Madonna della neve: un culto diffuso anche nella diocesi di Nola

Il docente e storico dell'arte, Michele Napolitano, presenta alcune tracce in terra "nolana" del culto alla Vergine del miracolo della neve.

di Michele Napolitano

Era il 5 agosto del 358 quando, secondo la tradizione, la Vergine Maria apparve in sogno a papa Liberio e al patrizio Giovanni chiedendo loro di edificare una chiesa nel luogo che avrebbe indicato.

La mattina del 5 agosto il colle Esquilino fu miracolosamente velato di neve. Il pontefice tracciò il perimetro della chiesa seguendo la superficie del terreno innevato. Giovanni e sua moglie fecero costruire a proprie spese la nuova chiesa che fu detta “Liberiana” dal nome del pontefice ma chiamata dal popolo ad Nives. La basilica romana, successivamente ampliata e dedicata a Santa Maria Maggiore, divenne il fulcro propulsore del culto alla Madonna della Neve.  Un culto diffusosi tra il XV e il XVIII secolo in tutta Italia e di cui esistono diverse testimonianze anche nella diocesi di Nola.

Tracce del  culto in diocesi della Madonna della Neve si trovano a Nola, San Paolo Bel Sito, a Somma Vesuviana

A Nola una interessante raffigurazione della Madonna della Neve è conservata nell’antico convento di Santa Chiara. Si tratta di un affresco commissionato nel 1508 dall'allora badessa del monastero, Ambra Crespa de Ravello, come si legge dalla scritta nel margine inferiore della rappresentazione.

L’opera - ascrivibile all'ambito della pittura umbro marchigiana che ebbe grande diffusione nella Napoli del primo Cinquecento  - raffigura la Madonna della Neve tra i santi Sebastiano e Agostino. In basso è presente, in forma orante, la stessa committente. Intorno alla Vergine una corona di neve ricorda il miracolo avvenuto sull’Esquilino nel 358.

Madonna della Neve Santa Chiera Nola
Madonna della Neve, tra i santi Sebastiano e Agostino, nell'antico monastero di Santa Chiara a Nola

A San Paolo Bel Sito, in località Livardi, una chiesa rurale dedicata originariamente a Santa Maria de Petrarolis fu poi dedicata poi a Santa Maria ad Nives. Dal 1615 è attestata la celebrazione di una messa solenne il 5 agosto, memoria liturgica di Santa Maria della Neve.

L’edificio, oggi in parte diruto, conserva un interessante affresco raffigurante la Vergine con il Bambino tra i santi Vito e Antonio di Padova. Se l’immagine della Madonna è ascrivibile ad una cultura tardo quattrocentesca, i santi, invece, risentono di una cultura più tarda.

A Somma Vesuviana, nell’antico borgo del Casamale, nel 1599 fu eretta a Collegiata sotto il titolo di Santa Maria Maggiore o della Neve l’antica chiesa di Santa Maria della Sanità appartenuta agli agostiniani. Ed è proprio in onore alla Madonna della Neve che, ogni quattro anni, viene celebrata la festa delle lucerne.

Se oggi la statua della Madonna della Neve viene portata in processione il 5 agosto di ogni quattro anni, nei secoli passati venivano a lei tributate ben dodici processioni in un anno. In un atto del 1766 conservato presso la chiesa collegiata di Somma Vesuviana si legge che i canonici e i confratelli di Santa Maria della Neve portavano in processione la statua della Madonna ogni seconda domenica del mese. Le processioni erano di breve durata e l’itinerario si limitava al circondario della chiesa ad eccezione della processione di agosto che percorreva tutta la città.

Madonna della Neve a Somma Vesuviana
Madonna della Neve a Somma Vesuviana

A Torre Annunziata il Santuario mariano dedicato alla Vergine del miracolo della neve

Il titolo della Madonna della Neve è stato, inoltre, attribuito anche alla miracolosa immagine della Madonna con Bambino ritrovata intorno al 1350 da alcuni pescatori di Torre Annunziata presso lo scoglio di Rovigliano. Una cassa impigliatasi nelle reti custodiva un busto in terracotta di una Madonna con in braccio il Bambino: era il 5 agosto, festa della Madonna della Neve.

Nel corso dei secoli vari miracoli sono stati attribuiti all’intercessione di quella immagine invocata come Madonna della Neve. Secondo il popolo torrese, infatti, ha fermato le incursioni dei pirati e i saccheggi alla città nel Cinquecento e nel Seicento, oltre ad aver messo fine a gravi epidemie, come quella di febbre petecchiale del 1817 e di colera del 1836 e 1837.  Inoltre, particolari prodigi sono stati riscontrati durante le eruzioni del Vesuvio. Il più famoso è quello del 22 ottobre 1822: mentre la lava minacciava di travolgere Torre Annunziata, i fedeli invocando la Madonna della Neve, diedero vita ad una lunga processione.  Durante il corteo un raggio di sole squarciò la nube di lapilli e cenere, illuminando l’effige della Vergine. La lava miracolosamente si arrestò. Da allora il 22 Ottobre è celebrato dalla collettività come festa votiva.





Questo sito web utilizza i cookie
Questo sito o gli strumenti di terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner acconsenti all'uso dei cookie.
design komunica.it | cms korallo.it.