direttore dell’Ipm di Nisida.

La Chiesa è accanto anche ai giovani detenuti 

Don Fabio De Luca, dal 2008, incaricato della pastorale nell’IPM-Istituto Penitenziario Minorile di Nisida (Napoli), è uno dei 37mila sacerdoti italiani sostenuti grazie al sistema 8xmille alla Chiesa cattolica.  
 
“Oggi i reati che coinvolgono i minori sono diventati più gravi, non sono più infrequenti le rapine, l’estorsione, l’associazione camorristica e l’omicidio. I clan sono sempre più attenti alla manovalanza adolescente. Con il miraggio dei soldi facili, la condannano molto presto. Nella carriera da ‘pali’ a ‘sentinelle’, al controllo di una ‘piazza’ di spaccio, possono guadagnare migliaia di euro al mese. È importante condividere il proprio cambiamento di vita. Di alcuni ho celebrato le nozze o il battesimo dei figli. Ma avrebbero bisogno di un sostegno durevole. Ancora in troppi mi dicono che la vita che li ha portati a delinquere per loro è l’unica possibile”, ha speigato don De Luca raccontandosi sul sito dell'8xmille.     






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