Un Santo che fa crescere curando la comunità

La figura di San Paolino di Nola offre ancora oggi un modello di educazione dal forte impatto sociale. La riflessione di don Luigi Mucerino, direttore della Biblioteca diocesana San Paolino

di Luigi Mucerino*

San Paolino è da qualche tempo “sotto osservazione”, perché trattandosi di una miniera secondo il giudizio prevalente, si tende a scoprirne tutte le pietre preziose. A parlare dell’educazione socio-pedagogica in nome di Paolino, forse per la prima volta, sono stati, lo scorso 20 aprile, presso il Seminario vescovile di Nola, due docenti dell’Università Federico II di Napoli, Ilaria Pizza e Gianluca Dioni, intervenuti rispettivamente su “Il potenziale impatto sociale dei valori paoliniani” e “Le vocazioni di san Paolino”. Dotati di titoli e autori di testi importanti, Dioni e Pizza provengono dal Dipartimento di Scienze Politiche, un’area di ricerca che a prima vista potrebbe sembrare ritenere estranea alla prospettiva enunciata.

La saggezza pedagogica, secondo Pizza, suggerisce criteri e obiettivi dell’educazione, ma non sottovaluta tempi e modalità corrispondenti all’età dei soggetti, a partire dai fanciulli. L’aspetto sociale dell’educazione è fondativo, non tollera di essere differito, ci abilita progressivamente ad essere con gli altri e per gli altri, concorre alla nostra strutturazione relazionale e al rapporto con la comunità. E in questo Paolino è maestro.

Prospettiva confermata dalle pagine molto chiare del libro San Paolino. Una vita da favola (ed. Ler), biografia di san Paolino per ragazzi a firma della docente nolana Fortuna Dubbioso, che presenta un’esperienza di vita nella sua quotidianità sempre aperta agli altri. Un sicuro contributo alla formazione di una coscienza sociale può derivare dalla scoperta e dal valore del bene comune, punto nevralgico della dottrina sociale della chiesa: la costruzione di una facile via di accesso per i devoti di san Felice, gli interessi per l’acqua così preziosa, la bellezza di un basilica che accoglie, l’ospitalità e l’integrazione dei poveri sono infatti interventi che infondono il senso del bene comune presente nella trama di vita del santo.

Paolino – ha sottolineato a sua volta Dioni – avverte di essere chiamato personalmente da Dio; il nome, sempre lo stesso, accompagna ovunque, è il nucleo portante e invariabile nel contesto mutevole dei giorni. Poeta e architetto, governatore e monaco, vescovo e sposo, san Paolino è fedele e duttile, è stabile e cambia, come un prisma dai molti lati, dotato di una sola vocazione e di molte espressioni dell’unico se stesso. Il Signore non  accompagna solo nel momento iniziale della scelta di vita, ma in tutti gli stadi, anzi in tutti gli stati di vita, stando a Paolino. Nel cammino formativo un ruolo importante acquistano le varie virtù, soprattutto la semplicità e la sapienza che favoriscono come persone singole e come soggetti sociali. Anche la povertà – ha aggiunto Doni – ha il suo influsso molteplice, perché  distacca dai beni, conforma al Bene, sollecita la comunicazione con gli altri. A tutte le età l’educazione rimane generativa; la vita è un processo continuo, è possibilità sempre in atto e l’educazione con la sua azione maieutica estrae dal fondo di ciascuno ciò che non ancora si è. Dal punto di vista antropologico la lezione di san Paolino è grande; egli è in costante superamento di se stesso con la tensione concreta di conformarsi a Cristo.

*direttore della Biblioteca diocesana San Paolino




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