È dal 1995 che la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù è dedicata, per desiderio del Papa san Giovanni Paolo II, alla preghiera per la santificazione del Clero. Dopo le grandi solennità della Pasqua, siamo invitati, come Chiesa e in particolare come presbiteri, a contemplare il Cuore del Maestro, a posare il capo sul Suo petto e ad attingere continuamente al fiume di grazia e di misericordia che scaturisce dal Suo fianco trafitto, per riscoprire la bellezza del ministero ordinato e ravvivare il dono ricevuto.
Non si tratta semplicemente di continuare a proporre una devozione che oggi può apparire sentimentale o sdolcinata, quanto piuttosto di non smettere di riscoprire “i pensieri del Suo Cuore”, l’intenzionalità profonda di Cristo, di cui il Suo cuore umano è simbolo reale. Contemplare la Sua vita donata per amore “per noi e per tutti”, fino alla fine, significa ritrovare la ragione e la “forma” del nostro sacerdozio ordinato che attualizza nel tempo la cura amorosa del buon Pastore per la Sua Chiesa.
Nella “pro-esistenza” di Cristo trova radice infatti il donarsi radicale e totale del prete alla comunità. E la Comunità può trovare nella vita del presbitero spesa a servizio di tutti e sempre, un riflesso del Cuore di Cristo e sentirsi chiamata essa pure a donarsi per la vita e la salvezza del mondo, “in un’offerta perenne a Dio gradita”. La Giornata di preghiera per la santificazione sacerdotale, perciò, mentre implora dal Cuore di Cristo il dono di sacerdoti e di vocazioni “perfetti nell’amore” invoca come di riflesso il dono della santità per tutto il Popolo di Dio, a cui il ministero sacerdotale è ordinato.
Quest’anno la solennità del Sacro Cuore cade domani, venerdì 7 giugno. Come presbiterio nolano ci ritroveremo in Seminario, insieme al Vescovo, per una giornata di riflessione, contemplazione e preghiera, guidati da S.E. Mons. Pasquale Cascio, Arcivescovo di Sant'Angelo dei Lombardi, Conza, Nusco e Bisaccia. Radunarsi per ascoltare il Signore e pregare insieme è il primo passo, anzi il fondamento di ogni comunione nella Chiesa. La stessa sinodalità, cui siamo richiamati con forza in questo tempo, o è traduzione concreta dell’amore di Cristo, ricevuto e condiviso, o si riduce a strategia funzionale di corto respiro. Come direbbe papa Benedetto XVI: "È venuto il momento di riaffermare l'importanza della preghiera di fronte all'attivismo e all'incombente secolarismo" ( Deus caritas est, n. 37).
Ci andiamo sempre più convincendo, grazie anche al magistero di Papa Francesco, che oggi, come non mai, i preti non sono diventati inutili, funzionari di un sacro che ormai interessa a pochi (forse…): c’è ancora bisogno invece di uomini audaci e coraggiosi, dal cuore libero e forte, testimoni umili e capaci della possibilità e della forza dell’amore vero, “l’amore a motivo di Cristo che ci spinge anche là dove umanamente non andremmo”, per irrigare i tanti deserti di odio e di egoismo affinché rifioriscano la vita, la speranza e la pace.
E una vita spesa per amore, e non ripiegata sui piccoli interessi e piaceri individuali, è ancora capace di affascinare giovani pensosi e attenti al significato profondo del vivere. Il Cuore sacratissimo di Cristo splende ancora come il compimento pieno e autentico dell’umano e preghiamo perché continui ad attrarre tanti sulle vie della verità e del bene.