«Con i giovani, per i giovani» è il tema della ventesima edizione della Festa dell'arcobaleno che ha preso il via ieri sera presso la comunità parrocchiale dei Santi Germano e Martino di Scisciano. Rispetto all'edizioni precedenti, la festa si sviluppa in due serate ma soprattutto è cambiata la location per poter accogliere comodamente migliaia di tifosi delle otto borgate in gara: da piazza XX Settembre si passa al parcheggio della stazione della Circumvesuviana. Organizzatore e promotore della festa è l'Oratorio del paese, l'Oragiò, iscritto alle polisportive giovanili salesiani.
Festa dell'Arcobaleno: il via con il vescovo Marino
Ieri, venerdì 14 giugno, alle 20:00, la serata si è aperta con la presentazione delle borgate e la testimonianza dei fondatori dell'oratorio parrocchiale. A seguire c'è stato un momento di preghiera con il vescovo di Nola, Francesco Marino. «Quest'anno ho invitato il vescovo Francesco per fargli vedere la bellezza di questo tempo di festa e incontrare i tanti ragazzi accompagnati dalle famiglie», ha dichiarato il parroco, don Rolando Liguori che è ha poi sottolineato di sperare che quella la festa diventi un'occasione «per testimoniare ai ragazzi che Dio unisce e accoglie tutti. Se partecipiamo alla festa è perché Lui ci chiama a raccolta per gioire con noi. Spero che sia un segnale soprattutto per i ragazzi che si sentono lontani dalla fede ma presenti ai giochi».
«È una bella scoperta per me. Sono contento di esserci incontravi e di sperimentare la vostra gioia. C'è uno spirito di cooperazione e iniziativa molto bello. Anche il vostro agonismo è positivo. Con i vostri colori esprimete questo arcobaleno di luce e siate gioisi. Fate la gare ma rappresenta il senso di unità e amicizia», ha detto il vescovo Marino ai ragazzi di Scisciano, per poi rivolgere un incoraggiamento ai responsabili dell'oratorio: «Continuate a dedicarvi ai più piccoli. Abbiate il coraggio Abramo. Da lui inizia tutto, la storia della salvezza. Abram è un personaggio importantissimo perché si fida e ha una grande fede. Aveva una sofferenza nel cuore perché non aveva figli. Era anziano e la moglie non poteva avere bambini. Così il Signore gli fa un dono con una discendenza numerosa. Nonostante passino gli anni, non riceve nulla ma continua a fidarsi. Il racconto ci dice di fidarci: fidatevi di Dio che è nostro Padre. Buona festa a tutti».
La prima serata di festa si è conclusa con un evento di cabaret organizzato dal Comune di Scisciano, cui è seguita, alle 22:30, la festa dei colori per tutti i ragazzi. Stasera, alle 20:00, prenderà il via la sfida tra le borgate, un appuntamento atteso da tutti, come ha sottolineato il presidente dell'oratorio Oragiò, Luigi Febbraro: «La Festa dell'arcobaleno per tutti i bambini e i ragazzi di Scisciano, ma anche per gli adulti, è da più di vent'anni qualcosa di speciale. Ormai è diventato un appuntamento importante che coinvolge e appassiona tutta la comunità sciscianese. Basta percorrere le strade del nostro amato paese che per mesi risplende di colori e gioia». Febbraro ha ricordato, poi, quali sono i punti di riferimento delle borgate: «La festa è nata per unire, coinvolgere e regalare per un giorno il paese ai ragazzi perché diventino i protagonisti. Attraverso giochi semplici e antichi si cerca di trasmettere quei valori che spesso i giovani sembrano aver dimenticato: lealtà, spontaneità e genuina competizione». Infine, il presidente dell'Oragiò ha rivolto un pensiero ai ragazzi: «Tutte le attenzioni sono quindi rivolte ai nostri giovani che con i loro gesti hanno molte volte insegnato a noi grandi come comportarci e fatto innamorare tutti di questa festa. Noi volontari dell'Oratorio siamo fermamente convinti che l'amore è l'unica medicina per guarire tutte le ferite del nostro pianeta».
Otto borgate e giochi antichi sotto il segno dell'arcobaleno
La Festa dell'Arcobaleno è un evento che mette in competizione il paese, diviso nelle otto storiche “borgate” chiamate a gareggiare tra di loro, ma allo stesso tempo unisce i ragazzi (dai 12 ai 14 anni) in un tripudio di colori che richiamano quelli dell'arcobaleno. I giovanissimi, divisi in squadre, una per borgata, sono guidati da due “capitani” fin dalle settimane precedenti alla festa, durante le quali si allenano per affrontare i giochi ‘antichi’ della gara: corsa col cerchio, corsa nel sacco, tiro alla fune, la pignata, il palo di sapone e ‘o curuoglio, una corsa con ceste in testa appoggiate sull’antico torciglione di panno detto appunto “curuoglio”. Ciascuna borgata è rappresentata da un colore diverso: Camaldoli-Montanaro dal giallo; Casola dal rosso; Feudo dall'indaco; Frocia dal bianco; Palazzuolo dall'azzurro; San Martino dal verde; Spartimento dal viola e Torre dall'arancione.
La scelta dell’arcobaleno, come simbolo, è stata fatta dai fondatori della festa per più di un motivo: perché l’arcobaleno compare nel cielo dopo la pioggia, portando sempre un messaggio di speranza; perché esso è frutto del contatto tra la luce e le gocce d’acqua: come la luce così l'amore è frutto di sapienza, comunicazione, armonia, testimonianza, meditazione, rispetto per noi stessi e per ciò che ci circonda; ma anche per il significato che ai colori dell’arcobaleno ha dato Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei focolari, indicando attraverso essi un momento della vita della comunità: il rosso, la comunione dei beni e delle esperienze e il lavoro; l’arancio, la testimonianza; il giallo, il rapporto con Dio; il verde, la cura e il rapporto con il corpo e l’anima, la natura e l’ecologia; l’azzurro, l’ordine, l’armonia, la cura degli ambienti e l’igiene; l’indaco, la sapienza e lo studio; il violetto, i mezzi di comunicazione e l’informazione.