Ricorre oggi, 1° agosto, la memoria liturgica di Sant'Alfonso Maria de' Liguori. Primo di otto figli di una famiglia facoltosa, fu battezzato con il nome di Alfonso per il suo significato: "valoroso e nobile".
Legato a Nola per avervi soggiornato e composto il celebre "Tu scendi dalle stelle", al fondatore dei Redentoristi, in diocesi è intitolata la parrocchia Sant'Alfonso Maria de' Liguori in Torre Annunziata: qui stasera, per la festosa ricorrenza, alle ore 19:00, ci sarà la Santa Messa. Anche presso la Cattedrale di Nola, alle 19:00, ci sarà la Celebrazione ecuaristica in onore del santo.
Dalla toga di avvocato alla vita ecclesiastica
Sant'Alfonso Maria de' Liguori, nato il 27 settembre 1696 a Marianella (Napoli), è stato, da giovane, un avvocato di successo ed affermato. Secondo le fonti, già all'età di 16 ani esercitava la professione forense tanto da non perdere nemmeno una causa e diventare il migliore in città. La sua famiglia, oltre ad essere nobile, fu particolarmente vicina alla fede: due sue sorelle divennero monache, un fratello benedettino e un altro ancora un sacerdote secolare.
Prima di deporre la toga, iniziò a dedicarsi al volontariato, facendo visita ai malati presso l'ospedale di Napoli. Poi, nel 1726, divenne sacerdote e si dedicò in particolare ai bisognosi. Un impegno che, nel 1732, lo portò alla fondazione della Congregazione del SS. Redentore con l'obiettivo di evangelizzare le persone più semplici ed umili.
Dal 1762 al 1777 fu vescovo di Sant'Agata dei Goti che però dovette lasciare per gravi problemi di salute. Si trasferì così a Nocera dei Pagani, dove morì il 1° agosto 1787.
Sant'Alfonso fu canonizzato nel 1839 e venne proclamato Dottore della Chiesa da Pio IX nel 1871, mentre nel 1950 Pio XII gli conferì il titolo di “celeste Patrono di tutti i confessori e i moralisti”.
A Nola la composizione di "Tu scendi dalle stelle"
Maestro di scienze morali, che ispirò a criteri di prudenza pastorale, sant'Alfonso compose scritti ascetici e fu apostolo del culto all'Eucarestia e alla Vergine, guidando i fedeli alla meditazione dei novissimi, alla preghiera e alla vita sacramentale.
Diverse volte si recò a Nola, grazie all'amicizia con il vescovo, monsignor Trojano Caracciolo del Sole, per predicare le missioni al popolo e per guidare gli esercizio spirituali in seminario. Proprio a Nola, compose il celebre cantico natalizio "Tu scendi dalle stelle", nel dicembre del 1754, e il "Regolamento per i seminari" nel 1756.
Sulla "nolanità" del canto natalizio
Questa mattina, in occasione della memoria liturgica del santo redentorista, Gennaro Morisco, docente di latino e greco, ha pubblicato un post sul suo profilo di Facebook, per sfatare ogni dubbio sulla "nolanità" del canto natalizio.
Facendo riferimento al libro di Giovanni Bosco Maria Cavalletti, "Tu scendi dalle stelle. Natale 1744" (Claudio Grenzi Editore, Foggia 2023), Morisco precisa che «un errore vizia in partenza tutta l’argomentazione dell’autore, impegnato a dimostrare che Sant’Alfonso, di cui oggi ricorre la memoria liturgica, avrebbe composto il noto canto natalizio non a Nola, ma a Deliceto, piccolo comune in provincia di Foggia, la notte di Natale del 1744 (la “mitica [mistica?] notte delicetana del 24 dicembre 1744”, p. 95). Cavalletti afferma che "nessuna delle fonti ad oggi disponibili ci dice che S. Alfonso fu in Nola al tempo di quel Natale [ovvero nel 1754, anno in cui si pone la composizione di "Tu scendi dalle stelle"] né, tantomeno, durante la novena di quell’Immacolata" (p. 23). Il che è falso, perché nel 1754 il Santo fu a Nola, proprio per predicare la Novena dell’Immacolata, così come risulta dalla “Annualis descriptio miraculorum sacri liquoris S(anct)i Faelicis, Ep(iscop)i, et Martyris”, manoscritto conservato nell’archivio storico diocesano di Nola, che alla data del 20 dicembre 1754 registra: "la di cui novena [cioè dell’Immacolata] l’è stata in quest’anno fatta dal celebre Padre D. Alfonzo Liguoro fondatore della Congregazione de’ Missionarj de’ Ciurani celebre per bontà di vita, penitenze, e dottrina"». Sicché è perfettamente comprensibile che il Santo abbia fatto pubblicare il cantico, per i tipi del napoletano B. Gessari, nel successivo 1755. Cavalletti, inoltre, non spiega perché mai l’Autore avrebbe composto il cantico nel 1744, ispirato dalla grotta di Deliceto in cui era vissuto il beato Felice da Corsano (suo conterraneo), per poi pubblicarlo undici anni dopo nel 1755, e liquida come «raccontino» (p. 16) la testimonianza del Rettor Maggiore della Congregazione del SS. Redentore, padre Celestino Berruti, che parla della genesi nolana di “Tu scendi dalle stelle”, nella nota vicenda di casa Zamparelli. Per dovere di completezza: tempo fa lessi anche che Sant’Alfonso aveva composto il canto quando era vescovo a Sant’Agata de’ Goti (1762-1775), ovverosia almeno sette anni dopo la pubblicazione dello stesso».