Domani 23 maggio, al termine della Messa delle 18:30, dalla parrocchia San Felice vescovo e martire di Nola partirà la tradizionale processione del simulacro di Santa Rita da Cascia di cui oggi ricorre la memoria liturgica.
Presso la comunità parrocchiale dedicata al primo vescovo nolano e conosciuta come parrocchia del Collegio, dal nome della piazza in cui si trova l'edificio sacro, è molto sentita la devozione per la "santa dei casi impossibili" il cui culto è onorato in particolare dall'Associazione parrocchiale Santa Rita, quasi centenaria.
Domani i fedeli, guidati dal parroco don Aniello Verdicchio, percorreranno il seguente itinerario: via Ciccone, vicolo san Giuseppe, piazza Marconi, via Fonseca, via Merliano, via Fontana Rosa, piazza sant'Antonio Abate, piazza Paolo Maggio, via Leone, via Merliano, via Tanzillo, via san Felice, via san Paolino, via De Notaris, piazza Duomo, corso Vitale, via Ciccone e rientro in parrocchia. Qui saranno distribuite le rose benedette.
Rita da Cascia: una santità fiorita attraversando le avversità
La vita di santa Rita da Cascia si svolge dal 1381 al 1397. Il suo vero nome è Margherita Lotti, quello di Rita è il nome che assumerà quando, dopo la morte del marito e dei figli, deciderà di entrare nel monastero agostiniano di Santa Maria Maddalena a Cascia.
Dolori familiari e malattia hanno accompagnato santa Rita durante il suo cammino terreno, avversità affrontate con la potente arma della preghiera, strumento che la accompagna nel totale abbandono a Dio. Come testimoniano anche i simboli che sono tradizionalmente collegati alla sua figura: la rosa, le api, la vite, la spina, l’anello nuziale e il rosario.
La rosa
Ammalata, Rita chiede a una sua cugina venuta in vista da Roccaporena - paese natio di Rita - di portarle due fichi e una rosa dall’orto della casa paterna. È pieno inverno, ma tornata a casa la giovane parente trova, in mezzo alla neve, una rosa e due fichi da portare alla cugina.
Le api
Uno sciame di api ronza nei pressi della culla di santa Rita, entrando e uscendo dalla sua bocca, senza pungerla. Un bracciante ferito ad una mano, passa accanto alla bimba per medicarsi, vede le api e allunga la mano per scacciarle. Con stupore si accorge che la ferita è scomparsa.
La spina
L'amore per Dio, attraverso il quale aveva amato i suoi familiari, cresce in santa Rita a tal punto da chiedere al Signore di partecipare alle sue sofferenze: un giorno, una spina, si stacca dal crocifisso e si conficca, per sempre, nella fronte di Rita.
La vite
Per obbedienza alla madre superiora, santa Rita accetta di innaffiare ogni giorno una vite secca del giardino. La pianta rinasce e ancora oggi produce uva bianca.
L'anello nuziale e la corona
Sono ancora visibili nella cella che fu di santa Rita presso il monastero di Cascia: entrambi sono segno della sua vita, vissuta in amore sponsale con Dio. Un amore forte che, accompagnato dalla preghiera, permetteva a Rita di ottenere ogni grazia, anche per i casi 'impossibili'.