La Chiesa di Nola ricorda san Deodato vescovo

Prudente e dotto arciprete di Nola, fu successore nell'episcopato di Paolino "il giovane". Morì il 26 giugno 473

Oggi, la Chiesa di Nola celebra la memoria liturgica di san Deodato vescovo, successore di Paolino II, detto il giovane. Questa sera alle 19:00, in Cattedrale, prevista la Celebrazione liturgica presieduta dal parroco don Domenico De Risi.

San Deodato: vescovo di Nola dopo Paolino il giovane

Prudente e dotto arciprete di Nola, al tempo del vescovo Paolino il giovane (431 - 442), Deodato (o Adeodato) fu designato, con il consenso di tutti i chierici, amministratore dei beni della chiesa. Accusato di disporre di questi beni a suo arbitrio e vantaggio, fu dall'imperatore Valentiniano III incarcerato ed esiliato. Non senza l'intervento divino fu liberato, tornò a Nola, dove successe nell'episcopato a Paolino il giovane. Morì il 26 giugno 473 e fu sepolto a Nola. I suoi resti furono traslati a Benevento dal principe Sicardo (832-839) e successivamente donati all'abbazia di Montevergine, dove tuttora si conservano.

Fonti sulla sua vita sono: La vita di san Deodato, edita in compendio dal religioso servita Filippo Ferrari (1551-1626); la biografia del monaco e storico Ferdinando Ughelli (1595-1670) nella sua opera Italia sacra sive episcopis Italiae; l'opera Acta Sanctorum Iunii V, del bollandista Daniel Papebroch (1628-1714).

Nella colletta la richiesta di poter imitare l'esempio delle virtù di san Deodato

La colletta è un'orazione collettiva che viene recitata dal celebrante, durante la Messa, dopo il Gloria e prima della Liturgia della Parola. Per mezzo della colletta viene espresso il carattere della celebrazione; per tradizione della Chiesa, essa è abitualmente rivolta a Dio Padre, per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo e termina con la conclusione trinitaria. 

Così recita la colletta per la memoria di san Deodato, riportata dal libro delle Messe Proprie della Chiesa di Nola: «O Dio che hai reso glorioso il vescovo san Deodato, con il dono della profezia e dei miracoli, concedi a noi che ne celebriamo i meriti, di imitare l'esempio delle sue virtù».


 




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